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1.2 Valori di riferimento: limiti biologici per l’esposizione professionale<br />

Tralasciamo in questo contesto il caso in cui siano note per una data sostanza tossica le<br />

relazioni dose-effetto e dose-risposta, in quanto il caso è riferibile ad oggi solo a poche<br />

sostanze. In tal caso, i valori limite biologici (BLV) sono estrapolati da tali relazioni e i<br />

dati sono interpretabili dal punto di vista probabilistico anche a livello individuale.<br />

Peraltro, l’argomento è stato ampliamente discusso negli ultimi anni (Manini et al.,<br />

2007; Mutti, 2006).<br />

Nella maggior parte dei casi, la relazione dose-risposta è non nota o comunque, non è<br />

possibile interpretare i dati a livello individuale. Tuttavia, è nota in molti casi la<br />

relazione esposizione-dose interna e in alcuni casi la relazione esposizione-effetto. In<br />

questi casi, è possibile estrapolare da tali relazioni un livello “medio” per un dato indice<br />

biologico (per esempio, la dose interna) in un gruppo di soggetti esposti a<br />

concentrazioni ambientali corrispondenti al limite di esposizione occupazionale (OEL)<br />

(Manini et al., 2007; Mutti, 2006). In questo caso, dunque, i BLV sono ricavati dagli<br />

OEL. E’ per esempio il caso dell’American Conference of Governmental Industrial<br />

Hygienists (ACGIH), che ricava i propri “Biological Exposure Indices” (BEI®) dai<br />

corrispondenti valori limiti di soglia (TLV®) di esposizione, con poche eccezioni<br />

(ACGIH, 2004). In tal caso, l’interpretazione dei dati derivanti dal monitoraggio<br />

biologico è possibile solo a livello di gruppo (Manini et al., 2007; Mutti, 2006). In<br />

questa logica, il gruppo di lavoratori deve essere omogeneo in termini di esposizione e<br />

mansioni lavorative e le misure ripetute per lo stesso individuo possono essere trattate<br />

come valori medi di dati collettivi. E’ quindi possibile avere occasionalmente valori che<br />

superino il BEI®, mentre un intervento per ridurre l’esposizione è tendenzialmente<br />

necessario se il BEI® è superato per un periodo di tempo relativamente lungo o da un<br />

gruppo numeroso all’interno della popolazione esposta sotto esame. A causa della<br />

variabilità interindividuale, la corrispondenza tra BEI® e TLV® è fatta sulla base dei<br />

valori medi, pertanto il valore di BEI® protegge solo il 50% dei soggetti esposti<br />

(Manini et al., 2007; Mutti, 2006). Dal punto di vista statistico, sarebbe più corretto e<br />

sicuro estrapolare il limite inferiore dell’intervallo di confidenza al 95% del BEI®, ma<br />

in pratica questo non è realizzabile per l’eccessiva variabilità dei dati a disposizione<br />

(Manini et al., 2007; Mutti, 2006).<br />

Infine, ricordiamo anche i valori di tolleranza biologica per esposizione professionale<br />

tedeschi, detti BAT (Biologischer Arbeitsstoff-Toleranz WER) della Deutsche<br />

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