2009 - Gustolocale
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Antico e misterioso,<br />
sicuramente divino<br />
L’idromele è forse il fermentato più antico del mondo.<br />
Soppiantato dal vino, si cerca oggi di recuperarne il consumo<br />
Non si hanno notizie certe sul periodo in cui l’uomo imparò a produrre l’idromele,<br />
ma si suppone che l’origine sia antichissima. Abbiamo notizie della sua<br />
produzione nell’antico Egitto, nell’Inghilterra celtica, nella Scandinavia vichinga<br />
e da parte degli antichi slavi.<br />
L’idromele aveva una grande importanza nella cultura norrena precristiana;<br />
nella letteratura e nella mitologia viene rappresentata come la bevanda dei re,<br />
la preferita del dio Odino e di altre creature sovrumane (come la mitica fi era<br />
Ofi ulco). La tradizione vuole che due nani abbiano ucciso il vate Kvasir e dal<br />
suo sangue abbiano ricavato l’idromele, capace di dare sapienza e poesia.<br />
Era tradizione che le coppie appena sposate bevessero idromele per il periodo<br />
di una luna dopo il matrimonio per ottenere un fi glio maschio. Da lì sembra<br />
provenire la tradizione della “luna di miele”.<br />
Si presume che la sua diffusione in Italia sia avvenuta in tempi assai remoti<br />
grazie ai Celti. Sembra che fosse comune soprattutto nell’arco alpino, dove<br />
spesso si ripropongono citazioni alla produzione ed al consumo di idromele,<br />
una bevanda di facile realizzazione con un buon tenore alcolico (13/17°) ottenuta<br />
dalla fermentazione di miele, acqua e lieviti. Il suo consumo si sviluppò in<br />
particolar modo dove non era possibile la coltivazione della vite. Ogni famiglia<br />
aveva la sua personale ricetta con percentuali diverse di acqua e tipologie<br />
di miele, spesso arricchita con frutta macerata come frutti di bosco, mele o<br />
ciliegie, o spezie come cannella e chiodi di garofano.<br />
Nel tempo, a causa della diffusione della vite, il vino andò sostituirsi sempre