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dolore paziente pediatrico - Age.Na.S.

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78 E. Barbi, P. Papacci, F. Benini<br />

azione simpaticomimetica è sostanzialmente indicato per il rialzo pressorio<br />

che provoca.<br />

5. Aumento della pressione intracranica. In corso di sedazione ipossia ed eventuale<br />

ipercapnia non controllate possono causare vasodilatazione cerebrale e<br />

ulteriore aumento della pressione intracranica; in questi pazienti un’attenta<br />

gestione della pervietà delle vie aeree e degli scambi respiratori è ancora più<br />

importante.<br />

Controverso in questo ambito l’utilizzo di ketamina: sicuramente controindicata<br />

in precedenza, è oggi ridiscussa in questo ambito in alcune situazioni<br />

come addirittura potenzialmente efficace (il ripristino di un’adeguata perfusione<br />

cerebrale sarebbe il primum movens di una ridotta vasodilatazione e quindi<br />

di una ridotta pressione endocranica).<br />

Fasi della sedo-analgesia procedurale<br />

Pre-ossigenazione<br />

La respirazione spontanea di ossigeno con alta FiO 2 (pallone, maschera e fonte<br />

con reservoir) per 3 minuti (o la ventilazione a <strong>paziente</strong> sedato) porta a un<br />

aumento dell’ossigeno polmonare (“denitrogenizzazione”) con aumento della<br />

riserva in caso di apnea.<br />

La somministrazione di ossigeno in respiro spontaneo durante la procedura<br />

diminuisce il numero e l’entità degli episodi di desaturazione, ma può rendere<br />

più tardivo il riconoscimento di apnea o ostruzione delle vie aeree. Resta di<br />

imprescindibile importanza l’addestramento dell’operatore, finalizzato a un<br />

monitoraggio in primis clinico del <strong>paziente</strong>: presenza di atti respiratori, eventuali<br />

segni di aumento del lavoro del respiro.<br />

Verifica degli standard di monitoraggio<br />

• Il più importante monitoraggio è l’osservazione del <strong>paziente</strong>: attività respiratoria,<br />

segni di aumentato lavoro del respiro, rumori patologici, colorito,<br />

frequenza cardiaca e pressione arteriosa.<br />

• Saturimetria: ricordare che il saturimetro ha una latenza nel riconoscimento<br />

dell’apnea che può arrivare ad alcune decine di secondi.<br />

• Monitoraggio della CO 2 di fine espirazione (EtCO 2 ): sistema più preciso e<br />

più tempestivo della saturimetria nel riconoscimento delle apnee; considerato<br />

opzionale, aumenta i margini di sicurezza.<br />

Il monitoraggio del <strong>paziente</strong> deve essere continuo nel periodo post-sedazione<br />

e i criteri di dimissione essere prefissati: di regola <strong>paziente</strong> ben sveglio, che ha<br />

bevuto, deambulante.

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