interpretazioni mitologiche di fenomeni naturali - Centro ...
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popoli barbari, non nasce dal nulla, ma al contrario da una sintesi <strong>di</strong> quelle dei vari<br />
popoli an<strong>di</strong>ni e costieri ad essi precedenti.<br />
La religione era il fondamento <strong>di</strong> uno stato teocratico, in cui il sovrano, chiamato<br />
Sapa Inca (‘L’unico Inca’) era ritenuto il rappresentante e il <strong>di</strong>scendente della<br />
<strong>di</strong>vinità suprema. Viracocha (‘schiuma del mare’) era la <strong>di</strong>vinità inconoscibile che<br />
aveva creato il sole, la luna e le stelle: sua sposa era Mamacocha (‘madre del mare’).<br />
Viracocha, chiamato nell’altopiano an<strong>di</strong>no Huiracocha, fu in seguito identificato con<br />
il sole e, infine, con il padre del <strong>di</strong>o Sole, che fa sorgere il sole e la luna dal lago<br />
Titicaca.<br />
A <strong>di</strong>fferenza dei popoli della costa Mochica e Chimứ, da loro sottomessi, che<br />
adoravano come <strong>di</strong>vinità principale la Luna identificata con il <strong>di</strong>o creatore<br />
Pachacamac, gli Incas sin dal governo del nono Inca Pachacuti venerarono come<br />
essere supremo il <strong>di</strong>o del sole, Inti, del quale ogni sovrano si considerava figlio.<br />
Sposa e sorella <strong>di</strong> Inti era Mama Quilla (‘madre luna’), che in origine era più<br />
splendente del sole, ma questi le gettò della cenere sul volto per offuscarne il potere e<br />
la lucentezza: la leggenda riflette probabilmente la vicenda della sottomissione dei<br />
popoli della costa. La moglie dell’Inca era considerata rappresentante sulla terra della<br />
dea Luna e, come questa era sorella del Sole, era a sua volta sorella dell’Imperatore.<br />
Sulla cima del monte sul quale sorge la città <strong>di</strong> Macchu Picchu, si erge una pietra<br />
poligonale istoriata: l’esploratore americano Hiram Bingham, che scoprì questo<br />
importante sito archeologico nel 1911, ipotizzò che ad essa gli Incas legassero<br />
simbolicamente il sole, per impe<strong>di</strong>rgli <strong>di</strong> sparire con il solstizio d’inverno. 34<br />
Le eclissi <strong>di</strong> sole e <strong>di</strong> luna erano segni del cielo che colpivano particolarmente gli<br />
antichi peruviani. La spiegazione mitica <strong>di</strong> questi <strong>fenomeni</strong> è documentata nei<br />
Comentarios Reales <strong>di</strong> Garcilaso de la Vega El Inca, figlio <strong>di</strong> un Conquistador e <strong>di</strong><br />
una principessa della famiglia imperiale Inca. 35<br />
Gli Incas ritenevano che l’eclissi solare si verificasse in quanto il Sole era sdegnato<br />
per qualche delitto che avevano compiuto contro <strong>di</strong> lui, per cui mostrava un volto<br />
oscuro come quello <strong>di</strong> un uomo a<strong>di</strong>rato, e credevano che da ciò sarebbe seguito<br />
qualche grave castigo. Per scongiurarlo, essi offrivano al Sole ogni sorta <strong>di</strong> oggetti<br />
d’oro e d’argento. Erano giorni <strong>di</strong> <strong>di</strong>giuno e <strong>di</strong> tristezza perché si credeva che l’eclissi<br />
presagisse la morte dell’Inca: non si dovevano accendere fuochi a Cuzco, mentre<br />
l’Inca si ritirava in un luogo appartato e <strong>di</strong>giunava.<br />
Dell’eclissi <strong>di</strong> luna, vedendola oscurarsi <strong>di</strong>cevano che si era ammalata: dalla misura<br />
parziale dell’eclissi deducevano il grado <strong>di</strong> gravità della malattia e ritenevano che, se<br />
si fosse oscurata completamente, sarebbe caduta dal cielo sopra <strong>di</strong> loro, uccidendoli<br />
tutti e causando la fine del mondo. Per questo timore, quando la luna cominciava ad<br />
eclissarsi, suonavano ogni tipo <strong>di</strong> strumento musicale facendo un gran rumore e,<br />
legati i cani, li bastonavano perché questi guaissero e la Luna, sentendoli piangere ed<br />
essendo loro affezionata per un qualche servizio che le avevano reso, si muovesse a<br />
pietà e ricomparisse.<br />
34 Bingham 1948.<br />
35 Vega 1990, libro II, cap. 23, pp.85-86<br />
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