interpretazioni mitologiche di fenomeni naturali - Centro ...
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ellissime Rusalke, dai lunghi e fluenti capelli ver<strong>di</strong>, vestite <strong>di</strong> bianco, abitatrici del fondo dei<br />
fiumi che sfociano nel Mar Nero. Le Krivepete slovene, o le agane friulane, che <strong>di</strong>morano nelle<br />
fonti e nelle acque sorgive, hanno pie<strong>di</strong> rivolti all’in<strong>di</strong>etro: una probabile sopravvivenza delle<br />
pinne, o dei pie<strong>di</strong> palmati, come testimoniato anche dalle Pèdauques francesi, streghe con le zampe<br />
d’oca. La stessa fata Morgana della tra<strong>di</strong>zione bretone, sorella <strong>di</strong> Artù, è una sirena. Il suo nome<br />
deriva infatti da muirgen, ovvero ‘nata dal mare’. Come le sirene possiede il dono della profezia, il<br />
suo canto è capace <strong>di</strong> morte e domina l’elemento del mare. Secondo Geoffrey of Monmouth<br />
(1150), che la descrive per la prima volta nella Vita Merlini, vive in Sicilia, innegabilmente terra <strong>di</strong><br />
sirene. Ma tra tutte queste figure quella che più affascina è senz’altro Melusina. Secondo il<br />
racconto che ci tramanda Jean d’Arrais, il conte Raymon, sedotto dalla voce, dalla bellezza e dalla<br />
sapienza <strong>di</strong> Melusina (tutte connotazioni tipiche delle Sirene), la chiese in sposa. Lei accettò, ma<br />
impose al marito <strong>di</strong> lasciarla libera <strong>di</strong> uscire dal castello ogni sabato, senza mai chiedere<br />
spiegazione alcuna. Ma il marito infrange il patto e la spia da un buco mentre Melusina si sta<br />
lavando. Nell’elemento acquatico ella appare qual è in verità: ha ali <strong>di</strong> pipistrello, pelle <strong>di</strong> drago,<br />
zampe ungulate e spire <strong>di</strong> serpente. Fuggirà volando per non fare mai più ritorno, se non <strong>di</strong> notte,<br />
per proteggere la culla dei figli e allattare l’ultimo nato.<br />
La Sirena viene per la prima volta rappresentata con la coda <strong>di</strong> pesce nel bassorilievo <strong>di</strong><br />
Herakleiopolis Magna, ascrivibile al V secolo d.C. Per tutto il corso del Me<strong>di</strong>oevo le due forme<br />
coesistono sia a livello testuale che iconografico. Talvolta in uno stesso co<strong>di</strong>ce i testi narrano <strong>di</strong><br />
sirene dai pie<strong>di</strong> rapaci e dalle piume d’uccello mentre le miniature che li impreziosiscono<br />
ritraggono bellissime donne pesce in atteggiamento seduttivo, a testimonianza del fatto che la<br />
tra<strong>di</strong>zione testuale, culta, ebbe un’evoluzione <strong>di</strong>versa da quella iconografica, maggiormente<br />
influenzata dalle forme attinte al ricco repertorio delle leggende e dei canti popolari.<br />
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