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CAPITOLO 5: Discussione<br />
7. Esposizione a Cromo<br />
7.1 Il Cromo nel condensato dell’aria espirata e biomarcatori di effetto<br />
Come già ampliamente illustrato, il monitoraggio biologico del Cr in sangue e urine, pur<br />
rappresentando un “gold standard” nel campo della medicina occupazionale (Franchini<br />
and Mutti, 1988; Mutti et al., 1984), fornisce informazioni limitate sull’esposizione<br />
polmonare e sugli effetti locali di tale esposizione, non necessariamente legati<br />
all’esposizione sistemica. I risultati del nostro studio dimostrano che il CAE è un fluido<br />
biologico estremamente promettente per studiare la dose interna polmonare assorbita<br />
durante esposizione a Cr(VI) e conseguentemente associarla a specifici biomarcatori di<br />
effetto. Ulteriore lavoro è comunque necessario per una definitiva validazione dell’uso<br />
del CAE nel monitoraggio biologico.<br />
Il nostro studio iniziale, descritto nel paragrafo 5.2 e sottoparagrafi, è stato impostato<br />
per poter monitorare i lavoratori a tre tempi diversi, in modo da studiare le conseguenze<br />
dell’esposizione polmonare giornaliera e a più lungo termine (fino a circa 48 ore dopo<br />
l’ultima esposizione). I livelli di Cr-U e di Cr-CAE erano chiaramente più alti nei<br />
lavoratori esposti rispetto ai controlli di almeno un ordine di grandezza (tabella 3).<br />
Tuttavia, le due variabili correlavano solo debolmente tra loro (figura 7), e questo<br />
potrebbe essere legato alla cinetica relativamente lenta di escrezione del Cr e dalla<br />
presenza di vie di esposizione diverse da quella per inalazione (per esempio, per via<br />
dermica).<br />
Per via della correlazione tra Cr-CAE e Cr-U con il Cr ambientale, entrambi possono<br />
essere considerati validi biomarcatori di esposizione, anche se ulteriori validazioni sono<br />
chiaramente necessarie.<br />
Se da un lato Cr-U correlava solo debolmente con i biomarcatori di stress ossidativo nel<br />
CAE considerati in questo studio, tali correlazioni risultavano assai più significative per<br />
Cr-CAE (figura 8A-B), indicando che quest’ultimo, più di Cr-U, è rappresentativo della<br />
dose polmonare responsabile della produzione di radicali liberi a livello locale. Tale<br />
studio mostra come i biomarcatori considerati siano sufficientemente sensibili per<br />
indicare modificazioni biologiche nelle vie aeree anche quando non si osservano<br />
variazioni nei tradizionali valori di spirometria, spesso alterati solo quando il polmone<br />
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