Gemma Del Carlo - Coordinamento Toscano delle Associazioni per ...
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<strong>Gemma</strong> <strong>Del</strong> <strong>Carlo</strong><br />
Grazie alla Dott.ssa Faenzi che è intervenuta <strong>per</strong> l’Assessore Rossi che si trova a Roma <strong>per</strong> il<br />
suo ruolo di Coordinatore Nazionale degli Assessori Regionali alla Salute. Andiamo avanti e<br />
diamo la parola al Dott. Paolo Tedeschi della Scuola Su<strong>per</strong>iore S. Anna di Pisa.<br />
Progetti di valutazione dei servizi sanitari e sociali della Regione<br />
Toscana - Paolo Tedeschi – Scuola Su<strong>per</strong>iore S. Anna Pisa<br />
Buongiorno a tutti e grazie <strong>per</strong> l’invito. Ho portato qualche lucido <strong>per</strong>ché l’argomento che mi è<br />
stato chiesto di presentare richiede qualche evidenza e qualche elemento da presentarvi oltre<br />
alle parole del sottoscritto. Il tema della valutazione è un tema su cui la Regione Toscana ha<br />
investito con <strong>delle</strong> scelte precise in questi ultimi anni e sta facendo scuola a livello nazionale.<br />
Gli argomenti di cui parleremo hanno origine in ambito sanitario e oggi si stanno allargando<br />
anche alla prospettiva sociale e da questo punto di vista credo che parlare di questi argomenti<br />
in una riunione come questa abbia il senso di far presente tutte quelle che sono le<br />
problematiche della salute mentale e la qualità del servizio che può generare dall’uso di<br />
strumenti di valutazione. Il presupposto fondamentale <strong>per</strong> capire cosa si intende <strong>per</strong><br />
valutazione è che sostanzialmente noi abbiamo a che fare con dei sistemi sanitari e sociali<br />
molto complessi in cui convivono tanti ruoli, tanti attori e tante professionalità diverse dove<br />
non sempre tutti questi soggetti parlano lo stesso linguaggio. C’è un principio molto semplice<br />
da intuire, ma non tanto semplice da realizzare: solo ciò che è oggettivamente misurabile è<br />
amministrabile; questo significa che ci possono essere opinioni diverse su come trattare un<br />
problema di salute mentale dal punto di vista clinico, assistenziale e sociale, ma alla fine<br />
bisogna che qualcuno generi dei numeri, <strong>delle</strong> evidenze, altrimenti diventa solo un confronto<br />
di opinioni diverse, che sono importanti, ma se alla fine non trovano un linguaggio comune<br />
rischiano di essere contraddittorie. La misurazione è la possibilità di usare un medesimo<br />
linguaggio e di coordinare quelle che sono le azioni degli attori sociali e sanitari; da questo<br />
punto di vista la misurazione deve avvenire a tutti i livelli, deve essere rappresentativa di<br />
quanto avviene in un servizio territoriale che in un ospedale o in un’azienda sanitaria o in una<br />
società della salute nell’indomani. Credo che misurare, rappresentare i fenomeni sia l’unica<br />
vera strada <strong>per</strong> rendere conto dell’o<strong>per</strong>ato dei sistemi sanitari <strong>per</strong> gli utenti e i cittadini, <strong>per</strong><br />
dare voce anche a loro in modo complementare in quella che è l’azione <strong>delle</strong> associazioni dei<br />
familiari, e tenere conto di quello che è il livello di soddisfazione <strong>per</strong> il funzionamento dei<br />
servizi; quindi le misurazioni non sono neutre di <strong>per</strong> sé, e non sono nemmeno neanche uno<br />
strumento contro i professionisti, semmai sono uno strumento a favore del miglioramento della<br />
professionalità e di un apprendimento progressivo parlando questo linguaggio comune. E’ già<br />
stato evocato dagli interventi precedenti, dobbiamo tenere conto che questo argomento della<br />
valutazione in linea di principio è molto semplice e nella pratica non è altrettanto <strong>per</strong>ché<br />
abbiamo a che fare con sistemi complessi in cui si intrecciano tante esigenze di governo e<br />
tanti strumenti e approcci diversi. Il problema è quello di tenere insieme i vari elementi che<br />
sono stati richiamati negli interventi precedenti, come fare in modo che la programmazione sul<br />
fronte sanitario sia coerente su quanto avviene sul piano sociale, come fare in modo che i<br />
bisogni della <strong>per</strong>sona che sono sia sociali sia sanitari non siano scissi in due e trattati da<br />
organizzazioni che funzionano con un approccio <strong>per</strong> compartimenti stagni. Da questo punto di<br />
vista credo che la Regione Toscana stia facendo <strong>delle</strong> scelte coraggiose di far dialogare in<br />
maniera più strutturato il mondo degli enti locali, dei comuni e del sociale con il mondo più<br />
propriamente della sanità. E allora in quest’ottica la valutazione può essere uno strumento<br />
aggiuntivo <strong>per</strong>ché attraverso indicatori e misure oggettive crea sostanzialmente un tessuto<br />
connettivo tra tutti gli attori del sistema, tra tutti gli strumenti di programmazione e di verifica<br />
<strong>delle</strong> attività. Da questo punto di vista occorre considerare che il sistema di valutazione deve<br />
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