1977 parte I (file pdf - Kb. 842) - Biblioteca Provinciale di Foggia La ...
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___________________________________________________________PIANO REGOLATORE TERRITORIALE<br />
e sociale, ma bisogna determinare i vincoli, le relazioni, i collegamenti<br />
che esistono tra le singole unità.<br />
Trattasi della <strong>di</strong>saggregazione territoriale <strong>di</strong> un sistema, a fini programmatici.<br />
Ogni sistema ha, in quanto tale, una serie <strong>di</strong> motivi unificanti.<br />
Da questo concetto-base <strong>di</strong>scende una conseguenza rilevante per la<br />
costruzione dei modelli decisionali ed operativi. Promuovendo la realizzazione<br />
<strong>di</strong> due impianti industriali ra<strong>di</strong>calmente innovati<br />
dell’apparato industriale esistente non significa « sovrapporre » al mosaico<br />
<strong>di</strong> aree o zone preesistenti un’altra, corrispondente al raggio <strong>di</strong><br />
influenza <strong>di</strong> questi impianti, ma significa accertare le mo<strong>di</strong>ficazioni<br />
del principio unificante del « sistema » in esame.<br />
E siccome la pianificazione si regge sul principio <strong>di</strong> non limitarsi a<br />
registrare le conseguenze delle decisioni dei singoli, in quanto non<br />
sempre e non necessariamente si attua l’automatico armonizzarsi <strong>di</strong><br />
questi con la situazione preesistente, è necessario prefigurare — almeno<br />
nei suoi tratti fondamentali — i cambiamenti nelle ragioni e nelle modalità<br />
<strong>di</strong> coesione, che fanno attribuire al territorio in esame la qualifica<br />
<strong>di</strong> sistema o sub-sistema, avente cioè una sua autonomia ed una sua<br />
in<strong>di</strong>vidualità (loschi).<br />
3. — Un Piano regolatore territoriale non può — per sua natura<br />
fermarsi all’accertamento <strong>di</strong> una o più ipotesi del grado e delle forme<br />
del predetto cambiamento ma deve motivare le ragioni per cui è accettabile<br />
una simile previsione oppure formulare una serie <strong>di</strong> interventi,<br />
attraverso i quali orientare gli effetti dei nuovi impianti industriali verso<br />
gli obiettivi fissati, in un <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> assetto territoriale costruito sulla<br />
base <strong>di</strong> una serie <strong>di</strong> valutazioni e <strong>di</strong> giu<strong>di</strong>zi ricavati da molteplici e<br />
<strong>di</strong>fferenti fonti <strong>di</strong> conoscenza.<br />
Indubbiamente sotto questo profilo, l’articolazione del territorio in<br />
unità contigue omogenee può servire a semplificare i numerosi e complessi<br />
fenomeni. Ma l’approccio della pianificazione dello sviluppo,<br />
con imme<strong>di</strong>ate specificazioni <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne operativo anche sul piano territoriale,<br />
rende impegnativo e oneroso l’impiego degli strumenti della<br />
analisi regionale, non fosse altro perché essi cessano <strong>di</strong> essere autosufficienti,<br />
e postulano l’integrazione con giu<strong>di</strong>zi <strong>di</strong> valore.<br />
In particolare, la <strong>di</strong>visione <strong>di</strong> un dato territorio in tipi, qualitativamente<br />
<strong>di</strong>fferenti, <strong>di</strong> aree o zone sta a significare l’esistenza <strong>di</strong> una certa<br />
gerarchia <strong>di</strong> problemi economici, alcuni con portata maggiore ed altri<br />
minore, si che la stessa avvertenza della loro gradualità può essere<br />
<strong>di</strong> ausilio al raggiungimento <strong>di</strong> più elevati livelli <strong>di</strong> benessere.<br />
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