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interpretazioni mitologiche di fenomeni naturali - Centro ...

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Come è per tutti i popoli primitivi, le culture precolombiane vedevano nei <strong>fenomeni</strong><br />

<strong>naturali</strong> la manifestazione delle varie <strong>di</strong>vinità che ad essi presiedevano, <strong>fenomeni</strong> dei<br />

quali gli dei erano la personificazione. 14<br />

Particolare attenzione era rivolta agli astri, ed in particolare al sole e alla luna. Il<br />

sole era chiamato dai Maya Kinich Ahau o Itzamna; dagli Aztechi, Huitzli Pochtli o<br />

Tonatiuh; dagli Incas, Inti.<br />

Figura 9) La Porta del Sole, Tiahuanaco. La città<br />

<strong>di</strong> Tiahuanaco, situata a 3.600 metri sopra il livello<br />

del mare, sembra risalire al III sec. a.C., ma la<br />

maggior parte dei suoi e<strong>di</strong>fici furono costruiti nel<br />

200 d.C. Dal 500 d.C. essa si trasformò in un<br />

opulento centro urbano, con una popolazione<br />

compresa tra i 20.000 ed i 50.000 abitanti e, come<br />

sede <strong>di</strong> una potente casta sacerdotale, estese la sua<br />

influenza ed il suo dominio su tutta l’area an<strong>di</strong>na<br />

fino al 1.000 d.C. Essa è stata considerata da molti<br />

archeologi come un grande centro cerimoniale<br />

erede del più antico centro religioso <strong>di</strong> Chavìn de<br />

Huàntar. La famosa Porta del Sole ha nel fregio al<br />

centro in alto una <strong>di</strong>vinità che alcuni identificano<br />

con Viracocha, molto simile al Dio degli Scettri <strong>di</strong> Chávin de Huántar.<br />

Figura 10) La Pietra del Sole conosciuta come<br />

calendario azteco. Scoperta nel 1790, si trova<br />

nel Museo <strong>di</strong> Antropologia d’America. Ha uno<br />

spessore <strong>di</strong> 1,2 metri, un <strong>di</strong>ametro <strong>di</strong> 3,5 metri,<br />

pesa 24 tonnellate. Gli stu<strong>di</strong>osi in seguito hanno<br />

affermato che essa non era un calendario, ma<br />

una mappa del destino degli Aztechi, che<br />

in<strong>di</strong>cava la fine della loro civiltà con la quinta<br />

era. Fu realizzata nel 1479, anno che segnava<br />

l’inizio della quinta ed ultima era, detta Olin<br />

‘terremoto’, perché, secondo una antica<br />

leggenda, l’ultima epoca sarebbe iniziata con<br />

una grande <strong>di</strong>struzione; infatti il regno <strong>di</strong> questo<br />

popolo terminò poco dopo con l’arrivo <strong>di</strong> Cortés. Al centro è raffigurato Tonatiuh, il <strong>di</strong>o sole con la<br />

lingua che sporge simbolo del coltello sacrificale, intorno al suo volto sono rappresentati in alto a<br />

sinistra gli uragani, a destra i giaguari, in basso a sinistra le eruzioni ed a destra le piogge. In alto<br />

è in<strong>di</strong>cato il giorno del giu<strong>di</strong>zio e sotto si trova il volto dell’universo.<br />

14 E’ necessario altresì tenere presente che in Mesoamerica le <strong>di</strong>vinità non avevano una in<strong>di</strong>vidualità assoluta: come ha<br />

osservato lo stu<strong>di</strong>oso A. Lòpez Austin, ‹‹esse si fondevano e si sdoppiavano, cambiavano attributi e nomi a seconda<br />

delle circostanze. Le loro personalità mutavano costantemente seguendo la <strong>di</strong>namica del contesto››. Questo era possibile<br />

perché le <strong>di</strong>vinità erano costituite da ‹‹materia sottile ed impercettibile o quasi››, che permetteva loro <strong>di</strong> <strong>di</strong>vidersi,<br />

ricomporsi, separarsi e ‹‹raggrupparsi per formare un nuovo essere <strong>di</strong>vino››. Le <strong>di</strong>vinità del Mesoamerica non vanno<br />

considerate come persone ‘ben definite’ ma come forze sacre, che si muovevano in una costante e complessa<br />

interazione; perciò gli dei potevano nascere, invecchiare, morire e rinascere e trasformarsi in nuove entità. Gli dei non<br />

pre<strong>di</strong>cavano, non cercavano conversioni, esistevano ed erano personificazioni delle forze della natura e <strong>di</strong> concetti<br />

filosofici.<br />

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