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malattie infiammatorie delle vie aeree (Carpagnano et al., 2004; Carpagnano et al.,<br />

2003; Corradi et al., 2003; Kharitonov and Barnes, 2006; Mondino et al., 2004; Rysz et<br />

al., 2007; Tzortzaki et al., 2007).<br />

Tuttavia, l’utilizzo del CAE nella pratica clinica è ancora poco impiegato a causa di<br />

alcune limitazioni di tipo metodologico. In primo luogo, non è chiaro se sia o meno<br />

necessario trovare un fattore di normalizzazione che tenga conto della diluizione delle<br />

goccioline di “lining fluid” nel CAE (Dwyer, 2004; Edwards et al., 2004; Effros et al.,<br />

2003; Effros et al., 2004; Effros et al., 2002; Goldoni et al., 2005). In secondo luogo,<br />

manca ancora una standardizzazione nella raccolta e in commercio sono disponibili<br />

diversi sistemi con caratteristiche in parte diverse fra loro (Goldoni et al., 2005; Horvath<br />

et al., 2005; Soyer et al., 2006). Diversi metodi di raccolta con diversi sistemi, anche nei<br />

materiali di costruzione, sono stati confrontati (Prieto et al., 2007; Rosias et al., 2006;<br />

Soyer et al., 2006). Infine, per alcuni biomarcatori presenti in tracce nel CAE è<br />

necessario l’utilizzo di tecniche di misura piuttosto sofisticate, a causa delle basse<br />

concentrazioni (Corradi et al., 2003; Montuschi et al., 2005; Schettgen et al., 2007),<br />

mentre su altri si discute ancora sulla variabilità e ripetibilità nelle misure (Bloemen et<br />

al., 2007; Brooks et al., 2006; Goldoni et al., 2005; Olin et al., 2006).<br />

Per studiare le proprietà chimico-fisiche di alcuni biomarcatori presenti nel CAE, alcuni<br />

lavori eseguiti dal nostro laboratorio hanno mostrato la necessità della raccolta del CAE<br />

ad una temperatura di condensazione fissa e che perossido di idrogeno (H2O2) e<br />

malondialdeide (MDA), due tradizionali biomarcatori di infiammazione e stress<br />

ossidativo, sono sostanze semivolatili, con la possibilità che H2O2 si possa formare online<br />

durante la raccolta a causa di reazioni tra radicali liberi (Corradi et al., 2007;<br />

Goldoni et al., 2005).<br />

3.2 Dose a livello dell’organo bersaglio delle sostanze pneumotossiche<br />

Il tradizionale monitoraggio biologico, che prevede il dosaggio della sostanza tossica<br />

d’interesse e/o dei suoi metaboliti nel sangue e nell’urina, non può fornire informazioni<br />

specifiche sull’esposizione a quella sostanza tossica a livello del sito di contatto. Si<br />

pensi in particolare ad alcune sostanze, quali per esempio gl’idrocarburi policiclici<br />

aromatici (IPA) e ad alcuni elementi metallici, per le quali è stata vista un’associazione<br />

tra l’esposizione per via inalatoria e lo sviluppo di pneumopatologie (cancro al<br />

polmone, bronchite ostruttiva cronica, fibrosi polmonare, asma, sarcoidosi). In tali<br />

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