Bufanda
Considerate Bufanda come una sciarpa metaforica. Quindici illustrazioni per quindici racconti o, specularmente, quindici racconti per quindici illustrazioni: un intreccio variegato di trama e ordito, inorganico, forse sbilenco e inelegante, ma di certo non casuale. Una sorta di sciarpa della nonna sferruzzata. Una sciarpa da portarsi sempre appresso, valido rimedio contro il fastidioso vento gelido che sferzerà il vostro umore. E, proprio come una sciarpa, assorbirà odori, profumi, pensieri. Ogni volta che la prenderete in mano sarà, sì, tanto familiare, ma sempre diversa, sfumata, ricca di sensazioni e particolari che magari non avevate notato prima.
Considerate Bufanda come una sciarpa metaforica. Quindici illustrazioni per quindici racconti o, specularmente, quindici racconti per quindici illustrazioni: un intreccio variegato di trama e ordito, inorganico, forse sbilenco e inelegante, ma di certo non casuale. Una sorta di sciarpa della nonna sferruzzata. Una sciarpa da portarsi sempre appresso, valido rimedio contro il fastidioso vento gelido che sferzerà il vostro umore. E, proprio come una sciarpa, assorbirà odori, profumi, pensieri. Ogni volta che la prenderete in mano sarà, sì, tanto familiare, ma sempre diversa, sfumata, ricca di sensazioni e particolari che magari non avevate notato prima.
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Incroci
racconto di Luca Pozzoli
illustrazione di Anna Cigoli
Stazione, ora di punta, la gente si affretta tra orologi e telefonini,
consuma pasti istantanei, persone che aspettano, arrivano e ripartono,
qualcuno certo avrà perso la coincidenza, qualcun altro
già in ritardo sgomiterà per un posto in taxi, uomini d’affari si mescolano
con sbandati e perdigiorno quasi a creare un essere unico,
definitivo, un mostro con mille teste e un milione di anni.
In mezzo alla folla c’è anche una ragazza, gli occhi puntati sullo
schermo degli arrivi, stringe un oggetto tra le mani. Sta aspettando
qualcuno, forse il fidanzato, forse un’amica. Se ne sta lì da due ore
e forse ha già perso la speranza se è vero che un signore ha notato
che una lacrima, trattenuta fino all’inverosimile, alla fine si è liberata
e ha cominciato a scendere dalle palpebre lungo le gote fino a
inumidirle la bocca. Un ragazzo la urta, le chiede scusa, intanto le
sfila il portafoglio dallo zaino; lei non si accorge di niente, immersa
com’è nei rimpianti.
Nella sala d’aspetto i barboni sonnecchiano e chiedono spiccioli,
sospesi in un limbo che fa sembrare loro tutto identico... evitabile.Intanto
dio se ne sta appollaiato sopra l’orologio del binario uno,
da sotto sembra in tutto e per tutto un piccione, caga proprio sulla
giacca del capotreno del Milano-Napoli, quello lo guarda e bestemmia,
il piccione non si offende e va avanti a scrutare.
Bene e Male si guardano in cagnesco; stanno in questo posto da
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