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2009 - Gustolocale

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LUNGA VITA AL RE<br />

Pubblicato un libro per celebrare la storia di sua maestà baccalà.<br />

Il riscatto di un pesce da sempre considerato povero<br />

È uscito da pochi mesi un libro del grande Livio<br />

Cerini di Castegnate, gastronomo di “lungo<br />

corso” ed esteta della tavola. Il titolo è di per<br />

sé un programma: “Grande libro del baccalà”<br />

(Idea Libri 19 euro). Tuttavia per capire questo<br />

libro si deve partire da un assunto: il baccalà<br />

non è un pesce. È un mangiare a sè stante e<br />

senza eguali. Una volta capito questo tutto viene da sé. Il libro ti fa intraprendere<br />

un viaggio fatto di ricette ma non solo, dove la storia si mescola alla leggenda e<br />

la tradizione si fonde con la scoperta. Ed il protagonista è sempre lui: il baccalà.<br />

Come spesso accade con i veri personaggi svela mille sfaccettature e decine<br />

di sfumature. Chiarita la distinzione tra baccalà e stoccafisso si vivono le storie<br />

di uomini di mare che sulla rotta dei merluzzi hanno speso la vita, le ricette delle<br />

regioni italiane e le confraternite (compresa quella Venerabile del Bacalà alla<br />

Vicentina) che, non suoni strano, dedicano festeggiamenti e rispettose celebrazioni.<br />

Insomma questo “grande libro” supera di molto il taglio di un ricettario<br />

(pur contenendo una più che esaustiva selezione di preparazioni) per divenire<br />

un volume di etnografia del gusto. E, qua e là, si trova poesia. Salterete da un<br />

capitolo all’altro seguendo la millenaria storia di questo pesce celebrato come<br />

povero ma che ha saputo conquistare buongustai e borghesi che avevano capito<br />

che non si trattava di un piatto di ripiego. Compaiono anche consigli per la<br />

preparazione ed i confronti con le tradizioni degli altri paesi (Francia, Spagna e<br />

Portogallo) anche se, è ovvio, la maggiore attenzione è dedicata alle ricette tradizionali<br />

italiane che sono, nel tempo, divenute un mito. Troverete il mantecato<br />

veneziano e, per quanto riguarda il bacalà alla vicentina, ben 21 pagine sono<br />

dedicate a varie ricette (6, oltre al modo di riscaldarlo il giorno dopo, storie, poesie,<br />

stupenda quella di Adolfo Giuriato) con una profondità di analisi da lasciare<br />

veramente meravigliati. Ma, d’altra parte, come si fa a considerare il bacalà alla<br />

vicentina una ricetta fra mille quando il poeta dice:<br />

“Ciò co sto balsamo<br />

co sto bonbon<br />

anche le moneghe<br />

perde el timon” ?<br />

Alfredo Pelle

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