Epistola di Paolo ai Filippesi Introduzione - CRISTIANI EVANGELICI
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XII. Raccomandazioni pratiche<br />
<strong>Filippesi</strong> 4:1-9<br />
Nel leggere anche sommariamente questa porzione <strong>di</strong> Scrittura, si può benissimo osservare come<br />
l’apostolo insista su determinate raccomandazioni con lo scopo <strong>di</strong> stimolare i filippesi verso un<br />
continuo progresso spirituale.<br />
In questi versetti, si deve porre attenzione sul v.1 che, sebbene racchiuda nel suo interno una<br />
raccomandazione precisa “state, in questa maniera, sal<strong>di</strong> nel Signore”, tuttavia bisogna collegarlo<br />
<strong>di</strong>rettamente al <strong>di</strong>scorso precedente <strong>di</strong> <strong>Paolo</strong>, il cui argomento era in primo luogo<br />
l’atteggiamento carnale <strong>di</strong> coloro che si comportavano da “nemici della croce”, interessandosi<br />
soltanto dei loro interessi terreni e materiali e in secondo luogo, per contrapposizione, il desiderio<br />
<strong>di</strong> coloro che aspettano il Signore Gesù (vv.18-21). Questo significa che la stabilità del credente<br />
<strong>di</strong>pende dalla visione che ha del ritorno del Signore, che lo <strong>ai</strong>uta a vegliare. Infatti il v.1 inizia<br />
con un preciso e significativo “Perciò” accompagnato poi da meravigliosi appellativi che<br />
l’apostolo utilizza per sottolineare un’ulteriore volta l’affetto che <strong>Paolo</strong> provava per questi credenti.<br />
• 1. I filippesi erano cari e desiderati per <strong>Paolo</strong> (v.1a). Tutto questi ci deve far riflettere. Forse<br />
affermiamo delle parole simili <strong>ai</strong> nostri fratelli e sorelle, ma ne siamo noi convinti? Sono<br />
veramente cari e desiderati? Sentiamo il desiderio della loro vicinanza e della loro comunione<br />
con noi? Questa è la comunione fraterna!<br />
• 2. Erano la sua allegrezza (v.1a), cioè l’argomento della sua gioia ed un motivo <strong>di</strong> sollievo<br />
nella sofferenza.<br />
• 3. Erano la sua corona (v.1b), cioè un argomento e un tesoro prezioso.<br />
Dopo questo ulteriore incoraggiamento, <strong>Paolo</strong> inizia ad informare i filippesi su determinate raccomandazioni<br />
in<strong>di</strong>rizzate a persone specifiche (v.2-3) e a tutti i membri della chiesa <strong>di</strong> Filippi<br />
(vv.4-9). Queste parole <strong>di</strong> <strong>Paolo</strong> non devono risultare fine a sé stesse, ma caratterizzate da dei<br />
precisi insegnamenti che sono certamente in<strong>di</strong>rizzati anche a noi. Per cui l’esame <strong>di</strong> questa prima<br />
parte del capitolo quattro della lettera <strong>ai</strong> <strong>Filippesi</strong>, rappresenta un motivo importante <strong>di</strong> arricchimento<br />
spirituale.<br />
1. Esortazioni specifiche (Fl 4:2-3).<br />
In questi versetti si può osservare che <strong>Paolo</strong> esorta in modo specifico <strong>di</strong>verse persone. Sebbene<br />
queste esortazioni dell’apostolo siano rivolte specificatamente a <strong>di</strong>versi personaggi, tuttavia non<br />
possiamo esimerci dal significato profondo che stanno <strong>di</strong>etro a queste <strong>di</strong>chiarazioni. Anche noi<br />
dobbiamo sentirci seriamente interpellati dallo scopo che queste esortazioni <strong>di</strong> <strong>Paolo</strong> dovevano<br />
raggiungere. Infatti in questi versi si possono fare <strong>di</strong>verse considerazioni.<br />
1.1 - Due donne - (Fl 4:2).<br />
I primi personaggi che si incontrano nel capitolo quarto della lettera <strong>ai</strong> <strong>Filippesi</strong>, risultano essere<br />
due donne <strong>di</strong> nome Evodìa e Sintiche. A queste donne <strong>Paolo</strong> rivolge queste parole “Esorto Evodìa<br />
ed esorto Sintiche a essere concor<strong>di</strong> nel Signore”. Da questa <strong>di</strong>chiarazione paolina si possono<br />
fare almeno due considerazioni:<br />
• 1. Vi è un’esortazione specifica (v.2a). Questa caratteristica è stata già detta, ma il fatto che<br />
<strong>Paolo</strong> in<strong>di</strong>rizzi la sua esortazione a questi due personaggi, ci deve fare riflettere. Innanzitutto<br />
ci dovevano essere delle ragioni e dei motivi vali<strong>di</strong> per indurre <strong>Paolo</strong> a esortare queste due<br />
persone. Non dobbiamo <strong>di</strong>menticarci che l’apostolo non esortava per produrre dello scoraggiamento,<br />
ma, sempre e comunque per il bene dei suoi destinatari. Tutto questo ci rammenta<br />
quanto la Parola <strong>di</strong> Dio sia attuale. Infatti, l’utilità della Scrittura intera è ben definita nella<br />
seconda lettera a Timoteo che include l’insegnamento, la riprensione, la correzione,<br />
l’educazione alla giustizia con lo scopo <strong>di</strong> rendere il credente completo e dotato <strong>di</strong> una buona<br />
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