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Epistola di Paolo ai Filippesi Introduzione - CRISTIANI EVANGELICI

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Noi che viviamo nella <strong>di</strong>spensazione della grazia (o più correttamente la <strong>di</strong>spensazione del<br />

mistero nascosto o della chiesa), abbiamo come privilegio tutta la Scrittura al completo. In<br />

poche parole la nostra situazione è <strong>di</strong>versa ad esempio d<strong>ai</strong> credenti <strong>di</strong> Corinto, poiché abbiamo<br />

il canone del Nuovo Testamento completo. Loro necessitavano <strong>di</strong> rivelazioni <strong>di</strong>rette, per<br />

approfon<strong>di</strong>re sempre <strong>di</strong> più l’argomento del pensiero <strong>di</strong>vino. Per questo nel cap.14 è detto<br />

“avendo ciascuno <strong>di</strong> voi ... una rivelazione” (1Co 14:26). Sotto questo punto <strong>di</strong> vista la nostra<br />

con<strong>di</strong>zione è <strong>di</strong>versa. Oggi non abbiamo più bisogno <strong>di</strong> attendere nuove rivelazioni, ma<br />

dobbiamo soltanto attenerci all’insieme delle Scritture e chiedere al Signore quella necessaria<br />

luce per capire gli insegnamenti meravigliosi della Parola <strong>di</strong> Dio.<br />

1.2 - La costanza <strong>di</strong> seguire il pensiero <strong>di</strong>vino - (Fl 3:16).<br />

Prendendo come versione sempre quella usata prima, leggiamo queste parole nel v.16 “ma nelle<br />

cose alle quali siamo pervenuti, camminiamo nel medesimo sentiero”. In poche parole, <strong>Paolo</strong><br />

non desidera cambiare orizzonte.<br />

Lui, insieme a coloro che avevano raggiunto la sua stessa maturità, afferma che vi è stata orm<strong>ai</strong><br />

l’acquisizione <strong>di</strong> quelle verità fondamentali identificabili nel pensiero <strong>di</strong>vino. Ora è necessario<br />

applicare la costanza per camminare nella via che è stata presa. Nel suo ren<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> grazie <strong>Paolo</strong><br />

nella lettera <strong>ai</strong> Colossesi spiega questo argomento in una maniera meravigliosa <strong>di</strong>cendo “non<br />

cessiamo <strong>di</strong> pregare per voi e <strong>di</strong> domandare che siate ricolmi della profonda conoscenza della<br />

volontà <strong>di</strong> Dio con ogni sapienza e intelligenza spirituale perché camminiate in modo degno<br />

del Signore per piacergli in ogni cosa, portando frutto in ogni opera buona e crescendo in ogni<br />

conoscenza <strong>di</strong> Dio; fortificati in ogni cosa dalla sua gloriosa potenza, per essere sempre<br />

pazienti e perseveranti” (Cl 1:9-11). Ecco qual’ è l’importanza della costanza e della perseveranza.<br />

Il continuare a seguire lo stesso sentiero, per <strong>Paolo</strong> significava perseverare nelle “cose alle<br />

quali era pervenuto” e che lui aveva conosciuto. Per cui il desiderio del credente non deve<br />

essere solo quello <strong>di</strong> acquisire il pensiero <strong>di</strong>vino, ma altresì <strong>di</strong> continuare a seguire ed obbe<strong>di</strong>re<br />

alla volontà <strong>di</strong> Dio.<br />

Se tutti i credenti avessero questo obiettivo e lo raggiungessero si sperimenterebbero le parole <strong>di</strong><br />

<strong>Paolo</strong> proprio nei <strong>Filippesi</strong> “Avendo un medesimo pensare” (Fl 2:2).<br />

2. Rimanere fermi nella sana dottrina (Fl 3:17-19).<br />

Nel mondo in cui viviamo esiste un continuo brulicare <strong>di</strong> idee, filosofie, dottrine che risultano<br />

contrarie al pensiero <strong>di</strong> Dio. D’altronde più <strong>Paolo</strong> prosegue il suo <strong>di</strong>scorso, più sono accentuati<br />

quei appellativi che lui aveva usato per descrivere la malvagità <strong>di</strong> questo mondo, cioè “storta e<br />

perversa” (Fl 2:15).<br />

Quin<strong>di</strong>, in questi versetti si possono fare <strong>di</strong>verse considerazioni.<br />

2.1 - Guardare a coloro che sono fedeli - (Fl 3:17).<br />

L’apostolo afferma “Siate miei imitatori, fratelli, e guardate quelli che camminano secondo<br />

l’esempio che avete in noi”. Questa volta il termine guardate non ha più il significato visto in<br />

precedenza al v.2 del capitolo terzo.<br />

In quell’occasione <strong>Paolo</strong> aveva utilizzato quel termine per esortare i filippesi all’attenzione che<br />

essi dovevano avere verso quelle categorie <strong>di</strong> persone.<br />

Ma in questo versetto si possono rilevare almeno due caratteristiche:<br />

• 1. Essere imitatori (v.17a). Poco prima <strong>Paolo</strong> si era definito, insieme a tutti coloro che avevano<br />

il giusto pensiero, maturo e questo non per orgoglio, ma per sottolineare un dato <strong>di</strong> fatto.<br />

L’apostolo aveva raggiunto una certa maturità in Cristo, e si è già detto più volte che il<br />

punto <strong>di</strong> riferimento del credente è soltanto il Signore Gesù. Alla chiesa <strong>di</strong> Corinto <strong>Paolo</strong> poteva<br />

<strong>di</strong>re “Siate miei imitatori, come anch’io lo sono <strong>di</strong> Cristo” (1Co 11:1).<br />

E’ chiaro che il collegamento <strong>di</strong> tutto è il Signore Gesù. Pietro invitava i suoi destinatari a seguire<br />

le orme del Signore Gesù, poiché ci ha lasciato un esempio ben preciso (1Pi 2:21). La<br />

Sua vita, le Sue sofferenze, la Sua opera sono delle precise testimonianze della Sua perfezione.<br />

Il credente non ha bisogno <strong>di</strong> cercare una strada, poiché il nostro Salvatore ha già battuto<br />

la via giusta. Noi dobbiamo solo seguire le tracce che Lui ha lasciato, fino al momento che<br />

verrà a rapirci. Tra l’altro non dobbiamo <strong>di</strong>menticarci <strong>di</strong> quello che afferma l’epistola agli E-<br />

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