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Poiché il volume esalato non è altro che il prodotto tra il flusso costante di espirazione e<br />
l’intervallo di tempo di espirazione, di fatto:<br />
deposizione<br />
∫ espirazione(<br />
)<br />
= −<br />
1<br />
c<br />
c<br />
ambientali<br />
Δt<br />
t<br />
dt<br />
espirazione<br />
Ossia basterà calcolare 1- il rapporto tra l’area sottesa il grafico sperimentale misurato<br />
con il contaparticelle e il prodotto tra la concentrazione di particelle presenti<br />
nell’ambiente e il tempo di espirazione. Se il flusso di esalazione non è costante, come è<br />
probabile che capiti nella maggior parte dei casi,<br />
deposizione<br />
= 1 −<br />
∫<br />
c<br />
espirazione<br />
c<br />
( t)<br />
* f<br />
V<br />
ambientali<br />
esalazione<br />
espirato<br />
( t)<br />
dt<br />
Che richiede ovviamente calcoli un po’ più complessi. E’ perciò fondamentale avere<br />
accanto ad un contatore di particelle anche un misuratore di flusso nel tempo.<br />
11.5 Il punto di partenza: il sistema di Invernizzi et al., 2006<br />
Il sistema di Invernizzi et al. ha tutte le caratteristiche elencate nel precedente paragrafo,<br />
tranne la portabilità, che è fondamentale per studi sul campo in ambienti di lavoro. Uno<br />
schema del sistema è riportato in figura 30. Per ridurre l’umidità relativa dell’aria<br />
esalata, è stato usato un sistema che riscalda l’aria esalata a circa 40 °C. A flusso<br />
costante di esalazione (circa 10 L/minuto), il rapporto tra l’area sotto la curva<br />
sperimentale e il prodotto tra la concentrazione di particelle ambientali e il tempo di<br />
esalazione fornisce la frazione di particelle esalate, e 1-tale frazione ci consente di<br />
calcolare la frazione e quindi la percentuale di particelle depositate (figura 31). Con<br />
questo sistema, è stata calcolata una deposizione polmonare tra il 45 e il 65% per<br />
particelle di diametro 0.3-1 micron in 10 soggetti sani, ossia più del doppio di quanto<br />
atteso dai modelli teorici.<br />
11.6 Il nostro sistema<br />
Il nostro sistema (figura 32), al momento in discussione per il brevetto presso l’ISPESL<br />
(Istituto Superiore di Prevenzione e Sicurezza del Lavoro), utilizza il sistema TURBO<br />
già utilizzato per il CAE, solo che il Peltier è invertito per riscaldare anziché<br />
raffreddare. L’aria passa prima attraverso uno pneumotacografo, che misura il flusso nel<br />
tempo. Poi passa attraverso un normale sistema DECCS a temperatura ambiente,<br />
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