interpretazioni mitologiche di fenomeni naturali - Centro ...
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4. I Maya<br />
La civiltà Maya fiorisce tra il IV e il XV secolo d. C. dapprima nello Yucatán e<br />
successivamente, nell’ultimo periodo detto postclassico (dopo il IX secolo), si<br />
manifesta sugli altipiani del Guatemala in una forma nuova ed originale, fortemente<br />
influenzata dai Toltechi che, provenienti dal Messico, avevano invaso il loro territorio<br />
fondendosi con le popolazioni locali, sì che si parla più propriamente <strong>di</strong> una civiltà<br />
Maya-Tolteca.<br />
La religione Maya è caratterizzata da una pluralità <strong>di</strong> dei: nei co<strong>di</strong>ci anteriori alla<br />
conquista se ne possono identificare una trentina (tre<strong>di</strong>ci celesti, sette della terra e<br />
nove del mondo sotterraneo), mentre un manoscritto del XVIII secolo, Il rituale dei<br />
Bacab, 16 ne riporta 166 nomi. In molti <strong>di</strong> essi si ravvisano personificazioni <strong>di</strong> astri e<br />
<strong>di</strong> <strong>fenomeni</strong> <strong>naturali</strong>. Il concetto <strong>di</strong> <strong>di</strong>vinità presso i Maya, infatti, come presso tutti i<br />
popoli primitivi, si collega alla constatazione che la vita è soggetta alle potenze<br />
esterne e che l’uomo non può controllare il tempo atmosferico, 17 per cui deve<br />
propiziarsi le <strong>di</strong>vinità da cui questo <strong>di</strong>pende.<br />
L’essere supremo creatore è Hunabku: ma molto più importanti <strong>di</strong> lui sono gli dei<br />
del sole e della luna, ai quali è collegata la spiegazione mitica delle eclissi.<br />
Il <strong>di</strong>o del sole e del cielo è Kinich Ahau (‘viso <strong>di</strong> sole’): nelle raffigurazioni dei<br />
co<strong>di</strong>ci egli appare assai simile a Itzamná (‘lucertola’), simboleggiato da un vecchio<br />
strabico con il corpo <strong>di</strong> lucertola bicefalo, che forse era la sua manifestazione <strong>di</strong>urna.<br />
Ixchel (‘Signora Arcobaleno’), dea della luna e delle inondazioni, oltrechè della<br />
terra e della fertilità, era raffigurata come una vecchia: la Luna era anche<br />
rappresentata, in una <strong>di</strong>versa personificazione, come una giovane donna chiamata Ix<br />
Ch’up (‘la Donna’).<br />
Secondo una leggenda maya, prima <strong>di</strong> essere trasferiti nei cieli i due astri vivevano<br />
come coniugi sulla terra, ma il Sole, a seguito <strong>di</strong> un litigio causato dall’infedeltà della<br />
moglie, la accecò, il che spiega perché il suo splendore è minore. Si riteneva che essi,<br />
incontrandosi, continuassero a litigare, causando così le eclissi.<br />
Tra le altre <strong>di</strong>vinità celesti adorate dai Maya, c’erano la Stella Polare e vari aspetti<br />
<strong>di</strong> Venere.<br />
Il corso degli astri era collegato alle leggende sul mondo infero: questo, composto<br />
<strong>di</strong> nove strati con altrettanti Signori della Notte, ‹‹era un luogo freddo e triste,<br />
destinazione familiare <strong>di</strong> gran parte dei Maya dopo il decesso, attraverso il quale<br />
passavano i corpi celesti, come il sole e la luna, una volta scomparsi sotto<br />
l’orizzonte››. 18<br />
Nelle testimonianze scritte superstiti, la <strong>di</strong>vinità che ricorre più spesso è Chac, <strong>di</strong>o<br />
del tuono e della pioggia. Egli viene raffigurato come un vecchio dai tratti<br />
ofi<strong>di</strong>ci, 19 con baffi, squame e muso <strong>di</strong> pesce-gatto, il naso allungato come quello <strong>di</strong><br />
un formichiere, gli occhi a mandorla <strong>di</strong>sposti a forma <strong>di</strong> T che simboleggiavano le<br />
16<br />
Scritto in lingua yucateca e scoperto nello Yucatán nel 1914-15, si ritiene copiato da un precedente manoscritto del<br />
16° o 17° secolo. Fa parte della collezione Garrett-Gates <strong>di</strong> manoscritti mesoamericani.<br />
17<br />
Von Hagen 1977, p.151<br />
18<br />
Coe 2006, p.168.<br />
19<br />
Thompson 2006.<br />
27