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Epistola di Paolo ai Filippesi Introduzione - CRISTIANI EVANGELICI

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2.1 - Bisogna essere umili e pazienti - (v.14).<br />

Non si può sperare <strong>di</strong> <strong>di</strong>stinguersi dal mondo se nelle nostre stesse chiese o nelle nostre stesse<br />

famiglie sussistono dei mormorii e delle <strong>di</strong>spute.<br />

L’apostolo raccomanda caldamente l’inesistenza <strong>di</strong> ogni tipo <strong>di</strong> litigio e <strong>di</strong> lamentela, poiché ogni<br />

cosa deve essere fatta “alla gloria <strong>di</strong> Dio” (1Co 10:31).<br />

Proprio per questo motivo <strong>di</strong>versi passi del Nuovo Testamento mettono in luce queste due azioni<br />

carnali.<br />

• 1. Non bisogna mormorare (v.14a). Per quanto riguarda il mormorio, basti pensare che<br />

Giuda inserisce questa caratteristica in coloro che si identificano negli empi “Sono dei mormoratori,<br />

degli scontenti” (Gd v.16). Bisogna sempre ricordarsi che quando nelle nostre parole<br />

vi sono dei mormorii, non <strong>di</strong>mostriamo <strong>di</strong> avere nel nostro cuore la gioia della salvezza,<br />

ma come afferma Giuda, della scontentezza.<br />

Basti guardare all’elenco che elabora <strong>Paolo</strong> nella prima lettera <strong>ai</strong> Corinti, nella quale<br />

l’apostolo inserisce una serie <strong>di</strong> cinque peccati commessi da alcuni Israeliti, dopo avere spiegato<br />

cinque bene<strong>di</strong>zioni che essi avevano ricevuto. Tra i peccati commessi esisteva anche il<br />

mormorio “Non mormorate, come alcuni <strong>di</strong> loro mormorarono e perirono colpiti dal <strong>di</strong>struttore”<br />

(1Co 10:10). Talvolta si pensa che mormorare faccia parte del nostro carattere e<br />

che non sia una cosa grave. Ma non si possono ignorare quegli episo<strong>di</strong> in cui il popolo<br />

d’Israele cadde ripetutamente in questo peccato (Nu 14:29; Nu 13:30; Nu 14:2; Nu 14:36; Nu<br />

17:25). Se leggiamo con attenzione questi testi e Numeri 16 che narra la ribellione <strong>di</strong> Core, si<br />

può rilevare che in queste occasioni ci fu la punizione (Nu 14:37; Nu 16:11, 35, 49). Nel capitolo<br />

16 dei Numeri viene detto che morirono quattor<strong>di</strong>cimilanovecentocinquanta persone<br />

(Nu 16:35). Ritengo che questi passi siano un’ampia <strong>di</strong>mostrazione che il mormorio non è<br />

cosa da poco, ma deve essere evitata per il proseguimento della crescita spirituale e per <strong>di</strong>stinguersi<br />

dal mondo.<br />

• 2. Bisogna evitare le <strong>di</strong>spute (v.14b). Eseguire questa esortazione della Scrittura sembrerebbe<br />

facile e scontato, ma se si riflette sulla propria personalità e sul proprio carattere, bisogna<br />

ammettere che si è sempre portati ad un’eventuale <strong>di</strong>sputa. Infatti, si è sempre pronti a giu<strong>di</strong>care<br />

e conseguentemente a <strong>di</strong>fendersi con un tale impeto da provocare dei litigi. Ma <strong>Paolo</strong><br />

nella lettera a Tito afferma chiaramente che le <strong>di</strong>spute sono inutili e vane (Tt 3:9) e nella seconda<br />

lettera a Timoteo afferma “Ricorda loro queste cose, scongiurandoli davanti a Dio<br />

che non facciano <strong>di</strong>spute <strong>di</strong> parole; esse non servono a niente e conducono alla rovina chi<br />

le ascolta” (2Ti 2:14). Quin<strong>di</strong>, non soltanto vane, ma ad<strong>di</strong>rittura dannose.<br />

Quando, in una circostanza, è necessario un chiarimento oppure una <strong>di</strong>scussione con un<br />

membro della chiesa, vi deve essere nel cuore sempre quel desiderio <strong>di</strong> e<strong>di</strong>ficare gli uni gli altri.<br />

Vi deve essere alla base il perdono, la sopportazione (Cl 3:13) ed il desiderio <strong>di</strong> crescere<br />

insieme.<br />

Una <strong>di</strong>sputa non potrà m<strong>ai</strong> portare all’e<strong>di</strong>ficazione, bensì alla tristezza e al rancore. Questo<br />

bisogna evitarlo, per questo <strong>Paolo</strong> raccomanda i filippesi <strong>di</strong> fuggire dalla carnalità.<br />

2.2 - Risplendere come astri nel mondo - (v.15).<br />

<strong>Paolo</strong> non si <strong>di</strong>stacca dal <strong>di</strong>scorso, ma continua spiegando quelli che sono i vantaggi derivanti<br />

dal fuggire i mormorii e le <strong>di</strong>spute.<br />

Infatti egli esorta i filippesi in <strong>di</strong>verse cose che sono tutti elencati nel v.15.<br />

• 1. Essere irreprensibili e integri (v.15a). Questo dovrebbe essere il traguardo <strong>di</strong> ogni cristiano:<br />

tendere sempre <strong>di</strong> più verso la perfezione e camminare nell’integrità. Per quanto riguarda<br />

l’irreprensibilità e l’integrità, nel Nuovo Testamento vengono elencati almeno quattro<br />

argomenti per cui è necessaria questa caratteristica.<br />

♦ a. Il cuore deve essere irreprensibile (1Te 3:13). Non si può pensare che un credente sia<br />

irreprensibile, se nel suo cuore sussistono dei pensieri contrari alla volontà <strong>di</strong> Dio ed agli<br />

insegnamenti della Scrittura.<br />

L’apostolo <strong>Paolo</strong>, nella prima lettera <strong>ai</strong> Tessalonicesi, infatti sottolinea l’importanza <strong>di</strong> un<br />

cuore saldo nel Signore e irreprensibile. Non dobbiamo <strong>di</strong>menticare che il cuore rappresenta<br />

quella sede in cui provengono i sentimenti ed i pensieri (Eb 4:12), quin<strong>di</strong> un cuore<br />

irreprensibile sarà automaticamente caratterizzato da pensieri e sentimenti puri.<br />

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