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Arrègulas - Acadèmia de su Sardu

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4) la facoltà di Sardistica <strong>de</strong>ll’Università <strong>de</strong>ve usare con gli stu<strong>de</strong>nti la norma<br />

<strong>de</strong>lla varietà in uso nella <strong>su</strong>a Provincia. Gli stu<strong>de</strong>nti <strong>de</strong>vono sostenere gli esami nella<br />

varietà in uso nell’università. Ma ogni stu<strong>de</strong>nte <strong>de</strong>ve sostenere un esame nella<br />

norma <strong>de</strong>lla variante diversa <strong>de</strong>lla <strong>su</strong>a.<br />

Per ciò che riguarda il lavoro di segreteria e la segnaletica interna le Scuole<br />

e le Università seguono lo stesso indirizzo <strong>de</strong>i Comuni.<br />

1.2.3. Le due norme: per unire i Sardi<br />

In questo modo ogni sardo vedrà riconosciuta la <strong>su</strong>a varietà, avrà le stesse<br />

possibilità <strong>de</strong>gli altri nello studio e nel lavoro, capirà l’altra varietà e, se vuole, la<br />

parlerà. Solo così, per scelta <strong>de</strong>lla gente, si potrà arrivare un domani ad avvicinare<br />

le due varietà e, perché no, a unificarle.<br />

Al contrario, scelte come la LSU e la LSC portano divisioni e sciagure.<br />

1.3. Sardo letterario e dialetto <strong>de</strong>l paese<br />

L’abitudine di adoperare un sardo letterario che si allontana dal dialetto <strong>de</strong>l paese<br />

è un costume noto da secoli e secoli in Sar<strong>de</strong>gna, sia per il Camp. che per il Log. I<br />

poeti, gli scrittori, i cantadoris <strong>de</strong>l Campidano e <strong>de</strong>l Capo di Sopra, avviandosi a usare<br />

forme comuni che tutti possano capire, hanno abbandonato il particolare <strong>de</strong>l paese<br />

di nascita per aprire i loro scritti a tutti i Sardi. Un bel pensiero e una cosa giusta: un<br />

minimo sforzo che avvantaggia tutti e non toglie nulla a nes<strong>su</strong>no. Al proprio paese<br />

ognuno continua a pronunciare e a parlare il sardo che ha sempre conosciuto e che<br />

gli piace di più.<br />

Ciò è accaduto, come abbiamo <strong>de</strong>tto, sia nel Capo di Sopra che nel Capo di<br />

Sotto <strong>de</strong>ll’Isola senza alcun obbligo ma con un processo naturale che la stessa gente<br />

ha voluto.<br />

Infatti oggigiorno abbiamo in casa nostra una gran<strong>de</strong> quantità di opere, poesie,<br />

romanzi, raccolte, traduzioni, vocabolari, grammatiche etc. che sono scritte o in<br />

Camp. letterario o in Log. letterario. Tutti noi comprendiamo quelle scritte nella nostra<br />

varietà e ci possiamo accostare all’ ”altro” sardo sicuri <strong>de</strong>l “nostro” e a mente aperta,<br />

rispettosa e pronta ad accogliere. Gli scrittori hanno sviluppato in questo modo la<br />

letteratura sarda e ci hanno indicato il cammino, i Sardi l’hanno accettato, quelli che<br />

conoscono la società sarda e vogliono fare politica <strong>de</strong>vono tenerne conto.<br />

Una soluzione <strong>de</strong>lla questione <strong>de</strong>lle differenze <strong>de</strong>lla lingua sarda che il popolo ha<br />

trovato e che è andata bene per secoli. Significa che non si è potuto fare di più, cioè<br />

che dal Camp. e dal Log. non è stato possibile distillare un sardo unico, buono per tutti<br />

ma gli stessi Sardi hanno voluto lasciare questo confine che resta nella letteratura ma<br />

perfino nella testa <strong>de</strong>lla gente. Perché non è solo una questione di lingua ma anche di<br />

uomini e di differenze culturali e antropologiche che la gente sente profondamente.<br />

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