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1977 parte I (file pdf - Kb. 842) - Biblioteca Provinciale di Foggia La ...

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______________________________________________________________________________________________RECENSIONI<br />

per grandezza, caratteri, lingua, situazione<br />

e culto, e abbraccianti lo<br />

arco d’un millennio e più » (p. 9).<br />

Pure se non tutto è stato possibile<br />

decifrare, basterebbe fermarsi alla<br />

elencazione analitica delle figure e<br />

delle iscrizioni ricostruite sulla scorta<br />

dell’acuto impiego dell’esperienza<br />

linguistica, per comprendere che non<br />

si tratta <strong>di</strong> una « Storia ». <strong>La</strong> storia<br />

delle genti <strong>di</strong>verse che si sono succedute<br />

nel Subappennino, proveniendo<br />

dal ceppo <strong>di</strong> Dardano e dei<br />

Peoni. Si tratta <strong>di</strong> « due popolazioni<br />

procedenti o coabitanti insieme nel<br />

corso delle varie migrazioni e dei vari<br />

stanziamenti.Contigue e alleate ce<br />

le testimonia Omero nella Penisola<br />

Anatolica; contigue ce le presentano<br />

le carte geografiche e tanti autori, fra<br />

cui Solino che li considera <strong>di</strong> origine<br />

Troiana, nella penisola Balcanica;<br />

vicine le ritroviamo, ora anche in<br />

Italia: perché mentre noi siamo convinti<br />

<strong>di</strong> aver in<strong>di</strong>viduato i Dardani e<br />

la città <strong>di</strong> Dardanon, verso l’interno<br />

della Daunia, nella zona <strong>di</strong> Acca<strong>di</strong>a,<br />

il Ferri dall’amoroso stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> varie<br />

migliaia <strong>di</strong> stele sipontine è arrivato<br />

a ravvisare i Peoni in una popolazione<br />

protostorica situata lungo il mare<br />

della Daunia » (p. 51).<br />

Ricollegando pazientemente nomi <strong>di</strong><br />

località, ere<strong>di</strong>tà <strong>di</strong>alettali, tracce iconografiche<br />

ecc., il Paoletta ha realizzato<br />

una vera e propria geografia retrospettiva<br />

del Sub-Appennino e nello<br />

stesso tempo ha rifatto la immagine<br />

della realtà ancestrale che sovrasta,<br />

come per magica visione oltre il<br />

tempo, alle genti della sua terra. A<br />

questo punto l’etnologia potrebbe<br />

rappresentare il punto <strong>di</strong> sbocco<br />

dell’opera, ma il libro va ol-<br />

tre, essendo imperniato tutto il <strong>di</strong>scorso,<br />

sulle analogie simboliche.<br />

<strong>La</strong> stessa filologia antica è <strong>di</strong> natura<br />

simbolica. Il senso della parola<br />

espressa aveva un significato assai<br />

più pregnante del linguaggio tecnologico<br />

contemporaneo. A questa<br />

considerazione si deve aggiungere la<br />

tendenza a raffigurare, a rendere plastici<br />

i simboli, me<strong>di</strong>ante la materia<br />

che ha dominato i millenni per il suo<br />

valore insostituibile: la pietra. Da<br />

ciò la importanza <strong>di</strong> « statue » che<br />

non sono esattamente tali (è il caso<br />

<strong>di</strong> Acca<strong>di</strong>a), <strong>di</strong> idoli apparenti che<br />

nascondono <strong>di</strong>scorsi complessi, <strong>di</strong><br />

una sostanziale <strong>di</strong>sposizione da <strong>parte</strong><br />

<strong>di</strong> categorie specializzate, a raccogliere<br />

e a tramandare per immagini,<br />

le tra<strong>di</strong>zioni, la normativa, le credenze,<br />

fino alla formazione <strong>di</strong> una filologia<br />

ch’era in effetti filosofia, ossia<br />

il gergo degli Iniziati.<br />

Tale concezione emergente dalla<br />

storia dei simboli e sconfinante <strong>di</strong><br />

necessità nella componente emo tiva<br />

e corale della religione, non è certo<br />

la base <strong>di</strong> <strong>parte</strong>nza dello stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong><br />

Paoletta, ma ne costituisce, attraverso<br />

interessanti intuizioni, il più valido<br />

punto <strong>di</strong> arrivo. Basti pensare alle<br />

analogie spontanee delle tra<strong>di</strong>zioni<br />

antichissime con i culti cristiani.<br />

Nella varietà delle personificazioni e<br />

nella venerazione particolare <strong>di</strong> alcuni<br />

luoghi, essi continuarono, in<br />

veste <strong>di</strong>versa, tutta l’idolatria pagana,<br />

le costumanze dei santuari e dei<br />

pellegrinaggi, la credenza nei poteri<br />

taumaturgici <strong>di</strong> personalità leggendarie<br />

intoccabili <strong>di</strong>nanzi al popolo<br />

delle campagne. Lo stu<strong>di</strong>o critico<br />

delle religioni comparate, avviato<br />

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