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circostanze, sarebbe più appropriata una valutazione della dose assorbita dalle vie<br />
respiratorie attraverso il monitoraggio di specifici biomarcatori di esposizione locale.<br />
Tale dose non corrisponde necessariamente alla dose complessiva assorbita, monitorata<br />
attraverso biomarcatori “sistemici” misurati nel sangue e nell’urina (Mutti and Corradi,<br />
2006).<br />
Parlando nello specifico degli elementi metallici, la dose assorbita per vie diverse<br />
dall’inalazione, per esempio quella cutanea o attraverso il tubo gastro-enterico, che può<br />
contribuire in maniera rilevante ai livelli misurati in sangue e urina, è in molti casi non<br />
rilevante per valutare il rischio a livello polmonare. Inoltre, il tradizionale monitoraggio<br />
biologico non fornisce informazioni dettagliate sulle caratteristiche dei composti<br />
metallici che vengono inalati. Per esempio, per alcuni metalli le specie poco solubili,<br />
responsabili di effetti locali a livello delle vie aeree (dall’infiammazione fino allo<br />
sviluppo di neoplasie), tendono a depositarsi con un’emi-vita assai lunga nel tessuto a<br />
livello dell’organo bersaglio, mentre solo i composti solubili sono escreti attraverso le<br />
vie urinarie. Inoltre, esso può fornire informazioni solo parziali sulla speciazione di<br />
alcuni elementi metallici, per esempio Cromo e Arsenico, presenti in diversi possibili<br />
stati di ossidazione a diversa tossicità (Mutti and Corradi, 2006).<br />
Ecco quindi il vantaggio di effettuare studi su fluidi biologici, come il CAE, raccolti in<br />
modo non invasivo ma contenenti molecole provenienti dalle vie aeree, che possono<br />
essere sia biomarcatori di esposizione e quindi di dose locale, che di effetto e di<br />
suscettibilità.<br />
Di seguito, riportiamo una rassegna della letteratura in cui il CAE è stato utilizzato per<br />
monitorare gli effetti di sostanze o miscele di sostanze tossiche e per affiancare il<br />
tradizionale monitoraggio biologico in studi su popolazioni esposte, con particolare<br />
riferimento ai lavoro pubblicati in letteratura prima del 2005, anno d’inizio del mio<br />
dottorato.<br />
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