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Il progetto della 2^ IGEA A - Romagnosi.it

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COSA DIRE, COSA FARE<br />

Altre ricerche, come quella di Jud<strong>it</strong>h Brook<br />

<strong>della</strong> Mt. Sinai School of Medicine, hanno<br />

rivolto la loro attenzione ai fattori e alle va-<br />

riabili sia di rischio che protettive presenti<br />

sin dalla prima infanzia che potrebbero fa-<br />

vorire o impedire uso e abuso di droghe da adulti. Ancora una volta i fattori di rischio individuati sono<br />

l'aggressiv<strong>it</strong>à, la disobbedienza, gli scatti d'ira, la tendenza a ignorare i regolamenti, i tratti sociopatici,<br />

l'ev<strong>it</strong>amento delle responsabil<strong>it</strong>à, l'uso di sostanze tra i propri amici e la presenza di sostanze illec<strong>it</strong>e in<br />

famiglia (abuso in uno o entrambi i gen<strong>it</strong>ori di alcool o droghe) e problemi con la polizia. I bambini di<br />

questo studio sono stati suddivisi in tre fasi: infanzia (5-10 anni), prima adolescenza (13-18 anni) e ado-<br />

lescenza avanzata (15-20 anni). Le interazioni tra i fattori di rischio vengono confermate anche in questo<br />

caso, in particolare l'aggressiv<strong>it</strong>à nei primi anni se combinata con la sociopatia <strong>della</strong> famiglia d'origine e<br />

l'uso di droghe nel gruppo di coetanei è altamente pred<strong>it</strong>tiva di comportamenti d'abuso; mentre l'asten-<br />

sione dalle droghe nella prima adolescenza in combinazione con una stabil<strong>it</strong>à familiare e la presenza di<br />

comportamenti socialmente adeguati è la combinazione<br />

più favorevole per una successiva astensione<br />

dalle<br />

sostanze d'abuso. L'uso di alcol o droghe nei gen<strong>it</strong>ori aumenta la frequenza dell'uso delle stesse<br />

sostanze anche nei loro figli. Paradossalmente i gen<strong>it</strong>ori<br />

tossicodipendenti sono quelli più rigidi a parole<br />

nell'educazione dei loro figli. Essi spesso si rivolgono ai loro figli dicendo: "Fai quello che ti dico e non<br />

quello che vedi fare a me", eppure questo tipo di affermazioni che possono avere un qualche valore nel-<br />

la prima adolescenza, quando i figli ancora s'identificano nei loro gen<strong>it</strong>ori, sono del tutto inutili nella ado-<br />

lescenza avanzata quando la famiglia perde il suo ruolo di controllo e quando i gen<strong>it</strong>ori diventano, trami-<br />

te il loro comportamento, un fattore di rischio aggiuntivo per i ragazzi. I fattori protettivi sono: la ten-<br />

denza ad avere delle mete da raggiungere, l'impegno sociale o religioso, le solide relazioni familiari e la<br />

aspirazione a diventare qualcuno od avere dei modelli di riferimento. Ciò significa ottenere buoni risultati<br />

scolastici, avere dei buoni rapporti con i propri fratelli e sorelle,<br />

occupare la giornata in attiv<strong>it</strong>à dopo-<br />

scuola (sport, chiesa e gruppi di riferimento dove non si usino droghe). Molti di questi ragazzi non solo<br />

non usano droghe ma diventano delle persone di successo. Lo studio fa rilevare come sia stato forse un<br />

errore concentrare la nostra attenzione solo sugli adolescenti a rischio senza occuparci di quelli che non<br />

hanno mai avuto problemi di droga perché anche loro avrebbero potuto insegnarci qualcosa di altrettan-<br />

to importante. Attualmente sono sotto osservazione i figli e le figlie dei soggetti originariamente intervi-<br />

stati nel 1970. Questi bambini hanno oggi in media 2 o 3 anni. Essi mostrano già chiaramente dei tratti<br />

di personal<strong>it</strong>à e caratteristiche familiari, tra cui alcuni dei fattori di rischio sopraelencati, che predicono<br />

l'abuso di droghe.<br />

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