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17 Sulla barca del Concilio. Un un vescovo - Parrocchia di santa ...

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Per <strong>di</strong>venire santi non occorre abbandonare il mondo, mentre è richiesto<br />

ed è necessario abbandonare ciò che è <strong>del</strong> mondo. Essere nel mondo senza<br />

essere <strong>del</strong> mondo: questa è la regola evangelica.<br />

I cristiani «vivono nel secolo — ricorda il concilio — cioè implicati in<br />

tutti e singoli i doveri e affari <strong>del</strong> mondo e nelle or<strong>di</strong>narie con<strong>di</strong>zioni <strong>del</strong>la<br />

vita familiare e sociale, <strong>di</strong> cui la loro esistenza è intessuta...». Queste attività<br />

tuttavia, l<strong>un</strong>gi dal <strong>di</strong>ventare <strong>un</strong>’occasione per attenuare la com<strong>un</strong>ione col<br />

Signore, debbono essere il mezzo attraverso il quale rendergli testimonianza.<br />

«Se vissute nello Spirito, esse <strong>di</strong>ventano — sottolinea ancora il concilio —<br />

spirituali sacrifi ci gra<strong>di</strong>ti a Dio».<br />

La dottrina è chiara e potremmo specifi carla ancora <strong>di</strong> più; tuttavia non è<br />

facile vivere in modo tale che tutta la vita sia <strong>un</strong> inno <strong>di</strong> lode a Dio. Ci sono<br />

<strong>di</strong>ffi coltà <strong>di</strong> varia natura. Alc<strong>un</strong>e nascono dall’interno <strong>del</strong>l’uomo, altre dalla<br />

realtà esterna nella quale egli è immerso. Certo è che non sempre i cristiani<br />

mostrano nel modo <strong>di</strong> agire quella coerenza con la propria fede che da essi ci<br />

si attenderebbe.<br />

La con<strong>di</strong>zione prima richiesta per poter operare nel mondo senza esser<br />

<strong>del</strong> mondo è la ricerca <strong>del</strong>la propria libertà interiore. Libertà da tutto ciò che<br />

con<strong>di</strong>ziona interiormente, sia esso il proprio orgoglio, il desiderio <strong>di</strong> successo<br />

e <strong>di</strong> potere a ogni costo, la sete <strong>di</strong> benessere o <strong>di</strong> danaro: quella che, con<br />

parola equivoca, si <strong>di</strong>ce l’affermazione <strong>di</strong> sé.<br />

A con<strong>di</strong>zionare la libertà, se non proprio a comprometterla, sono il più<br />

<strong>del</strong>le volte queste passioni che portiamo dentro <strong>di</strong> noi. Esse non ci consentono<br />

<strong>di</strong> veder chiaro, per cui arriviamo fi no a non renderci ben conto che quanto<br />

ricerchiamo, quello per cui c’impegnamo, non sempre è così nobile e generoso<br />

come vorremmo far credere. Anche gli ideali più belli, i valori più gran<strong>di</strong><br />

possono in tal caso cessar <strong>di</strong> essere tali. Altro è <strong>un</strong>a giusta aspirazione, che<br />

può essere stimolo all’azione, altro è lasciarsi condurre da passioni.<br />

Altra con<strong>di</strong>zione è quella <strong>di</strong> mantenere <strong>un</strong>’assoluta limpi<strong>di</strong>tà nell’uso dei<br />

mezzi e dei fi ni. Quello che Gesù chiama l’occhio limpido, puro, il quale vede<br />

chiaro il perché dei fi ni cui si tende e degli strumenti che si usano.<br />

<strong>Un</strong>a tale limpidezza, dono <strong>del</strong>lo Spirito <strong>di</strong> Dio e frutto <strong>del</strong>la preghiera,<br />

permette al cristiano <strong>di</strong> fare molte cose non <strong>di</strong>verse dagli altri, ma con animo<br />

<strong>di</strong>verso. Senza <strong>di</strong>re poi che tale limpidezza aiuta anche a portare fi no in fondo<br />

ogni impegno ass<strong>un</strong>to senza <strong>di</strong>spersioni inutili e tenendo ben presente come<br />

tutto l’umano operare ha <strong>un</strong> suo signifi cato ultimo nel riferimento a Dio.<br />

<strong>Un</strong> altro aspetto è che essa aiuta a non confondere i mezzi con i fi ni, a non<br />

dare alle cose <strong>un</strong> valore oltre quello che hanno, in breve a non crearci miti. La<br />

tentazione oggi è grande.<br />

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