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Gemma Del Carlo - Coordinamento Toscano delle Associazioni per ...

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dimissioni, quindi anche se non c’è un altissimo turn over, si entra e si esce, questo è un<br />

importante indicatore: ci dice che non ci troviamo davanti a soluzioni neo-manicomiali.<br />

Abbiamo 125 o<strong>per</strong>atori totali nei servizi degli adulti, a cui dobbiamo aggiungere 25 o<strong>per</strong>atori<br />

<strong>per</strong> i servizi <strong>per</strong> i minori: questa disproporzione è una <strong>delle</strong> criticità esistenti. Le prestazioni<br />

totali <strong>per</strong> quanto riguarda gli adulti sono 84.387. Il tasso di ricovero nella nostra ASL è di due<br />

casi a mille, è un tasso più basso rispetto a quello regionale citato prima dal Dott. Marroni.<br />

Il tasso di TSO rispetto al totale dei ricoveri è uno degli indicatori <strong>per</strong> la salute mentale già<br />

presente nel bersaglio MeS, che serve a valutare le ASL: a Grosseto abbiamo un tasso di<br />

ricoveri <strong>per</strong> TSO più basso di quello regionale con alcune eccezioni che riguardano l’anno<br />

2005. La ragione dell’anomalia di quest’anno è dovuta all’ordine di servizio unilaterale della<br />

Direzione Generale di centralizzare i TSO nell’SPDC del PO provinciale con il pretesto di<br />

risparmiare: il risultato fu che invece di risparmiare sono raddoppiati i TSO, mentre quando è<br />

stato ritirato l’ordine di servizio <strong>per</strong> intervento della Regione siamo ritornati al tasso fisiologico<br />

inferiore al 5% dei ricoveri.<br />

Per quanto riguarda invece il dato sui ricoveri ripetuti, che stamani il Sant’Anna definiva<br />

essenziale, i 4 distretti hanno tassi diversi: 0 <strong>per</strong> l’Amiata, l’area Grossetana presenta 1<br />

rericovero ogni 4, nella zona di Orbetello quasi la metà dei ricoveri è ripetuta, mentre nellla<br />

zona <strong>delle</strong> Colline Metallifere è più di un terzo. Vuol dire che qui abbiamo degli Spdc “tarati<br />

alti” rispetto alla popolazione servita e abbiamo <strong>per</strong> questo avviato faticosamente un progetto<br />

<strong>per</strong> s<strong>per</strong>imentare ricoveri negli Spdc temporanei in area medica, puntando a tenerli a<strong>per</strong>ti<br />

solo 180 giorni su 365.<br />

Quali sono le difficoltà del settore adulti? È difficile mantenere i quattro livelli di assistenza<br />

previsti dal Progetto Obbiettivo Nazionale e dal Piano Sanitario Regionale: Centro di Salute<br />

Mentale, Centro Diurno, SPDC e Strutture Residenziali in tutti e quattro i distretti della ASL 9,<br />

in particolare quelli “<strong>per</strong>iferici” sono più in sofferenza. Rispetto al tasso di ricoveri ci tengo a<br />

sottolineare quest’aspetto: come ci dice la ricerca Progress Acuti nazionale, vi è un basso<br />

tasso di ricoveri, se i servizi hanno puntato sulle strutture “leggere”, Centri di Salute Mentale e<br />

Centri Diurni; dove invece si è puntato sulle strutture “pesanti”, come gli SPDC c’è più<br />

bisogno di residenzialità. Per quanto ben strutturato l’SPDC produce più cronicità, soprattutto<br />

nei casi gravi. In particolare c’è difficoltà a tenere a<strong>per</strong>ti 24 ore su 24 gli SPDC degli Ospedali<br />

di Massa Marittima e di Orbetello, se non a scapito dell’a<strong>per</strong>tura dei servizi territoriali nella<br />

comunità. Facciamo fatica in quelle zone a tenere a<strong>per</strong>to il CSM dodici ore. Vi è<br />

un’insufficienza <strong>delle</strong> strutture riabilitative diurne, anche se abbiamo un numero elevato di<br />

posti letto equivalenti, soprattutto <strong>per</strong> quella che chiamo “riabilitazione mobile” nella comunità,<br />

orientata a mantenere il lavoro <strong>per</strong> chi ce l’ha, a non farlo <strong>per</strong>dere e a sostenere il <strong>per</strong>corso<br />

lavorativo <strong>per</strong> chi lo deve conquistare.<br />

Difficoltà, poi, ci sono ad introdurre innovazioni culturali, soprattutto nei servizi “piccoli”: su<br />

questo abbiamo sentito gli amministratori, c’è un’insufficienza nella programmazione zonale,<br />

nonostante una parte rilevante dei Piani Integrati di Salute tenga conto del problema della<br />

salute mentale.<br />

Per quanto riguarda le risorse dedicate all’infanzia abbiamo due Unità Funzionali, quella della<br />

Area Grossetana e quella <strong>delle</strong> Colline dell’Albegna, che sono attualmente dotate di un pool di<br />

o<strong>per</strong>atori, compresi i tecnici della riabilitazione, che - anche se non dimensionati in maniera<br />

ottimale - garantisce una modalità di intervento basata sul modello di lavoro del gruppo multiprofessionale<br />

come è stato sostenuto in questo convegno. Le altre due, quelle <strong>delle</strong> Colline<br />

Mettallifere e dell’Amiata Grossetana, risentono fortemente della carenza di risorse umane, in<br />

particolare la prima può avvalersi solo di un neuro-psichiatra infantile a tempo parziale e di<br />

uno psicologo, quindi l’utenza gravita spesso sul distretto di Grosseto. Entrambe queste Unità<br />

Funzionali sono monche, in quanto non hanno assegnato o<strong>per</strong>atori specifici <strong>per</strong> la<br />

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