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Epistola di Paolo ai Filippesi Introduzione - CRISTIANI EVANGELICI

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Detto questo, dal v.3 si possono notare principalmente due cose.<br />

1.1 - Il ringraziamento comporta necessariamente l’amore - (v.3a).<br />

L’inizio del corpo dell’epistola è davvero consolante e e<strong>di</strong>ficante “Io ringrazio il mio Dio”,<br />

poiché <strong>Paolo</strong> non si limita soltanto ad esternare il suo ringraziamento, ma sottolinea il suo<br />

amore per Dio con il pronome personale “mio”. Questa singola parola, secondo la grammatica<br />

italiana, denota possesso e proprietà, da ciò l’apostolo fa notare che l’Id<strong>di</strong>o che egli adora<br />

non è inaccessibile o irraggiungibile, ma talmente vicino da essere ad<strong>di</strong>rittura personale<br />

“il mio Dio”. Quale meravigliosa espressione!<br />

Nella Torah (legge) e nei profeti, queste <strong>di</strong>chiarazioni erano essenzialmente rivolte verso il<br />

popolo d’Israele (Gl 3:17; 2:23; De 13:4; Es 20:2), ma il credente conosce e sperimenta ogni<br />

giorno che il suo Salvatore è personale, identificato nel Signore Gesù e, quin<strong>di</strong>, nella Persona<br />

stessa <strong>di</strong> Dio.<br />

Questa meravigliosa rivelazione che viene evidenziata dalla Scrittura, non può lasciarci assolutamente<br />

in<strong>di</strong>fferenti, ma un sentimento <strong>di</strong> carità e d’amore deve scaturire dal nostro<br />

cuore, praticamente la stessa esperienza che l’apostolo <strong>Paolo</strong> visse in questa circostanza così<br />

dolorosa e <strong>di</strong>fficile.<br />

Catene e prigionia non rendono certamente la felicità, ma provocano immense sofferenze,<br />

ancor più se il prigioniero in questione è sotto condanna ingiustamente. In tale situazione si<br />

trova <strong>Paolo</strong>, ma dalla sua bocca non escono parole <strong>di</strong> rivalsa o <strong>di</strong> sfida a Dio, ma al contrario<br />

egli esterna totalmente il suo amore, per questo il nostro atteggiamento e la nostra preghiera<br />

deve essere sempre e comunque caratterizzata dall’amore verso il nostro Dio, anche in<br />

circostanze poco piacevoli!<br />

Questo deve essere il nostro comportamento cristiano!<br />

1.2 - L’argomento del ringraziamento - (v.3b).<br />

L’apostolo ringrazia Dio con umiltà e grande devozione, ma la sua <strong>di</strong>chiarazione sarebbe incompleta<br />

se mancasse l’argomento del suo ringraziamento. Infatti egli mette subito in risalto<br />

il soggetto della sua orazione “Io ringrazio il mio Dio, <strong>di</strong> tutto il ricordo che ho <strong>di</strong><br />

voi”. L’importanza della parte finale del v.3 si collega al grande argomento che occuperà la<br />

prima parte del cap.2 <strong>di</strong> questa lettera: la comunione fraterna (Fl 2:1-5).<br />

Infatti in questa <strong>di</strong>chiarazione non sussiste, in nessuna forma, un sentimento <strong>di</strong> orgoglio, <strong>di</strong><br />

spirito <strong>di</strong> paragone o <strong>di</strong> dominio, bensì viene sottolineata l’importanza <strong>di</strong> ringraziare il Signore<br />

per i fratelli che ci ha messo accanto.<br />

E’ proprio questo il pensiero <strong>di</strong> <strong>Paolo</strong>: grazie al ricordo, alla “memoria” (come traduce il<br />

Diodati), che l’apostolo serbava in sé questi cari membri della chiesa <strong>di</strong> Filippi, egli innalza<br />

la sua lode a Dio. Non si può fare a meno <strong>di</strong> domandarsi se nel nostro cuore esiste questo<br />

desiderio, non soltanto <strong>di</strong> ringraziare Dio, ma <strong>di</strong> ringraziarLo per la chiesa in cui Egli ci ha<br />

posti, per i fratelli e le sorelle che ci Ha dato e in generale per la famiglia dei santi in cui noi<br />

siamo entrati. La riflessione che ci pone davanti lo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> questa epistola, rappresenta un<br />

passo importante per il raggiungimento del sentimento della comunione per tendere verso<br />

la perfezione.<br />

Se il nostro cuore non è caratterizzato dagli orm<strong>ai</strong> conosciuti frutti della carne (invi<strong>di</strong>e, ire,<br />

gelosie vd. Ga 5:21), allora si avranno tutte le premesse (come vedremo più avanti), per godere,<br />

nel vero senso della parola, del calore e dell’amore che offre la comunione tra i membri<br />

che fanno parte del Corpo del Signore Gesù Cristo. Quando si sperimenta questo, i preziosi<br />

passi della Parola <strong>di</strong> Dio pongono nel credente il vivo ed inesauribile desiderio <strong>di</strong> pregare e<br />

<strong>di</strong> ringraziare il Signore per tutti i santi poiché “la preghiera del giusto ha una grande efficacia”<br />

(Gm 5:16). Il soggetto per cui <strong>Paolo</strong> era intenzionato ad elevare il suo “grazie” al<br />

Signore, deve <strong>di</strong>venire costante in ogni preghiera e supplica come fa intendere il passo <strong>di</strong> Ef<br />

6:18 “pregate in ogni tempo, per mezzo dello Spirito, con ogni preghiera e supplica;<br />

vegliate a questo scopo con ogni perseveranza. Pregate per tutti i santi”. Risulta chia-<br />

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