09.06.2013 Views

Epistola di Paolo ai Filippesi Introduzione - CRISTIANI EVANGELICI

Epistola di Paolo ai Filippesi Introduzione - CRISTIANI EVANGELICI

Epistola di Paolo ai Filippesi Introduzione - CRISTIANI EVANGELICI

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

non desidera altro, che sentire bene della loro testimonianza e fede. Questo è molto importante! Infatti<br />

uno dei motivi che spinse <strong>Paolo</strong> a scrivere la prima epistola <strong>ai</strong> Corinti, fu proprio quello <strong>di</strong> aver sentito<br />

da “quelli della casa <strong>di</strong> Cloe” (1 Co 1:11), che vi erano delle <strong>di</strong>visioni in seno alla chiesa. Purtroppo,<br />

talvolta, sentiamo delle notizie poco incoraggianti riguardo a certe chiese che si sono <strong>di</strong>vise. Questo<br />

ci porta a domandarci: com’è la nostra chiesa? Sono forse io, uno dei motivi <strong>di</strong> un probabile raffreddamento?<br />

Che tutto ciò possa parlarci.<br />

Inoltre <strong>Paolo</strong> mette in evidenza che la lotta deve essere unita (Fl 1:27b). Molte volte si sottolinea il<br />

fatto <strong>di</strong> essere dei buoni combattenti <strong>di</strong> Dio. La lotta quoti<strong>di</strong>ana, come afferma <strong>Paolo</strong> agli Efesi “non<br />

è contro sangue e carne, ma contro i principati, contro le potenze, contro i dominatori <strong>di</strong> questo<br />

mondo <strong>di</strong> tenebre, contro le forze spirituali della malvagità, che sono nei luoghi celesti” (Ef 6:12).<br />

Questo combattimento, certamente, ogni cristiano lo deve affrontare in<strong>di</strong>vidualmente. Tuttavia il<br />

combattimento comune o collettivo è efficace soprattutto per due motivi.<br />

• 1. Cresce la comunione fraterna. Inevitabilmente, quando si lotta insieme, anche le sofferenze sono<br />

comuni, per cui vi è un maggiore attaccamento.<br />

• 2. Vi è una maggiore forza. Ogni cristiano preso in<strong>di</strong>vidualmente, ha le sue debolezze, ma un’intera<br />

assemblea che si muove, che è fedele al Signore, ha certamente un maggiore vigore.<br />

In terzo luogo il combattimento non deve lasciare il posto alla paura (Fl 1:28a). Sta scritto “per nulla<br />

spaventati dagli avversari”. Questo significa che la lotta che il cristiano deve condurre, non è fantasiosa,<br />

ma contro dei precisi avversari che sono nemici <strong>di</strong> Cristo. D’altronde, tutto questo non può stupire<br />

il cristiano. Il Signore Gesù <strong>di</strong>sse “Beati voi, quando vi insulteranno e vi perseguiteranno” (Mt<br />

5:11). Quando si porta avanti il vangelo, si troveranno sempre dei figli del maligno, che cercheranno<br />

<strong>di</strong> sovvertirlo. Ma, sebbene questo contesto costituito da combattimenti e lotte, possa suscitare un certo<br />

timore, non si possono <strong>di</strong>menticare gli stati d’animo che gli avversari <strong>di</strong> Gesù ebbero, quando Egli<br />

<strong>di</strong>mostrava la Sua sapienza e potenza “Mentre Egli <strong>di</strong>ceva queste cose, tutti i suoi avversari si vergognavano,<br />

e la moltitu<strong>di</strong>ne si rallegrava <strong>di</strong> tutte le opere gloriose da Lui compiute” (Lu 13:17).<br />

Quando Giosuè fu in procinto <strong>di</strong> attraversare il Giordano, dando quin<strong>di</strong> inizio a quella serie <strong>di</strong> conquiste<br />

necessarie per possedere il paese che il Signore voleva dare a Israele (Gs 1:11), Dio gli <strong>di</strong>sse<br />

“Non te l’ho Io comandato? Sii forte e coraggioso, non ti spaventare e non ti sgomentare, perché il<br />

Signore, il tuo Dio, sarà con te dovunque andr<strong>ai</strong>” (Gs 1:9). Certamente la lotta cristiana non è facile<br />

da condurre, ma ciò non deve essere una giustificazione per assopirsi o per dormire, anzi deve essere<br />

uno stimolo per <strong>di</strong>ventare un buon soldato <strong>di</strong> Gesù.<br />

2.2 - Soffrire per Cristo - (Fl 1:28b-30).<br />

La fine del primo capitolo <strong>di</strong> questa meravigliosa lettera è centrata su questo particolare insegnamento:<br />

soffrire per Cristo. Il fatto <strong>di</strong> comportarsi in modo degno, <strong>di</strong> non essere sopraffatti dalla paura, ha<br />

come scopo glorificare Cristo, anche nella stessa sofferenza. Infatti <strong>Paolo</strong> sottolinea almeno due cose.<br />

• 1. La sofferenza è un aspetto della salvezza (vv.28b-29). <strong>Paolo</strong> afferma “Questo per loro è una<br />

prova evidente <strong>di</strong> per<strong>di</strong>zione; ma per voi <strong>di</strong> salvezza; e ciò da parte <strong>di</strong> Dio. Perché vi è stata concessa<br />

la grazia, rispetto a Cristo, non soltanto <strong>di</strong> credere in Lui, ma anche <strong>di</strong> soffrire per Lui”. Il fatto<br />

che degli avversari potessero contrastare il vangelo, <strong>di</strong>mostra chiaramente il buio che era nel loro<br />

cuore. Ma per i filippesi, il combattere per il vangelo, rappresentava una chiara <strong>di</strong>mostrazione della<br />

loro salvezza, ottenuta ovviamente per grazia <strong>di</strong> Dio. Anche l’apostolo Pietro, nella sua prima lettera,<br />

afferma che partecipare alle sofferenze <strong>di</strong> Cristo è una gioia (1 Pi 4:13) in quanto “a questo siete stati<br />

chiamati, poiché anche Cristo ha sofferto per voi, lasciandovi un esempio, perché seguiate le Sue<br />

orme” (1 Pi 2:21). Nel momento che si è coscienti <strong>di</strong> soffrire per Cristo, si ha anche la garanzia <strong>di</strong> seguire<br />

le sue orme. D’altronde non si deve m<strong>ai</strong> <strong>di</strong>menticare, che alla sofferenza è accompagnata anche<br />

la consolazione necessaria “perché come abbondano in noi le sofferenze <strong>di</strong> Cristo, così per mezzo <strong>di</strong><br />

Cristo abbonda anche la nostra consolazione” (2 Co 1:5). Ci potrà essere lo scoraggiamento, ma in<br />

Cristo si ha una piena consolazione, poiché il suo giogo è leggero (Mt 11:30). Per cui, terminando<br />

questo insegnamento ricor<strong>di</strong>amo le parole che l’autore alla lettera agli Ebrei <strong>di</strong>chiara “Ma ricordatevi<br />

<strong>di</strong> quei primi giorni, in cui, dopo essere stati illuminati, voi avete dovuto sostenere una lotta lunga<br />

e dolorosa: talvolta esposti agli oltraggi e alle vessazioni”(Eb 10:32).<br />

• 2. La sofferenza è anche in<strong>di</strong>viduale (v.30). <strong>Paolo</strong> mette in causa la sua persona nel v.30 <strong>di</strong>cendo<br />

proprio “sostenendo voi pure la stessa lotta che mi avete veduto sostenere e nella quale ora sentite<br />

che io mi trovo”. Se la lotta può essere collettiva, il combattimento è certamente anche in<strong>di</strong>viduale e<br />

24

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!