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Epistola di Paolo ai Filippesi Introduzione - CRISTIANI EVANGELICI

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io considero queste cose come tanta spazzatura al fine <strong>di</strong> guadagnare Cristo”. Tutte quelle <strong>di</strong>stinzioni,<br />

ere<strong>di</strong>tarie o acquisite, erano per <strong>Paolo</strong> , prima della conversione, tanti vantaggi che lui<br />

definisce “guadagno”. Ma a causa <strong>di</strong> Cristo, il giorno in cui si è dato a lui, ha considerato come<br />

non valori questi guadagni, dannosi che si <strong>di</strong>sprezzano e si gettano via. Dar pregio a queste cose,<br />

fondarsi su <strong>di</strong> esse come su assicurazioni <strong>di</strong> salvezza, sarebbe stato allontanarsi da Cristo, il Me<strong>di</strong>atore<br />

unico e necessario: <strong>Paolo</strong> le ha sacrificate. L’apostolo nel suo ardore <strong>di</strong> rinuncia, non si<br />

ferma qui. Non solo i vantaggi che ha ricordato, cioè appartenenza ad Israele, <strong>di</strong>scendenza da pura<br />

razza ebr<strong>ai</strong>ca, giustizia legale e reputazione che l’accompagnava, ma ogni cosa, tutti i beni terreni<br />

non contano per lui, sono danni rispetto all’eccellenza della Persona <strong>di</strong> Cristo. Al <strong>di</strong> fuori<br />

del Signore i valori <strong>di</strong> questo mondo sono senza utilità, dannosi perché se vengono ricercati in<br />

un modo morboso si corre il rischio che questi <strong>di</strong>vengano ostacoli. Per questo <strong>Paolo</strong> ha voluto<br />

perdere tutto e ora stima tutto immon<strong>di</strong>zia, lordura e rifiuto. Al <strong>di</strong> fuori <strong>di</strong> Cristo non c’è salvezza.<br />

4.2 - La perfetta giustizia viene da Dio - (Fl 3:9).<br />

L’apostolo <strong>Paolo</strong>, nel giu<strong>di</strong>care quello che prima era un suo guadagno “tanta spazzatura”, continua<br />

affermando e sottolineando l’importanza <strong>di</strong> sperimentare la vera giustizia, cioè quella proveniente<br />

da Dio “e <strong>di</strong> essere trovato in lui non con una giustizia mia, derivante dalla legge, ma<br />

con quella che si ha me<strong>di</strong>ante la fede in Cristo: la giustizia che viene da Dio, basata sulla fede”.<br />

Appropriarsi <strong>di</strong> Cristo, non significa compiere delle esorbitanti opere, ma sperimentare per fede<br />

la salvezza che si ottiene soltanto me<strong>di</strong>ante Lui. In questa situazione, l’essere trovato “in lui” significa<br />

possedere la vera giustizia che niente a che vedere con un concetto umano <strong>di</strong> essere giusto<br />

me<strong>di</strong>ante delle opere. L’epistola si Romani insegna che non vi è nessun giusto e che me<strong>di</strong>ante<br />

le opere della legge nessuno può essere giustificato in quanto la legge dà la conoscenza del<br />

peccato (Ro 3:20, 23). La salvezza e con essa la vera giustizia si ottiene soltanto per grazia “me<strong>di</strong>ante<br />

la fede ... Non è in virtù <strong>di</strong> opere affinchè nessuno se ne vanti” (Ef 2:8-9). La giustificazione,<br />

cioè quell’atto il quale Id<strong>di</strong>o tre volte santo <strong>di</strong>chiara che il peccatore credente è <strong>di</strong>venuto<br />

giusto è gratuita e immeritata (Ro 3:24) ed è “per fede” (Ro 5:1).<br />

Non è forse meravigliosa questa realtà?<br />

5. Gli scopi che si prefiggeva <strong>Paolo</strong> (Fl 3:10-11).<br />

Vi è dell’insegnamento nella porzione <strong>di</strong> questa Scrittura. In questi testi la Parola <strong>di</strong> Dio incita il<br />

credente in un continuo desiderio <strong>di</strong> ricercare quegli scopi in<strong>di</strong>spensabili per correre verso la meta<br />

che è proposta (v.13). Questi obiettivi sono elencati nei v.10 e 11 che rappresentano la conseguenza<br />

derivante dal <strong>di</strong>scorso sulla giustizia <strong>di</strong> Dio caratterizzata dalla fede. Per cui è necessario<br />

porsi in un atteggiamento <strong>di</strong> riflessione e <strong>di</strong> umiltà, per carpire quegli insegnamenti necessari per<br />

la nostra vita spirituale.<br />

5.1 - Bisogna conoscere Cristo e tutto quello che lo concerne - (Fl 3:10).<br />

Questi scopi non devono essere ignorati d<strong>ai</strong> credenti. Talvolta si danno per scontato certi <strong>di</strong>scorsi<br />

e insegnamenti, ma anche quelle verità che si conoscono orm<strong>ai</strong> da anni, è necessario approfon<strong>di</strong>rle<br />

per avere una maggiore visione della Persona <strong>di</strong> Cristo. Infatti <strong>Paolo</strong> afferma “Tutto questo<br />

allo scopo <strong>di</strong> conoscere Cristo, la potenza della Sua risurrezione, la comunione delle Sue sofferenze,<br />

<strong>di</strong>venendo conformi a Lui nella Sua morte” (v.10). Da una lettura attenta del versetto<br />

in questione si possono osservare vari scopi.<br />

• 1. Conoscere Cristo (v.10a). Questo può sembrare un argomento già sviscerato tante volte<br />

per coloro che sono credenti da anni, ma non dobbiamo <strong>di</strong>menticare che Pietro ebbe cura <strong>di</strong><br />

elencare <strong>ai</strong> suoi destinatari quelle virtù cristiane che avrebbero avuto come scopo una vita attiva<br />

nella conoscenza del Signore Gesù “Perché se queste cose si trovano e abbondano in<br />

voi, non vi renderanno né pigri, né sterili nella conoscenza del nostro Signore Gesù Cristo”<br />

(2Pi 1:8). Quin<strong>di</strong>, l’argomento che riguarda la conoscenza del Signore Gesù è più che m<strong>ai</strong> attuale.<br />

Non ci si può impigrire nella vita spirituale, perché nella pigrizia subentra la sterilità e<br />

in questo modo non vi è progresso spirituale, poiché questo è proporzionale alla conoscenza<br />

che si ha del Signore Gesù e sul <strong>di</strong>morare in Lui. Ma come bisogna intendere la parola “cono-<br />

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