Elevatori Magazine 1 - 2023

Architecture
Architettura
Vertical mobility and public
space equity
Mobilità verticale ed equità
dello spazio pubblico
Giovanni Perrucci
Cities, in recent decades, due to an
ever-increasing private motorisation,
have seen an unacceptable reduction
in the accessibility of spaces and the safety of
their inhabitants; moreover, traffic, generating
residual heat and air, noise and visual pollution,
contributes to aggravating the heat island
phenomenon and decreasing the comfort of
citizens.
The weakest users of urban space use so-called
‘soft mobility’ (or slow mobility) and represent
a kind of unheeded insurgent citizenship:
pedestrians and cyclists in general, but in
particular the elderly, children, people with
permanent disabilities or temporary motor
impediments, pregnant women, people moving
with pushchairs, suitcases or various loads
(the so-called ‘persons with reduced mobility’).
The street, fundamental to the definition of
an accessible and safe city, is by far the most
neglected public space by architects and town
planners who design it the same, using standard
technical solutions, all over the world.
It is precisely from criticism of this neutral
approach that the principles of ‘equitable’
design are born, i.e. design that applies the
principles of Universal Design with all types
of users in mind: it is the physical configuration
of spaces, in fact, that makes certain physical
characteristics become a disability
(WHO, International classification of
functioning, disabilities and health,
2001).
Le città, negli ultimi decenni, a causa di una
sempre crescente motorizzazione privata,
hanno visto ridursi in modo inammissibile
l’accessibilità degli spazi e la sicurezza degli
abitanti; inoltre, il traffico, generando calore
residuo e inquinamento atmosferico, acustico e
visivo, contribuisce ad aggravare il fenomeno
dell’isola di calore e a diminuire il comfort dei
cittadini.
Gli utenti più deboli dello spazio urbano
utilizzano la cosiddetta ‘mobilità dolce’ (o lenta)
e rappresentano una sorta di insurgent citizenship
inascoltata: pedoni e ciclisti in generale, ma
in particolare anziani, bambini, persone con
disabilità permanenti o impedimenti motori
temporanei, donne in gravidanza, persone che si
muovono con passeggini, valigie o carichi vari
(le cosiddette ‘persone a mobilità ridotta’).
La strada, fondamentale per la definizione di una
città accessibile e sicura, è in assoluto lo spazio
pubblico più trascurato da architetti e urbanisti che
lo progettano uguale a se stesso, attraverso delle
soluzioni tecniche standard, in tutto il mondo.
Proprio dalla critica a questo approccio
neutro nascono i principi della progettazione
‘equa’, cioè quella che applica i principi
dell’Universal Design pensando a tutte
le tipologie di utenti: è la configurazione
fisica degli spazi, infatti, a fare in modo che
determinate caratteristiche fisiche diventino una
disabilità (OMS, International classification
of functioning, disabilities and health,
2001).
40 ELEVATORIMAGAZINE.COM 2023 JANUARY | FEBRUARY • GENNAIO | FEBBRAIO 2023