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Epistola di Paolo ai Filippesi Introduzione - CRISTIANI EVANGELICI

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X. La giustizia che viene da Dio<br />

<strong>Filippesi</strong> 3:1-14<br />

Questa sezione della lettera <strong>ai</strong> <strong>Filippesi</strong>, è stata abbastanza controversa, come si può leggere<br />

nell’<strong>Introduzione</strong> (pg. 6). Ma i problemi che possono sorgere hanno un’origine esclusivamente<br />

umana. Non dobbiamo <strong>di</strong>menticare che ci troviamo <strong>di</strong>nanzi ad un’epistola, che è una forma letteraria<br />

molto particolare visto che il modo <strong>di</strong> parlare può cambiare anche improvvisamente.<br />

Per cui il cap.3 non è stato scritto da un altro autore, ma è stato elaborato da <strong>Paolo</strong>. Tutta la lettera,<br />

dalla prima parola all’ultima, ha il suo autore in <strong>Paolo</strong><br />

Stabilito questo, passiamo al tema <strong>di</strong> questa sezione.<br />

Da una lettura anche sommaria <strong>di</strong> questa porzione dell’epistola, si può benissimo osservare come<br />

venga ancora messa in evidenza la Persona sublime <strong>di</strong> Cristo. Si fa ancora riferimento alla sua<br />

opera <strong>di</strong> salvezza, ma sotto un certo aspetto (Fl 3 :10-11). Ma soprattutto si sottolinea<br />

l’importanza della giustizia <strong>di</strong> Dio che è basata sulla fede. Da questa verità inconfutabile della<br />

Scrittura si risale quella dottrina meravigliosa identificata nella giustificazione me<strong>di</strong>ante la fede<br />

(Ro 5), la salvezza eterna. Ma prima <strong>di</strong> parlare <strong>di</strong> questo, <strong>Paolo</strong> sottolinea la sua con<strong>di</strong>zione prima<br />

<strong>di</strong> conoscere Cristo, che, sebbene da un punto <strong>di</strong> vista umano poteva essere elogiativa, da un<br />

punto <strong>di</strong> vista spirituale non valeva niente.<br />

Di questo l’apostolo ne parla abbondantemente, visto che le circostanze da lui evidenziate sono<br />

state vissute in prima persona (vv.5-6).<br />

Certamente anche questa pericope <strong>di</strong> versetti sarà costituita da numerosi insegnamenti, <strong>di</strong> cui è<br />

necessario impossessarsi.<br />

1. L’importanza <strong>di</strong> ripetere gli insegnamenti spirituali (Fl 3:1).<br />

<strong>Paolo</strong>, dopo aver concluso quella serie <strong>di</strong> <strong>di</strong>chiarazioni su Timoteo ed Epafro<strong>di</strong>to, inizia una<br />

nuova sezione, senza però <strong>di</strong>menticarsi <strong>di</strong> <strong>di</strong>re parole consolanti per i filippesi “Del resto, fratelli<br />

miei, rallegratevi nel Signore. Io non mi stanco <strong>di</strong> scrivervi le stesse cose, e ciò è garanzia <strong>di</strong><br />

sicurezza per voi” (v.1).<br />

Prima <strong>di</strong> cominciare a trattare degli insegnamenti molto importanti per i filippesi, <strong>Paolo</strong> sottolinea<br />

due cose.<br />

• 1. L’allegrezza nel Signore (v.1a). Questo è un tema che ricorre spesso nell’epistola, e dobbiamo<br />

ammettere che non si può ignorare questo argomento. Infatti, è proprio il Signore che<br />

quale punto <strong>di</strong> riferimento per il credente produce quell’allegrezza necessaria per il cuore.<br />

Chi è nelle mani <strong>di</strong> Dio non può essere confuso, non può essere deluso, ma soltanto caratterizzato<br />

da un’allegrezza compiuta poiché il nostro Padre è “il Dio della pace e<br />

dell’allegrezza” (Ro 15:13). Naturalmente questo non significa che bisogna manifestare un<br />

atteggiamento esaltato poiché automaticamente si cadrebbe nel <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne e nella confusione.<br />

Non bisogna <strong>di</strong>menticare che il Signore che noi adoriamo non è un “Dio <strong>di</strong> confusione” (1Co<br />

14:33) ma tutto deve essere fatto con decoro (1Co 14:40). Ma l’allegrezza interiore che un<br />

credente sente e sperimenta è straor<strong>di</strong>naria, per questo l’apostolo desidera sottolineare<br />

l’importanza <strong>di</strong> rallegrarsi nel Signore. Con questo spirito si supereranno con l’<strong>ai</strong>uto del Signore<br />

quelle circostanze o prove che, umanamente parlando, potranno sembrare <strong>di</strong>fficili se<br />

non impossibili.<br />

Quando si ha il Signore, si ha tutto!<br />

• 2. Non bisogna stancarsi <strong>di</strong> ripetere gli insegnamenti <strong>di</strong>vini (v.1b). Quando <strong>Paolo</strong> afferma<br />

che non si stanca <strong>di</strong> scrivere le stesse cose, significa che quando si trattano i precetti <strong>di</strong>vini bisogna<br />

esporli con la dovuta sottomissione, ripetendoli vista la loro significativa portata spirituale.<br />

Diverse volte, nelle nostre riunioni, si mettono in evidenza degli insegnamenti spirituali che<br />

già tante volte, magari, sono stati menzionati ma questo atteggiamento, alla luce delle Scritture,<br />

è certamente corretto. Sarebbe drammatico se nel nostro cuore scaturisse un sentimento <strong>di</strong><br />

in<strong>di</strong>fferenza o <strong>di</strong> “stanchezza” su questi argomenti. Molte volte si sente <strong>di</strong>re “Queste cose le<br />

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