2009 - Gustolocale
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Il coniglio alla Valleogrina<br />
vuole il Marzemino<br />
Un vino del territorio per un piatto del territorio. Uniti in un matrimonio di gusto<br />
La cucina popolare è sicuramente un valore culturale quando affonda le<br />
sue radici nella tradizione consolidata da usi ed abitudini tramandate da<br />
generazioni. È maggiormente valida quando è geografi camente individuata<br />
e circoscritta e fa riferimento all’utilizzo in cucina di prodotti che appartengono<br />
all’uso quotidiano e che oggi cerchiamo di mantenere intatti nella<br />
preparazione e nel consumo.<br />
Per quanto attiene alla nostra zona, la Valleogra, e relativo<br />
sbocco in pianura, la società di ieri era, ovviamente,<br />
solo contadina, o meglio ancora di montagna, con i limiti<br />
che ciò comportava e comporta tutt’ora sotto il profi lo<br />
climatico ed ambientale. L’allevamento domestico di animali<br />
da cortile era la fonte primaria di sostentamento e fra<br />
questi sicuramente il coniglio era presente in modo diffuso.<br />
Le varie preparazioni di queste carni risentivano della<br />
fantasia e della disponibilità delle singole famiglie, senza<br />
trascurare le infl uenze esterne che a volte condizionavano<br />
le preparazioni stesse. La scarsa possibilità di conservazione<br />
portava infatti ad utilizzare frequentemente degli ingredienti<br />
che in qualche modo coprissero i possibili, probabili,<br />
odori. Da qui la presenza di componenti a volte non<br />
strettamente presenti nel territorio, come l’uvetta di Candia,<br />
i pinoli di Grecia e Dalmazia, mutuati evidentemente<br />
da “contaminazioni veneziane”, come anche la sarda. In<br />
questo contesto nasce “Coniglio alla Valleogrina”, una ricetta<br />
riscoperta dai Ristoratori Scledensi, di cui potete<br />
Claudio Ballardin - Presidente dei Ristoratori Scledensi<br />
trovare la ricetta nella pagina a fi anco. Quello che desidero evidenziare è<br />
l’abbinamento di un vino su questo piatto, perché ciò rappresenta un ideale<br />
ed attuale coronamento di presentazione e degustazione di questa interessantissima<br />
proposta gastronomica. A mio modesto parere un piatto defi nito<br />
“del territorio” non può non prevedere anche un vino del territorio stesso. A<br />
tale scopo alcuni addetti ai lavori qualche sera fa, misurandosi nell’abbina-<br />
mento con alcuni vivi, hanno decretato, dopo un’attenta<br />
valutazione, vino ideale il Marzemino di Breganze, DOC<br />
dal 1995.<br />
L’analisi sensoriale del cibo ha evidenziato sensazioni<br />
agro-dolci, poco grasse, dagli aromi spiccati e saporiti.<br />
La presenza di uvetta e pinoli danno sensazioni dolci, la<br />
cipolla, l’aceto e la buccia di limone sensazioni acide. Gli<br />
aromi di cottura e la sarda dissalata sensazioni piccanti<br />
e aromatiche. Il vino rosso selezionato presenta caratteristiche<br />
fruttate e di morbidezza evidenti, tannicità ed<br />
alcolicità moderate, unite ad una personalità ben defi nita.<br />
Se a tutto ciò aggiungiamo anche la tradizionale presenza<br />
nelle nostre terre del Marzemino da almeno 500 anni,<br />
abbiamo trovato la quadratura del cerchio.<br />
In defi nitiva questa è la nostra proposta, suggerita seguendo<br />
i parametri di un corretto abbinamento vino/cibo,<br />
ponendo la massima attenzione all’utilizzo dei prodotti dl<br />
nostro territorio.<br />
Terenzio Panozzo