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interpretazioni mitologiche di fenomeni naturali - Centro ...

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8: 5 «Il ragazzo vorrebbe uscir fuori / così nudo - la strada è <strong>di</strong> tutti - e affogare nel<br />

sole. / In città non si può. Si potrebbe in campagna, / se non fosse sul capo, il<br />

profondo del cielo / che atterrisce e avvilisce».<br />

Anche nel romanzo Il <strong>di</strong>avolo sulle collina i protagonisti sono descritti nu<strong>di</strong>, come<br />

bestie sotto il sole, mentre la terra «trema e ronza». 6 Il terremoto è legato alla morte<br />

della <strong>di</strong>vinità come emerge in James Frazer, autore del Ramo d’oro e come ve<strong>di</strong>amo<br />

dal Nuovo Testamento per la morte <strong>di</strong> Cristo con l’oscuramento a mezzogiorno e con<br />

il crollo del tempio. Anche nel già citato Nu<strong>di</strong>smo in Feria d’Agosto (Pavese 1945:<br />

161) è presente il tema dell’uomo come bestia sotto il sole: «L’acqua e il fuoco mi<br />

vanno facendo ogni giorno più fosco: credono così <strong>di</strong> cancellarmi, <strong>di</strong> coprirmi, ma<br />

non sanno che invece mi imbestiano». 7<br />

Il motivo del «meriggio» e dell’estate lo troviamo legato a quello del sesso. La<br />

campagna in estate per Pavese sprigiona energie vitali tali che tutto sembra partecipe<br />

<strong>di</strong> una danza <strong>di</strong>onisiaca in cui il momento centrale del sesso è me<strong>di</strong>ato attraverso la<br />

presenza <strong>di</strong> animali come capre, caproni, serpi, cani espressioni delle forze<br />

demoniache presenti in natura. Anche il paesaggio nella calura estiva pare assumere<br />

connotazioni tipicamente sessuali, basti ricordare il passo in Paesi Tuoi in cui Berto,<br />

il protagonista, paragona una collina ad una mammella:«...c’era una collinaccia che<br />

sembrava una mammella tutta annebbiata dal sole e le gaggie della ferrata la<br />

nascondono, poi la fanno vedere un momento». L’immagine della mammella ricorre<br />

con ossessiva insistenza in Paesi Tuoi; in questo caso particolare la metafora si<br />

propone <strong>di</strong> rappresentare la realtà sessuale della collina annebbiata dalla forza <strong>di</strong> un<br />

sole che smorza persino le capacità razionali dell’uomo. La collina non è vista come<br />

tratto <strong>di</strong> unione tra cielo e terra bensì come una escrescenza, come una enorme<br />

mammella paragonabile a quella <strong>di</strong> un grande animale.<br />

In estate anche i frutti e più in generale tutta la campagna sono portatori <strong>di</strong><br />

significati sessuali come in un passo de Il <strong>di</strong>avolo sulle colline che descrive la<br />

campagna come un’orgia sessuale. 8 L’immagine del coito e della morte sono<br />

collegati l’uno alla immagine delle bestie in preda all’istinto sessuale, l’altro ai frutti<br />

polposi, che cadono spargendo i succhi sulla terra al pari degli animali con i loro<br />

umori sessuali nell’atto dell’accoppiamento. E’ l’unione <strong>di</strong> eros e <strong>di</strong> thanatos e il<br />

ciclo della natura, che dominano in campagna d’estate quasi mozzando il fiato; anche<br />

i fiori con i loro profumi inebrianti concorrono nel dar vita al tanfo, che al pari<br />

dell’afa, del sole e del riverbero trovati precedentemente ottenebra le capacità<br />

razionali dei protagonisti.<br />

5<br />

Pavese 1962, p. 57<br />

6<br />

«Ci pensai l’indomani, <strong>di</strong>steso nudo nella pozza sotto il sole feroce, mentre Oreste e Pieretto sguazzavano nell’afa<br />

estuosa della buca vedevo il cielo scolorito dal riverbero e sentivo la terra tremare e ronzare. Pensavo a quella idea <strong>di</strong><br />

Pieretto che la campagna arroventata sotto il sole <strong>di</strong> Agosto fa pensare alla morte. Non era sbagliato. Quel brivido <strong>di</strong><br />

starcene nu<strong>di</strong> e saperlo; <strong>di</strong> nasconderci a tutti gli sguar<strong>di</strong> e bagnarci, annerirci come tronchi era qualcosa <strong>di</strong> sinistro: più<br />

bestiale che umano scorgevo nell’altra parete dello spacco affiorare ra<strong>di</strong>ci e filamenti come tentacoli neri. la vita interna<br />

e segreta della terra».<br />

7<br />

Pavese 1997, p. 130<br />

8<br />

Pavese 1961<br />

129

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