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8. Esposizione a Nichel<br />

8.1 Il Nichel nel condensato dell’aria espirata e biomarcatori di effetto: dati<br />

preliminari<br />

Lo studio presentato nel paragrafo 6.1 e corrispondenti sottoparagrafi è da considerare<br />

preliminare, in quanto il numero di soggetti arruolati è piccolo.<br />

Per quanto riguarda Ni ambientale (tabella 10), per un paio di soggetti il valore<br />

superava 0.1 mg/m 3 (TLV per composti del Ni solubili, vedi paragrafo 4.2.1). Tuttavia,<br />

non è stato determinato se i composti del Ni presenti nell’aria fossero solubili o<br />

insolubili. I soggetti vanno comunque considerati moderatamente esposti.<br />

Se in un gruppo di 10 controlli i valori di Ni-U erano tutti inferiori a 0.5 µg/g Creat., i<br />

lavoratori presentavano livelli decisamente più alti sia il lunedì a FT che venerdì a FT. Il<br />

lunedì, addirittura, la mediana superava il limite biologico proposto nel paragrafo 4.2.1<br />

(30 µg/g Creat.) e diversi valori erano sopra tale limite anche il venerdì a FT. Allo<br />

stesso modo, se per i controlli Ni-CAE era costantemente sotto 0.5 µg/L, i lavoratori<br />

presentavano livelli decisamente superiori al LOD ad entrambi i tempi, con una<br />

differenza significativa tra lunedì FT e venerdì FT. E’ interessante notare come, mentre<br />

per i livelli urinari ci fosse addirittura un calo, anche se non significativo, tra lunedì FT<br />

e venerdì FT, per Ni-CAE accadeva il contrario, con un probabile leggero accumulo di<br />

Ni a livello polmonare. Questo dato conferma il fatto che urina e CAE possano dare<br />

informazioni parallele ma diverse.<br />

Infine, i lavoratori mostravano ad entrambi i tempi un aumento di H2O2-CAE rispetto ai<br />

controlli, mentre MDA-CAE non subiva variazioni di rilievo. Tuttavia, i livelli di H2O2-<br />

CAE (figura 19) e di MDA-CAE non correlavano significativamente con i livelli di Ni-<br />

CAE. Non c’era correlazione significativa neppure tra Ni-CAE e Ni-U (figura 20).<br />

Anche se questi dati andrebbero confermati su un numero maggiore di soggetti, questo<br />

starebbe ad indicare che una variazione significativa delle concentrazioni dei<br />

biomarcatori di effetto (H2O2-CAE in particolare) è probabilmente da imputare ad una<br />

esposizione multifattoriale piuttosto che ad esposizione specifica a Ni, e altre sostanza<br />

andrebbero considerate, per esempio altri metalli, per avere un quadro complessivo<br />

dell’esposizione dei soggetti presi in esame. Il Ni sembra quindi meno efficace del<br />

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