Gemma Del Carlo - Coordinamento Toscano delle Associazioni per ...
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mentali, c’è una <strong>per</strong>centuale più alta nell’infanzia e nell’adolescenza, è quindi necessario<br />
mettere insieme i contributi di tutti, non sprecare e progettare al meglio <strong>per</strong> realizzare la<br />
qualità della cura e far riemergere il protagonismo degli utenti.<br />
Riportiamo di nuovo le priorità:<br />
• l’applicazione <strong>delle</strong> leggi vigenti: noi le condividiamo e lo vorremmo vedere applicate;<br />
• rafforzamento degli strumenti <strong>per</strong> la loro applicazione; invitiamo quindi la Regione a far<br />
si che queste leggi vengano applicate, imponendo che quello che decreta sia<br />
pienamente realizzato;<br />
• vorremmo vedere realizzati il progetto individuale e <strong>per</strong>sonalizzato, che non è altro che<br />
una rilevazione dei bisogni; tale progetto inoltre definisce a chi spettano le competenze;<br />
in questo modo è possibile che i servizi sia sanitari sia sociali facciano la loro parte. A<br />
noi non risulta che sempre ciò avvenga;<br />
• altrettanto importante è valutare l’efficacia che questi interventi hanno sui pazienti: è<br />
attraverso un’attenta valutazione che possiamo vedere quale ricaduta hanno sulle<br />
<strong>per</strong>sone; questo non solo porta a migliorare il servizio, ma anche ad ottimizzare le<br />
risorse;<br />
• il progetto individuale e <strong>per</strong>sonalizzato deve quindi vedere la <strong>per</strong>sona al centro,<br />
protagonista del suo <strong>per</strong>corso; questo intervento deve essere flessibile e riadattato alla<br />
<strong>per</strong>sona;<br />
• vorremo che il <strong>per</strong>sonale fosse sufficiente; in tutte le aziende sentiamo la mancanza di<br />
<strong>per</strong>sonale sufficiente, qualificato e stabile e rimpiazzato velocemente, dato che durante<br />
le gravidanze e i pensionamenti questo avviene raramente e inoltre si interrompono i<br />
<strong>per</strong>corsi di cura. La stabilità del <strong>per</strong>sonale <strong>per</strong>mette all’o<strong>per</strong>atore di avere un rapporto<br />
empatico con la <strong>per</strong>sona e la famiglia in modo da sviluppare e valorizzare le<br />
potenzialità della <strong>per</strong>sona, aumentando la sua autostima;<br />
• inoltre l’o<strong>per</strong>atore deve stimolare la <strong>per</strong>sona ad avere più fiducia in se stessa e<br />
educarla ad avere cura di sé, a rispettare gli altri, così da ricevere più facilmente il<br />
rispetto degli altri. Gli utenti devono anch’essi rispettare le regole se vogliono essere<br />
riconosciuti <strong>per</strong>sone a tutti i livelli. E’ importante aiutarli e educarli in questo; inoltre<br />
l’o<strong>per</strong>atore deve avere contatti con la famiglia, che deve essere accolta dal servizio,<br />
educata, informata, supportata <strong>per</strong>ché tante volte il peso è talmente grande che si<br />
finisce <strong>per</strong> fare quello che non dobbiamo fare. La famiglia deve anche venir indirizzata<br />
alle associazioni e ai gruppi di auto-aiuto, dove attraverso la condivisione si facilita<br />
l’accettazione dei problemi partecipando poi attivamente al loro <strong>per</strong>corso di cura. Infatti<br />
grazie a questo tipo di <strong>per</strong>corso la famiglia diventa una risorsa;<br />
• vorremmo anche vedere pienamente realizzato il protagonismo degli utenti;<br />
• vorremmo che fosse ampliata la s<strong>per</strong>imentazione <strong>delle</strong> figure del facilitatore sociale e<br />
che fosse riconosciuta come figura professionale;<br />
• vorremmo vedere i servizi dotati di adeguati mezzi di trasporto <strong>per</strong> favorire il servizio<br />
sul territorio; questa è una lamentela che arriva da vari o<strong>per</strong>atori;<br />
• vorremmo che fosse rafforzata la prevenzione nella scuola, intensificando il rapporto tra<br />
scuola e famiglia e istituzioni sanitarie e sociali;<br />
• inoltre devono essere studiati interventi mirati <strong>per</strong> giovani adolescenti con disagio<br />
mentale, che hanno terminato la scuola d’obbligo, <strong>per</strong>ché è proprio in questo <strong>per</strong>iodo<br />
che la malattia degenera, <strong>per</strong>ché non c’è un adeguato passaggio immediato all’età<br />
adulta; constatiamo infatti un vuoto istituzionale, mentre questa è un’età molto<br />
particolare sulla quale è necessario porgere molta attenzione;<br />
• un’altra questione molto importante su cui vogliamo porre l’attenzione è che non c’è<br />
una presa in carico adeguata <strong>per</strong> i pazienti non collaboranti che rifiutano i trattamenti, si<br />
ricorre con facilità ai TSO che creano un circolo vizioso in quanto nel <strong>per</strong>iodo del<br />
ricovero c’è una contenzione farmacologica e talvolta fisica, inoltre dopo qualche giorno<br />
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