interpretazioni mitologiche di fenomeni naturali - Centro ...
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quin<strong>di</strong> <strong>di</strong>venta il ricettacolo dell'amato, il suo reliquiario. D'altronde c'è almeno un<br />
precedente da tenere in conto: come racconta Aulo Gellio, Artemisia sposa <strong>di</strong><br />
Mausolo, alla morte dell'amatissimo consorte ne bevve le ceneri commiste ad aromi,<br />
non permettendo <strong>di</strong> vederlo sepolto se non nel suo stesso corpo. 34 Ma Soremonda, a<br />
<strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> Artemisia, non aveva bevuto le ceneri, ma mangiato le carni dell'amato<br />
e quin<strong>di</strong>, per amore, non avrebbe potuto permettere che altra carne mangiata si<br />
potesse sovrapporre al nobile cuore appena assimilato né che qualcosa <strong>di</strong> questo<br />
venisse eliminato come superfluitas: il suici<strong>di</strong>o o comunque la morte a questo punto<br />
<strong>di</strong>venta, nella perfezione dell'atto d’amore, un'assoluta necessità.<br />
34 Aulus Gellius, Noctes Atticae, 10.18. Cfr. anche Valerius Maximus, Memorabilia, 4.6.<br />
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