Il progetto della 2^ IGEA A - Romagnosi.it
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CONCLUSIONI<br />
L'assunzione<br />
di alcol e di droghe nel periodo adolescenziale modifica la funzione di alcuni tipi di neuroni<br />
nel<br />
momento in cui la loro normale attiv<strong>it</strong>à e' importante per creare o eliminare connessioni tra di loro. È<br />
ragionevole<br />
pensare che l'assunzione di queste sostanze possa produrre delle alterazioni nello sviluppo<br />
del<br />
cervello con delle conseguenze funzionali sullo sviluppo psicologico dell'adolescente. Tuttavia dob-<br />
biamo onestamente riconoscere che non esistono<br />
studi clinici o preclinici che dimostrino che queste alte-<br />
razioni vengano effettivamente prodotte dall'azione delle droghe nel periodo dell'ontogenesi cerebrale,<br />
ovvero l’insieme dei processi di formazione di un organismo. Per via dell'importanza e l'incidenza del fe-<br />
nomeno tali ricerche dovrebbero essere affrontate tram<strong>it</strong>e tecnologie, conoscenze e modelli sperimentali<br />
adeguati. Sono già disponibili tecniche non invasive, come la PET e la SPECT, che permettono di studiare<br />
la funzione di determinati sistemi neuronali anche in clinica. Ad esempio, chiarire gli effetti neurobiologici<br />
delle droghe e dell'alcol nel bambino e nell'adolescente potrebbe permettere efficaci interventi di pre-<br />
venzione, quali l'identificazione precoce dei bambini con alta probabil<strong>it</strong>à di diventare alcolisti da adole-<br />
scenti. Inoltre la conoscenza reale di questi fenomeni può offrire argomenti efficaci nella educazione sa-<br />
n<strong>it</strong>aria. Crediamo sia molto più convincente spiegare perché queste sostanze non dovrebbero essere as-<br />
sunte anziché genericamente affermare che fanno male.<br />
FATTORI DI RISCHIO E DI PROTEZIONE<br />
Per cercare di chiarire quali fossero le variabili che, nel corso di<br />
tutta l'adolescenza, potevano favorire o impedire l'uso di droghe<br />
erano necessari degli studi prospettici, che seguissero i bambini<br />
e gli adolescenti per diversi decenni. A metà degli anni '60 Mar-<br />
garet Ensminger e Sheppard Kellam <strong>della</strong> John Hopkins<br />
Univers<strong>it</strong>y individuarono un campione di circa 1200 alunni che<br />
frequentavano la prime classi elementari di Woodlawn, un<br />
sobborgo povero a Sud di Chicago e, da allora, i ragazzi e le loro famiglie sono stati intervistati, vis<strong>it</strong>ati e<br />
valutati regolarmente per 30 anni. I risultati finali di prossima pubblicazione dimostrano come dalla pri-<br />
ma elementare o anche prima i bambini mostrino dei tratti temperamentali e dei comportamenti che so-<br />
no potenti indicatori <strong>della</strong> loro inclinazione all'uso ed abuso di droghe nell'adolescenza e nell'età adulta.<br />
Recenti elaborazioni dei dati hanno consent<strong>it</strong>o non solo di individuare significativi fattori di rischio ma<br />
anche comportamenti che proteggono dall'uso di sostanze sin dalla prima adolescenza. Sono stati indivi-<br />
duati quattro fattori endogeni come l'introversione-timidezza, l'aggressiv<strong>it</strong>à- irr<strong>it</strong>abil<strong>it</strong>à, la tendenza alla<br />
ribellione e l'appartenenza al sesso maschile ed alcuni fattori esterni all'adolescente, come l'uso di so-<br />
stanze nel gruppo di appartenenza, nei propri gen<strong>it</strong>ori e l'aver avuto dei problemi con la legge. I fattori<br />
protettivi sono principalmente: avere dei buoni risultati scolastici, essere impegnati in attiv<strong>it</strong>à dopo-<br />
scuola ed avere dei solidi legami affettivi familiari. Gli studi iniziali consentirono di valutare la salute psi-<br />
chica mediante dei semplici cr<strong>it</strong>eri come l'adattamento sociale e lo stato psicologico. Per misurare l'adat-<br />
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