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Gemma Del Carlo - Coordinamento Toscano delle Associazioni per ...

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lavorato molto su questo in maniera sistematica e noi adesso siamo pronti <strong>per</strong> lavorare dal<br />

basso in una coniugazione Regione, enti locali <strong>per</strong> cominciare a lavorare su questo.<br />

Un’ultima riflessione e chiudo, l’integrazione vuol dire lavorare a 360° <strong>per</strong>ché c’è un aspetto<br />

sanitario e uno sociale e gli strumenti ci sono, vanno attivati, ma ci sono anche altri problemi;<br />

io ho sentito parlare del problema dell’inserimento lavorativo; non è semplice, soprattutto in<br />

montagna, oggi coloro che danno in montagna sul fronte dell’inserimento lavorativo<br />

sull’aspetto della salute mentale sono solo gli enti locali con piccoli numeri, dobbiamo trovare<br />

altre forme di inserimento lavorativo, ma in montagna è molto più difficile <strong>per</strong> i lavori che ci<br />

sono, <strong>per</strong> le difficoltà ambientali e gli aspetti burocratici che ci sono. Abbiamo inoltre degli<br />

interventi comunitari, penso al piano di sviluppo industriale dove ci sono risorse <strong>per</strong> intervenire<br />

sugli aspetti degli agri-turismi e imprese agricole, anche rispetto a servizi che potrebbero<br />

vedere coinvolte <strong>per</strong>sone che hanno <strong>delle</strong> criticità che potrebbero venire coinvolte dove non è<br />

possibile accedere ai fondi comunitari rispetto a quelle logiche che ci sono. Stiamo attenti a<br />

non calcare le cose, e a livello locale gli amministratori e coloro che governano i processi non<br />

hanno poi gli strumenti necessari. Inoltre sono anni che <strong>per</strong> quanto riguarda la questione<br />

abitativa l’esigenza di creare nel meccanismo dell’edilizia popolare chiediamo di smobilitare le<br />

risorse che ci sono in Toscana, guardate che ci sono 400 milioni di euro <strong>per</strong> l’edilizia popolare<br />

non spesi, noi è tanto che chiediamo che <strong>per</strong> quei comuni <strong>per</strong> i quali <strong>per</strong> questioni<br />

burocratiche non sono stati spesi queste risorse si dirottino sui territori montani anche sul<br />

recu<strong>per</strong>o dell’esistente, ma potremmo avere <strong>delle</strong> abitazioni che <strong>per</strong>mettono di integrare una<br />

serie di soggetti che immessi nel tessuto sociale possono veramente fare il salto di qualità. So<br />

che la Regione fa il piano casa e io mi auguro che questo si concluda. Chiudo con una<br />

battuta, succede che in montagna i tutori sono i sindaci. Quando c’è da mettere qualcuno<br />

come riferimento <strong>per</strong> una <strong>per</strong>sona con <strong>delle</strong> criticità in montagna mettono sempre i sindaci; ci<br />

vogliono invece <strong>delle</strong> professionalità, <strong>delle</strong> capacità e <strong>delle</strong> strutture <strong>per</strong> fare questo. Prima si<br />

sentiva dire che c’è bisogno di avere <strong>delle</strong> professionalità giuste al posto giusto, in montagna<br />

ci sono ma non sono sufficienti. Visto che è un territorio disagiato con una scarsa densità<br />

abitativa, e siccome la mobilità è a ampio raggio c’è la necessità di sop<strong>per</strong>ire alla mancanza di<br />

<strong>per</strong>sonale qualificato con nuove iniezioni di <strong>per</strong>sonale anche al di là dei problemi costi, o <strong>delle</strong><br />

procedure amministrative o dei blocchi della finanziaria <strong>per</strong>ché altrimenti ci troviamo sco<strong>per</strong>ti<br />

non solo <strong>per</strong> la salute mentale, ma <strong>per</strong> tutti gli aspetti di pubblica amministrazione pubblica<br />

relativamente al welfare; ringrazio e s<strong>per</strong>o di aver dato uno spaccato di quello che gli enti<br />

locali hanno intenzione di fare, mi auguro che si possa in quest’ottica lavorare insieme, anche<br />

se come diceva Regoli gli scenari che ci sono mi sembra che siano dei peggiori e quando si<br />

parla a giornate solo di social card, vuol dire che non si dà attenzione ai servizi e non ad altre<br />

cose. Grazie e buon lavoro.<br />

<strong>Gemma</strong> <strong>Del</strong> <strong>Carlo</strong><br />

Grazie e grazie veramente. E adesso abbiamo il grande piacere di avere con noi il Professor<br />

Paolo Cendon. Prego.<br />

L’amministratore di sostegno – Prof. Paolo Cendon<br />

Buongiorno. Potrei partire dall’invito dell’ultimo relatore, visto che il suo intervento è stato<br />

molto interessante. Questo è un problema pratico, a cui dobbiamo pensare. Inizierò con lo<br />

spiegarvi che cosa è l’amministratore di sostegno; la cosa più semplice è quella che voi<br />

pensiate alla vostra giornata di oggi o di questi giorni e voi potete facilmente rastrellare una<br />

serie di cose facili che siete in grado di fare da soli, come ad esempio andare al bar e<br />

comprare un caffè, andare all’edicola e comprare il quotidiano, salire su un autobus e fare una<br />

tratta, lasciare un bagaglio alla stazione; poi ci sono cose meno facili come ad esempio<br />

andare in una banca e fare un contratto bancario di una certa difficoltà, andare<br />

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