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Gemma Del Carlo - Coordinamento Toscano delle Associazioni per ...

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arrivati a dover vivere <strong>per</strong> strada (circa una ventina) che ha consentito a ciascuno di loro di<br />

recu<strong>per</strong>are la propria storia e la propria rete sociale ritrovando un ruolo ed una casa;<br />

• la necessità di andare incontro alla domanda assumendo un atteggiamento attivo e<br />

flessibile: servizi che sono proiettati verso l’esterno, che reputano assolutamente naturale<br />

articolare il proprio intervento, programmato o di emergenza, verso il domicilio dell’utenza<br />

o verso i luoghi normali della vita, dello studio e del lavoro;<br />

• la decisione di privilegiare le <strong>per</strong>sone portatrici di problemi più severi e considerarle, anche<br />

quando bloccate e disturbate da importanti problemi, le risorse più importanti <strong>per</strong> il proprio<br />

<strong>per</strong>corso di ripresa: da questo punto di vista un evidente filo rosso lega tra loro le<br />

es<strong>per</strong>ienze più recenti a quelle dell’intero trentennio ed è rappresentato dal fatto<br />

inequivocabile nel nostro territorio utenti e familiari hanno accompagnato ed incalzato<br />

l’intero processo di trasformazione e riforma assumendo da subito un ruolo di protagonisti.<br />

Se nei primi anni questo ruolo è stato svolto soprattutto dalle <strong>Associazioni</strong> dei Familiari<br />

oggi registriamo con piacere che le <strong>Associazioni</strong> di Utenti sono spesso interlocutori<br />

affidabili non solo nella valutazione del nostro lavoro ma anche nella produzione di servizi<br />

di qualità;<br />

• lo sforzo di garantire una presa in carico evolutiva che sappia preservare il senso <strong>delle</strong><br />

cose, dare continuità all’azione di supporto e mantenere attive e potenziare la rete<br />

naturale di risposta ai bisogni. Una continuità terapeutica <strong>per</strong>ciò che non sia fondata tanto<br />

sulla gestione della malattia quanto sulla capacità di co-progettare un futuro nell’ottica<br />

della ripresa;<br />

• uno stile di lavoro basato su di una molteplicità di sa<strong>per</strong>i (specialistici e non) e di risorse<br />

(formali ed informali) teso all’attivazione di tutti i soggetti coinvolti (o<strong>per</strong>atori,<br />

amministratori, familiari ma anche utenti e cittadini).<br />

Credo che questa possa essere anche l’occasione <strong>per</strong> ricordare anche quelle aree in cui,<br />

negli ultimissimi anni, credo che non ci siamo limitati a garantire, da buoni amministratori, ciò<br />

che era previsto dalle normative vigenti, in cui cioè abbiamo “rischiato del nostro”, nel<br />

tentativo, s<strong>per</strong>o riuscito, di produrre es<strong>per</strong>ienze di innovazione:<br />

1. i <strong>per</strong>corsi dell’abitare supportato: negli ultimi anni abbiamo s<strong>per</strong>imentato e poi realizzato<br />

<strong>delle</strong> nuove possibilità abitative a conclusione o in alternativa ai <strong>per</strong>corsi riabilitativi<br />

residenziali. Una rete provinciale fatta da una decina di appartamenti supportati che<br />

<strong>per</strong>mettono a una trentina di utenti di vivere in condizioni di coabitazione con un supporto<br />

flessibile e <strong>per</strong>sonalizzato al di fuori <strong>delle</strong> strutture sanitarie;<br />

2. i <strong>per</strong>corsi di inserimento al lavoro: attraverso un progetto pilota, abbiamo lavorato sulle<br />

nuove occasioni insite nella Legge 68/99 ed al termine di questo <strong>per</strong>corso nel 2008<br />

abbiamo attivato due convenzioni, con la Provincia e col Circondario di Piombino, <strong>per</strong> la<br />

gestione del collocamento mirato dei disabili psichici previsto dalla legge 68/99. Una<br />

es<strong>per</strong>ienza che ha già <strong>per</strong>messo l’avvio di oltre 50 tirocini di osservazione e finora<br />

l’assunzione di una ventina di utenti a tempo indeterminato;<br />

3. i <strong>per</strong>corsi di Mutuo Aiuto: abbiamo attivate <strong>delle</strong> convenzioni con le <strong>Associazioni</strong> degli<br />

utenti <strong>per</strong> la realizzazione di progetti a volte molto complessi che prevedono <strong>per</strong> esempio<br />

la gestione di un Centro Diurno, di una abitazione di convivenza, di una imbarcazione a<br />

vela. Grazie ad una specifica convenzione le <strong>Associazioni</strong> da tre anni lavorano con 300<br />

studenti <strong>delle</strong> scuole medie in programmi di educazione alla salute. Da questo anno, nel<br />

SPDC di Livorno, tutti i pazienti ricoverati potranno, se lo vogliono, essere aiutati da utenti<br />

intervistatori dell’Associazione Mediterraneo, a descrivere la propria rete di sostegno in<br />

modo che il progetto del ricovero possa tener conto maggiormente del contesto reale di<br />

vita dell’utente;<br />

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