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interpretazioni mitologiche di fenomeni naturali - Centro ...

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lacrime - e quin<strong>di</strong> l’acqua – e con bocca e denti <strong>di</strong> giaguaro, nell’atto <strong>di</strong> afferrare il<br />

fuoco, simboleggiante il fulmine. Era un <strong>di</strong>o cosiddetto quadruplo, cioè con quattro<br />

emanazioni (i Chacs) poste ai quattro angoli del mondo: ciascuna <strong>di</strong> esse presiedeva,<br />

a turno, su un quarto del periodo <strong>di</strong> duecentosessanta giorni <strong>di</strong> cui era composto<br />

l’anno sacro. Era una <strong>di</strong>vinità che mandava la pioggia rovesciando delle zucche piene<br />

d’acqua per farla cadere al suolo: si riteneva che se i quattro Chacs avessero versato<br />

tutto il contenuto delle zucche in una sola volta, avrebbero provocato un <strong>di</strong>luvio che<br />

avrebbe sommerso la terra, però, quando erano a<strong>di</strong>rati, si accontentavano <strong>di</strong> mandare<br />

la gran<strong>di</strong>ne e <strong>di</strong> provocare temporali. Benché Chac fosse una <strong>di</strong>vinità sostanzialmente<br />

benevola, che faceva piovere sia sul giusto che sull’ingiusto, bisognava propiziarsela<br />

anche con sacrifici umani.<br />

Accanto a lui troviamo Huracán (‘con una sola gamba’), <strong>di</strong>o del tuono e della<br />

tempesta, dal cui nome proviene il termine, tuttora usato, ‘uragano’. 20 Dio del<br />

fulmine era il fiammeggiante K’awiil.<br />

Il Popol Vuh cita come principale <strong>di</strong>vinità dei Quiché il <strong>di</strong>o Tohil, il cui nome,<br />

secondo Ximenes, 21 deriverebbe da toh, ‘pioggia’.<br />

Il <strong>di</strong>o del vento, noto nella letteratura scientifica come il <strong>di</strong>o H ed identificato dal<br />

glifo Ik che, nelle raffigurazioni classiche, è posto in corrispondenza della guancia o<br />

dell’ornamento auricolare, personifica il soffio vitale: nel periodo classico, egli è<br />

anche il <strong>di</strong>o del numero tre e patrono del mese Mak. In una stele dell’antica città <strong>di</strong><br />

Tikal è raffigurato mentre canta volgendo il capo verso il <strong>di</strong>o Sole, che tiene sollevato<br />

un recipiente colmo d’acqua. ‹‹La scena probabilmente rappresenta un fenomeno<br />

naturale, l’evaporazione della pioggia, portatrice d’umi<strong>di</strong>tà, sotto l’influsso del sole e<br />

del vento››. 22<br />

Il terremoto aveva la sua personificazione in Kabrakan, un demone terribile <strong>di</strong><br />

origine tolteca, <strong>di</strong> cui si parla nel Popol Vuh. Con il fratello Zipakna, erano gli autori<br />

dei terremoti: quest’ultimo innalzava le montagne, l’altro le <strong>di</strong>struggeva. Erano figli<br />

<strong>di</strong> Vucub Caquix, <strong>di</strong>o della malvagità e della <strong>di</strong>struzione.<br />

Un’altra spiegazione dei terremoti, anteriore alla venuta dei toltechi, si collegava<br />

alla credenza secondo la quale la terra era sostenuta, ai quattro punti car<strong>di</strong>nali, da<br />

quattro enormi rettili (coccodrilli): questi, con i loro movimenti, davano luogo a<br />

cataclismi e terremoti. 23<br />

Nelle leggende dei Lacandones - un gruppo etnico maya che essendo rimasto nella<br />

selva natia ha conservato intatta la sua originaria visione cosmogonica - troviamo<br />

altre interessanti spiegazioni mitiche dei <strong>fenomeni</strong> <strong>naturali</strong>. Il <strong>di</strong>o Hach Ak Yum (‘il<br />

nostro vero Signore’), somma <strong>di</strong>vinità creatrice, aveva avuto dalla sposa Ak Na’, dea<br />

della luna, tre figli. Al più piccolo, Tu’ Up, affidò l’incarico <strong>di</strong> proteggere il sole<br />

durante il suo corso <strong>di</strong>urno: per questo i Lacandones <strong>di</strong>cevano che Tu’ Up è l’unico<br />

20<br />

Bellinger 2004, p. 5.<br />

21<br />

Francisco Ximenes (1600-1680 ca.) fu vice parroco <strong>di</strong> Chichicastenango. Il manoscritto originale, risalente ad oltre la<br />

metà del XVII sec., una traduzione del Popol Vuh , reca il titolo Empiezan las historias del Origen de los In<strong>di</strong>os de esta<br />

Provincia de Guatemala, traducidas de la lengua Quiché fu pubblicato a Vienna nel 1857.<br />

22<br />

Taube 2001, p. 274.<br />

23<br />

Amirante 2005, p. 281 ss.<br />

28

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