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Epistola di Paolo ai Filippesi Introduzione - CRISTIANI EVANGELICI

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aspetto <strong>di</strong> questo innalzamento è identificato nel giu<strong>di</strong>zio che sarà esercitato dal Figlio<br />

dell’uomo e <strong>di</strong>nanzi al Quale tutti dovranno inginocchiarsi. Il Signore Gesù<br />

stesso afferma questo “Il Padre non giu<strong>di</strong>ca alcuno , ma ha dato tutto il giu<strong>di</strong>zio<br />

al Figliuolo ... affinchè tutti onorino il Figliuolo ... e gli ha dato autorità <strong>di</strong><br />

giu<strong>di</strong>care, perché è il Figliuol dell’uomo” (Gio 5:22-27). Inoltre <strong>Paolo</strong> afferma<br />

“Gesù Cristo che ha da giu<strong>di</strong>care i vivi e i morti” (2Ti 4:1).<br />

Ci si potrebbe domandare come m<strong>ai</strong> il giu<strong>di</strong>zio è dato proprio nelle mani del Figlio<br />

dell’uomo, ma questo interrogativo è facilmente risolvibile per due motivi:<br />

♦ a. la sua incarnazione. Egli ha conosciuto le nostre tentazioni e le nostre pene, per cui<br />

Egli ha misurato tutta la forza con cui Satana attacca gli uomini. Per questo motivo il Signore<br />

Gesù potrà giu<strong>di</strong>care nella totale giustizia ed imparzialità. Nessuno potrà <strong>di</strong>re nulla<br />

in propria <strong>di</strong>fesa.<br />

♦ b. Il supremo amore da Lui manifestato. Infatti il più grave misfatto che l’uomo possa<br />

fare è proprio quello <strong>di</strong> rifiutare questo immenso amore. Per coloro che rifiuteranno e <strong>di</strong>sprezzeranno<br />

il sacrificio <strong>di</strong> Cristo e, <strong>di</strong> conseguenza, Lui stesso, il Figlio dell’uomo <strong>di</strong>verrà<br />

il giusto Giu<strong>di</strong>ce.<br />

Questo per quanto riguarda l’empio, ma non <strong>di</strong>mentichiamoci che anche il credente dovrà essere<br />

giu<strong>di</strong>cato, non per mettere in <strong>di</strong>scussione la salvezza poiché questa è eterna, ma per ricevere<br />

la giusta retribuzione in base a quanto è stato fatto quaggiù “Poiché dobbiamo tutti<br />

comparire davanti al tribunale <strong>di</strong> Cristo, affinchè ciascuno riceva la retribuzione delle cose<br />

fatte quand’era nel corpo, secondo quel che avrà operato, o bene, o male” (2Co 5:10). A<br />

questo momento vi saranno esclusivamente i credenti, ma non si può certo negare che anche<br />

questo evento sia una prova dell’innalzamento del Signore Gesù.<br />

In secondo luogo vi è un nome sublime che è al <strong>di</strong> sopra <strong>di</strong> qualsiasi altro dato al Signore Gesù.<br />

Nel libro dell’Apocalisse è scritto esplicitamente che il nome del Signore Gesù risulta essere<br />

la Parola <strong>di</strong> Dio (Apo 19:13). Nessuno poteva portare questo appellativo, soltanto il Cristo<br />

è Colui che è degno <strong>di</strong> portare questo nome, poiché Egli è la perfezione in tutti i suoi aspetti.<br />

Inoltre, sempre nello stesso capitolo dell’Apocalisse, è scritto che sulla veste e sulla coscia sta<br />

scritto questo nome “Re dei Re e Signore dei Signori” (Apo 19:16). Ritengo che sia superfluo<br />

aggiungere altro riguardo all’autorità e alla superiorità che possiede il Signore Gesù, poiché<br />

il Suo nome rappresenta la Sua stessa essenza e sostanza.<br />

Per questo è importante credere nel nome del Signore Gesù (1Gv 5:13).<br />

• 2. La signoria <strong>di</strong> Cristo (v.11). Questo aspetto termina quella serie <strong>di</strong> conseguenze che abbiamo<br />

elencato nei vv.9-11. Per mezzo <strong>di</strong> questa autorità che a Lui è dovuta, Egli rapirà la<br />

Sua Chiesa (1Te 4:13-17), <strong>di</strong>struggerà coloro che andranno contro <strong>di</strong> Lui (Apo 19:17-20),<br />

giu<strong>di</strong>cherà definitivamente Satana (Apo 20:10), la morte, l’Ades e coloro che non saranno<br />

scritti nel libro della vita (Apo 20:14-15). Quando saremo stati introdotti nel cielo, tutto sarà<br />

riportato a Dio che è il principio e la fine <strong>di</strong> ogni cosa (1Co 15:27-28), il Figlio rimetterà tutto<br />

nelle mani del Padre. Ma come afferma <strong>Paolo</strong> tutti dovranno confessare il nome del Signore,<br />

poiché Egli è degno <strong>di</strong> ogni gloria ed onore, e per coloro che sono dei credenti sarà un privilegio.<br />

Questa prima parte del secondo capitolo dell’epistola <strong>ai</strong> <strong>Filippesi</strong> ha veramente dei notevoli insegnamenti.<br />

Certamente è importante ascoltare ed imparare questi insegnamenti, ma è altresì importante<br />

applicare quello che la Parola <strong>di</strong> Dio afferma. Il nostro atteggiamento non deve essere<br />

quello descritto da Giacomo identificato in un uomo che si guarda allo specchio e poi si <strong>di</strong>mentica<br />

com’era (Gm 1:23-24), ma come colui che guarda attentamente alla Parola e in essa persevera<br />

(Gm 1:25).<br />

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