ROSETTA_MAGAZINE_201303

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essere. In termini moderni, su Facebook
una fantastica vignetta mostra una madre
che dice al figlio: “Si chiama leggere. È così
che la gente installa nuovo software nel
proprio cervello”.
Do you believe literature could contribute
to world peace?
Lei crede che la letteratura possa
contribuire alla pace mondiale ?
Yes, definitely. In two ways:
The first is that in order to enjoy literature,
a certain level of education is necessary
which not all our fellow men and women
have achieved – although such a statement
may appear aloof – it is a precondition we
cannot disregard. People who read books
and newspapers – despite any misgivings
we may feel towards the media – are by
definition better equipped for a peaceful life.
Secondly, literature can – and should
– disseminate knowledge from one to
another, and this accumulated knowledge
is the most powerful tool we writers and
poets can utilize to affirm that peace is
possible. Not easy, not gratuitous, not
immediate, but possible.
PEN International pursues its aims
through four main Committees, one of
which is the Writers for Peace Committee,
where I represent the Trieste PEN Centre.
Sì, certamente. In due modi.
Il primo – e potrebbe sembrare naïf
affermare una cosa del genere, ma si tratta
di una precondizione indispensabile – è
che per apprezzare la letteratura bisogna
aver raggiunto un certo livello di istruzione
di cui non dispongono tutti i nostri simili,
uomini e donne. Chi legge libri e giornali
– indipendentemente dal grado di sfiducia
che possiamo avere nei confronti dei media
– è per definizione meglio attrezzato per
una vita pacifica.
In secondo luogo, la letteratura può – e
dovrebbe – diffondere la conoscenza
dell’altro da sé, e tale conoscenza è il
mezzo più potente di cui noi scrittori e
poeti disponiamo per affermare che la pace
è possibile. Non facile, non gratuita, non a
portata di mano, ma possibile.
Il PEN International persegue i suoi scopi
tramite 4 Comitati principali, uno dei quali
è il Comitato degli scrittori per la pace, in
cui rappresento il PEN Trieste.
Which literary works are considered
bedside works or classics in your country?
Why do you think this is?
Quali opere letterarie sono considerate
libri da capezzale o classici nel Suo paese?
E perché pensa che sia così?
The notion of “bedside work” is a bit out of
fashion, like the idea of people currently
reading the “classics”, you know.
In fact, people still read classics, there are
for instance thousands of fans of Dante
Alighieri who know large parts of the Divina
Commedia by heart, but they represent the
exception, not the rule.
I myself have read the majority of the socalled
classics, I’m very fond of Dante, but the
Divina Commedia is not on my bedside table.
The idea of a livre de chevet is harder to
die? Change? In my experience, one may
have many bedside books in his/her life,
according to the changes in age, place,
condition, and lifestyle ... the lot.
So, I think I cannot give a general answer
to this question, only a personal one.
Understandably I’m a strong reader (surely
more than 50 books a year) so I have always
something new to read, and I have no strong
genre preferences.
However, when I feel tired or a little poorly
when I would like to take some time out from
the real world, I seek refuge in John Le Carré
or in some good historical novel or biography.
Or – perhaps – in an Astérix or Peanuts
album, if possible, in the original language.
Sa, il concetto di “libro da capezzale” è un po’
fuori moda, come l’idea che la gente legga
correntemente i classici.
In effetti, la gente legge ancora i classici,
per esempio ci sono migliaia di appassionati
di Dante Alighieri che sanno gran parte
della Divina Commedia a memoria, ma essi
rappresentano l’eccezione, non la regola.
Io stesso ho letto la maggior parte dei
cosiddetti classici, mi piace molto Dante,
ma la Divina Commedia non ha un suo
posto sul mio comodino.
L’idea di un livre de chevet è più dura
a morire. Per quanto concerne la mia
esperienza, uno/a può avere più libri da
capezzale nella propria vita, a seconda
dell’età che cambia, dei luoghi, delle
condizioni e dello stile di vita… un po’ di
tutte queste cose.
Insomma, penso di non poter dare a questa
domanda una risposta generale, ma una
personale sì.
Si può capire che io sono un lettore forte
(di certo più di 50 libri all’anno) e quindi ho
sempre qualcosa di nuovo da leggere, e per
di più non ho definite preferenze di genere
letterario.
Però, quando mi sento stanco, quando ho
l’influenza, quando voglio prendere le mie
distanze da questo mondo, cerco rifugio
in John Le Carré o in un buon romanzo
storico o in una biografia. Oppure – e
perché no? – in un album di Astérix o dei
Peanuts. Se possibile, in lingua originale.
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