Epistola di Paolo ai Filippesi Introduzione - CRISTIANI EVANGELICI
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parole “era <strong>di</strong>venuto noto”. Ovvero, si era a conoscenza che l’apostolo non era in prigione<br />
per un reato contro lo Stato, ma per Cristo. Ciò significa che <strong>Paolo</strong> non è rimasto con le<br />
mani in mano, ma ha usufruito <strong>di</strong> questa circostanza dolorosa perché gli altri potessero vedere,<br />
in lui, uno stato d’animo ed un comportamento davvero particolare,<br />
• 2. l’incoraggiamento per i fratelli a evangelizzare (v.14). Non si può non essere colpiti<br />
dall’esperienza <strong>di</strong> <strong>Paolo</strong>; per la sua fedeltà al Signore nella prova e per lo zelo che egli manifestava<br />
anche in questa circostanza. Infatti, prendendo come esempio l’immagine delle catene<br />
che parla ovviamente <strong>di</strong> prigionia, <strong>Paolo</strong> afferma “e la maggioranza dei fratelli nel Signore,<br />
incoraggiati dalle mie catene, hanno avuto più ar<strong>di</strong>re nell’annunciare senza<br />
paura la Parola <strong>di</strong> Dio”. Quando si legge la parola incoraggiati, nel greco il verbo è peitho,<br />
che significa propriamente persuadere o convincere. Per cui la condotta <strong>di</strong> <strong>Paolo</strong>, nella prigionia,<br />
hanno incoraggiato, persuaso i fratelli a rinunciare a quell’ansietà e paura che certamente<br />
contribuiscono a frenare la pre<strong>di</strong>cazione <strong>di</strong> Cristo. E’ necessario porsi in attenta riflessione<br />
circa la nostra condotta. Non si possono ignorare le parole lapidarie e ra<strong>di</strong>cali del Signore<br />
Gesù “Perché se uno ha vergogna <strong>di</strong> Me e delle Mie parole, il Figlio dell’uomo avrà<br />
vergogna <strong>di</strong> lui, quando verrà nella gloria Sua e del Padre e dei santi angeli” (Lu 9:36).<br />
Per cui è certamente importante essere incoraggiati ad evangelizzare, perché quelli del<br />
mondo, possano vedere nel cristiano, colui che segue Cristo.<br />
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