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Arrègulas - Acadèmia de su Sardu

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una sola norma, dal momento che cominciarono a covarla, avessero già stabilito<br />

in partenza di non dover cercare e scegliere nes<strong>su</strong>na norma fra altre due o tre, in<br />

quanto la norma <strong>de</strong>cisa era il Log., e non il ri<strong>su</strong>ltato di una scelta <strong>de</strong>mocratica tra il<br />

Camp. e il Log.;<br />

poiché non ci sono motivi validi (né scientifici, né didattici e ancora meno politici)<br />

che possano spiegare l’origine di quella scelta, gli stessi dicono allora che la norma<br />

scelta è “la lingua più ampiamente rappresentativa di tutti i Sardi” (pag. 4 <strong>de</strong>lla<br />

LSU), o altrimenti una “varietà linguistica di mediazione” (pag. 5 <strong>de</strong>lla LSC);<br />

d) i sardi non saranno più, dal punto di vista linguistico, uguali. Ci saranno<br />

i pochi fortunati nati nel Capo di Sopra che troveranno la limba negli uffici e nelle<br />

scuole e ci saranno i molti sfortunati nati nel Capo di Sotto che non troveranno la<br />

lìngua da nes<strong>su</strong>na parte. I concorsi favoriranno i pochi con tutte le conseguenze<br />

che si possono già intuire, in quanto, e siamo alle porte <strong>de</strong>lla faida linguistica, una<br />

minoranza pren<strong>de</strong>rà il controllo culturale e, dunque, politico ed economico<br />

<strong>de</strong>lla Sar<strong>de</strong>gna.<br />

1.2. Le due norme<br />

1.2.1. Perchè le due norme<br />

La nostra proposta di una lingua sarda con due norme trova sostegno nelle<br />

seguenti motivazioni:<br />

a) tiene conto <strong>de</strong>l percorso storico, culturale ed economico, compiuto e in via di<br />

compimento, <strong>de</strong>lla Sar<strong>de</strong>gna (‡ 1.1.4.a); infatti, come dimostreremo ancora (‡ 2.5.),<br />

la nostra proposta si basa <strong>su</strong> ciò che esiste e non <strong>su</strong> ciò che non esiste (o esiste solo in<br />

quanto costruito in laboratorio):<br />

b) tiene conto <strong>de</strong>l diritto di ogni uomo alla lingua materna (‡ 1.1.4.b);<br />

c) tiene conto <strong>de</strong>l fatto che una <strong>de</strong>cisione storica di immensa portata – quale<br />

è quella <strong>de</strong>l popolo sardo, che per la prima volta nella <strong>su</strong>a storia millenaria <strong>de</strong>ci<strong>de</strong><br />

consapevolmente di darsi una lingua – <strong>de</strong>ve scaturire da un dibattito e dal parere,<br />

sia di coloro che parlano sardo quotidianamente, sia <strong>de</strong>i mondi <strong>de</strong>ll’istruzione e<br />

<strong>de</strong>lla cultura, come scuole e università, sia <strong>de</strong>i luoghi <strong>de</strong>putati a esprimere e rappresentare<br />

l’opinione <strong>de</strong>l popolo sardo come i Comuni, le Provincie e il Consiglio<br />

regionale (‡ 1.1.4.c);<br />

d) è falsa la teoria che se in un Paese venissero riconosciute ufficialmente più di<br />

una variante <strong>de</strong>lla stessa lingua o più lingue, il popolo che vi abita si divi<strong>de</strong>rebbe,<br />

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