2009 - Gustolocale

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Il senso del vino
Una serata polisensoriale per
cercare di spiegare il nettare di
bacco. Interpretazioni diverse
di un unico protagonista
Da sx: Antonio Bonaldi, Ugo Moro, Giampaolo Giacobbo, Stefano Bertoncello Collanego e Roberto Cipresso.
Un contenitore che contenga altri contenitori. Partendo da questo assunto
Roberto Cipresso ha voluto spiegare la sua visione del mondo
del vino. Come se tutto il mondo fosse formato da un numero infi nito
di scatole che contengano ciascuna qualcosa di diverso. A noi il
compito di scovarle e aprirle una ad una attraverso un percorso che si
chiama ricerca. Così inizia una nuova avventura per l’enologo scrittore.
Non è possibile, secondo Cipresso e i suoi collaboratori, limitare alla
mera analisi sensoriale quel che si coglie in un bicchiere. Ciò avrebbe
rappresentato l’enunciazione di un concetto non condivisibile.
L’espressione del vino non può rimanere isolata, ma necessita di uno
scambio vicendevole con altre forme di comunicazione come la musica,
la scultura, la pittura. Sarebbe come pensare alla fi losofi a isolandola
dalla psicoanalisi, dalla logica, dalla teologia, dalla pedagogia,
dalla sociologia e da altre scienze umane: non è possibile! Non solo
analisi sensoriali, quindi, ma un progetto multiculturale, trasversale.
Un passaggio necessario perché le sensazioni del vino hanno un loro
ritmo, un loro colore e una loro forma.
Un sogno condiviso da tempo da chi scrive e che si è potuto realizzare
solo dopo aver dato vita a una sorta di “band” che vede Ugo Moro al