Bufanda
Considerate Bufanda come una sciarpa metaforica. Quindici illustrazioni per quindici racconti o, specularmente, quindici racconti per quindici illustrazioni: un intreccio variegato di trama e ordito, inorganico, forse sbilenco e inelegante, ma di certo non casuale. Una sorta di sciarpa della nonna sferruzzata. Una sciarpa da portarsi sempre appresso, valido rimedio contro il fastidioso vento gelido che sferzerà il vostro umore. E, proprio come una sciarpa, assorbirà odori, profumi, pensieri. Ogni volta che la prenderete in mano sarà, sì, tanto familiare, ma sempre diversa, sfumata, ricca di sensazioni e particolari che magari non avevate notato prima.
Considerate Bufanda come una sciarpa metaforica. Quindici illustrazioni per quindici racconti o, specularmente, quindici racconti per quindici illustrazioni: un intreccio variegato di trama e ordito, inorganico, forse sbilenco e inelegante, ma di certo non casuale. Una sorta di sciarpa della nonna sferruzzata. Una sciarpa da portarsi sempre appresso, valido rimedio contro il fastidioso vento gelido che sferzerà il vostro umore. E, proprio come una sciarpa, assorbirà odori, profumi, pensieri. Ogni volta che la prenderete in mano sarà, sì, tanto familiare, ma sempre diversa, sfumata, ricca di sensazioni e particolari che magari non avevate notato prima.
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Numero 7
racconto di Ludovica Mazzuccato
illustrazione di Andrea Pecchia
Mi guardo riflesso nella specchiera all’entrata della stanza. La
mia chioma di treccine bordeaux è ancora fluente e il mio incarnato
color ottone risulta piuttosto brillante per la mia età. I miei due
tatuaggi, il 7 sulla nuca e le iniziali HB sulla fronte, non mi sembrano
poi così sbiaditi.
Allora perché mi vogliono mandare in pensione?
Se solo potessi raccontare tutto quello che ho visto in questi
dieci anni di servizio. Sicuramente avrei l’esperienza necessaria per
essere un direttore d’albergo, forse anche più preparato del signor
Rodolfo, il quale è fermamente convinto che i miei 99 colleghi ed
io siamo obsoleti, passati di moda.
Se fosse un uomo saggio capirebbe che noi facciamo parte di
questo albergo e siamo indispensabili quanto lui.
Cosa penserebbe la piccola Carlotta,che viene ogni estate a passare
qui le ferie con la sua famiglia, se non mi trovasse? L’ho vista
crescere, quella frugoletta, e spesso mi mettevano nelle sue tenere
manine per distrarla e convincerla a mangiare la pappa; ora che è
più grandicella mi mette a testa in giù e durante il tragitto in ascensore
inventa un sacco di storie divertenti.
Cosa direbbero i coniugi Rossi, che trascorsero qui la loro prima
notte di nozze, e ogni anno ritornano e chiedono sempre la 7
per festeggiare il loro anniversario di matrimonio? Ogni volta che
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