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interpretazioni mitologiche di fenomeni naturali - Centro ...

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come Stazio, Virgilio, Pseudo-Di<strong>di</strong>mo e altri, Leopar<strong>di</strong> (p. 51; p. 101 Bronzini) cita<br />

lo Spon, ignotorum, atque obscur. Deorum ar. num. 26, facendo anche riferimento a<br />

pratiche magico-me<strong>di</strong>che: «Lo Spon <strong>di</strong>ce che non sa comprendere come Ercole<br />

vigilantissimo potesse esser detto “Somnialis”; ma ciò era perchè questi teneasi dagli<br />

antichi per ἀλεξίκακος, cioè protettore contro i morbi, e gl’infermi per guarire<br />

aspettavano dal loro Dio dei buoni sogni, i quali saranno stati appunto da infermi». 9<br />

Leopar<strong>di</strong> ritornerà poi sul motivo qui in<strong>di</strong>rettamente richiamato dell’incubatio (p.<br />

56; p. 105 Bronzini), riferendo del Commento <strong>di</strong> Servio ad Verg.<br />

Sopra questo luogo scrive Servio: “Incubare propriamente si <strong>di</strong>ce <strong>di</strong> quelli che dormono per<br />

ricevere risposte <strong>di</strong>vine. Onde ille incubat Iovi significa: quello dorme nel Campidoglio a fine <strong>di</strong><br />

ricevere risposte da Giove”. 10 Ciò vale a spiegare quei versi che Plauto mette in bocca ad uno, cui<br />

venia raccontato un sogno mandato da Esculapio: 11<br />

Nihil est mirandum, melius si nihil sit tibi,<br />

Namque incubare satius te fuerat Iovi,<br />

Qui tibi auxilum in jurejurando fuit.<br />

Dormivasi per sognare anche nel tempio <strong>di</strong> Pasifae vicino a Sparta, siccome apparisce da un luogo<br />

<strong>di</strong> Cicerone. 12 La costumanza <strong>di</strong> dormire sopra la pelle tratta da un montone sacrificato era<br />

commune anche agli Ateniesi, come vedesi in Pausania. “Coloro, <strong>di</strong>ce Strabone parlando <strong>di</strong><br />

Calcante, 13 che bramano sapere il futuro, gli sacrificano un montone nero, e si coricano sulla sua<br />

pelle”. V’avea però <strong>di</strong> quelle Divinità capricciose, che in luogo <strong>di</strong> mandar sogni a quei che<br />

dormivano nei loro tempi, loro li toglievano affatto; dal che deduce Tertulliano che i demonj<br />

prendono ugualmente piacere <strong>di</strong> dare i sogni, e <strong>di</strong> toglierli. 14<br />

Ma ripren<strong>di</strong>amo il <strong>di</strong>scorso nella sequenza dell’analisi <strong>di</strong> Leopar<strong>di</strong> (p. 51; 101<br />

Bronzini). Dopo aver richiamato Elio Aristide, che ricorda un sogno che «ebbe da<br />

Esculapio Salvatore, da Serapide, e da Iside dei felici sogni, coi quali fu aiutato a<br />

recuperare la sanità» e ancora, in seguito, (pp. 101-102 Bronzini) «tutti ad uno ad uno<br />

con singolare esattezza i sogni da lui avuti durante la sua malattia», Leopar<strong>di</strong> (pp.<br />

52-53; 101-103 Bronzini) richiama anche altri autori, come Eustazio, Luciano,<br />

Lattanzio, Acrone, l’antico scoliaste <strong>di</strong> Orazio, Teocrito o Mosco, Ovi<strong>di</strong>o e ancora<br />

Orazio; richiama poi Torquato Tasso:<br />

Però acconciamente il nostro grande Epico finse, che la porta, donde escono i sogni mandati da Dio,<br />

si apra poco prima <strong>di</strong> quella, onde esce il sole, racchiudendo questo suo pensiero in quella<br />

elegantissima stanza:<br />

“Non lunge all’auree porte,ond’esce il Sole,<br />

È cristallina porta in Oriente,<br />

9 Leopar<strong>di</strong> riporta, <strong>di</strong> seguito, due versi <strong>di</strong> Orazio, Ars Poetic. v. 7, seq. «Velut aegri somnia vanę / … species» .<br />

10 Leopar<strong>di</strong>, nella nota 187 (37 Bronzini), scrive: Incubare <strong>di</strong>cuntur proprie hi, qui dormiunt ad accipienda responsa.<br />

Unde est: Ille incubat Iovi, idest, dormit in Capitolio, ut responsa possit accipere: Servius, ad Verg. l. c.<br />

11 Nella nota 188 (38 Bronzini) Leopar<strong>di</strong> richiama Plautus, Curcul. Act. II, Scen. 2, v. 15, seqq.<br />

12 L’autore cita, nella nota 189 (39 Bronzini) , un passo da de Divinat. Lib. I.<br />

13 Leopar<strong>di</strong> cita, in nota 190 (40 Bronzini), Strabo, Geograph. Lib. VI.<br />

14 In nota 191 (41 Bronzini) Leopar<strong>di</strong> cita Tertullianus, De anima, Cap. 49.<br />

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