Gemma Del Carlo - Coordinamento Toscano delle Associazioni per ...
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<strong>Gemma</strong> <strong>Del</strong> <strong>Carlo</strong><br />
Passiamo ora all’intervento di Marco Campori.<br />
Marco Campori<br />
Io sono un cosiddetto sano che <strong>per</strong>ò pur essendo un cosiddetto sano nel gruppo di auto aiuto<br />
io riesco a farmi aiutare <strong>per</strong>ché se non si travalica lo stigma da tutte le parti non si conosce<br />
quello che ci sta vicino e quello che ci potrebbe succedere un domani. Ho conosciuto<br />
l’associazione L’alba <strong>per</strong>ché era dietro l’angolo di casa mia e ho fatto da piccino l’attore e il<br />
trampoliere e quindi mi sono detto “vediamo se posso partecipare in qualche maniera a<br />
questa associazione”. Avevo conosciuto il teatro dell’oppresso e dove si dà importanza alle<br />
relazioni; è rivoluzionario, come pure l’auto-aiuto dove si chiede alle <strong>per</strong>sone di essere al<br />
centro di quello che è la propria cura e forse non essendo in cura ancora non riesco a curarmi;<br />
quello che voglio dire è che i presunti sani non sanno di essere malati e allora in questo senso<br />
mi piace pensare che da un momento ampio, a<strong>per</strong>to circolare, si possa partire verso un<br />
qualcosa che vada oltre lo scambio, partecipando ad un atto consensuale, quello che<br />
potrebbe essere una matematica strada l’uno più uno fa tre che poi scopriamo essere il<br />
meccanismo generativo <strong>delle</strong> cose. Utilizzando la metodologia teatrale riesco a attuare un<br />
<strong>per</strong>corso <strong>per</strong> cui qualsiasi spazio è un teatro, qualsiasi <strong>per</strong>sona è un <strong>per</strong>sonaggio e si capisce<br />
che le cose che sono consensuali fanno parte di un gioco consensuale. Dobbiamo non<br />
prenderci troppo sul serio, ammettere i propri sbagli e non fissarsi sulle proprie debolezze.<br />
Voglio raccontare due es<strong>per</strong>ienze che sono sintomatiche di una tipologia di sviluppo così<br />
faccio anche io la resa dei conti della mia attività: siccome non si tratta di fare spettacolo, ma<br />
di sentire i bisogni <strong>delle</strong> <strong>per</strong>sone, una volta stavo facendo danza, canto ed è arrivata una<br />
ragazza che piangeva <strong>per</strong>ché diceva che era stata rifiutata in un bar. Abbiamo messo al<br />
centro del gruppo questo problema e uno dei nostri ragazzi ha proposto di andare tutti quanti<br />
a prendere il caffè in questo bar; ed è stata una bellissima comitiva che ha attraversato la<br />
città. In occasione del 5 dicembre a Pisa faremo varie attività, il programma è nel volantino ed<br />
è stato realizzato su un’o<strong>per</strong>a collettiva fatto dal gruppo di pittura; è un bellissimo momento di<br />
gioco dove gli altri parteci<strong>per</strong>anno in maniera bidimensionale e poi la gente inizierà a colorarsi<br />
addosso e costruiremo un gazebo che sarà un momento di teatro che sarà la costruzione<br />
della giustizia intesa come il giudizio che ci viene estirpato da una società che ci vuole dei<br />
cloni, che ci vuole un pò automatici, a domanda rispondi e non ci dà la possibilità di creare la<br />
nostra arte che in parte è singola, ma diventa espressione e quindi diventa comune. Il giudizio<br />
non è più universale, ma è una cosa che creiamo insieme <strong>per</strong> cui concludo invitandovi a Pisa<br />
il 2,3,4,5,6 e 7 dicembre. Grazie<br />
<strong>Gemma</strong> <strong>Del</strong> <strong>Carlo</strong><br />
Grazie a tutti. Adesso il Dott. Guidi farà le conclusioni.<br />
Conclusioni - Galileo Guidi<br />
L’evento che oggi abbiamo vissuto insieme è stato molto importante; ho il compito di fare<br />
l’ultimo intervento della giornata, è l’occasione di fare il punto di un lavoro cominciato quattro<br />
anni fa; molti di voi erano presenti allora, altri si sono aggiunti strada facendo. Penso che<br />
quello che è stato detto oggi sia molto importante; ogni tanto vale la pena fermarsi, riflettere<br />
sul lavoro fatto e cosa intendiamo proporre <strong>per</strong> il futuro. Lo facciamo poco e non ci<br />
soffermiamo con la necessaria attenzione a valutare la realtà che ci circonda. Quattro anni fa<br />
quando abbiamo organizzato la prima iniziativa insieme ai familiari le condizioni non erano<br />
quelle di ora; sono cambiate molte cose in questi anni; come dice sempre la signora <strong>Gemma</strong><br />
<strong>Del</strong> <strong>Carlo</strong> si è fatto molto ma molto ancora resta da fare. Oggi intorno a questo tavolo abbiamo<br />
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