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Epistola di Paolo ai Filippesi Introduzione - CRISTIANI EVANGELICI

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Dal <strong>di</strong>zionario <strong>di</strong> Renè Pache rileviamo che “Archippo era un cristiano <strong>di</strong> Colosse che <strong>di</strong>ede buona<br />

prova <strong>di</strong> sé come campione dell’Evangelo, conosceva bene Filemone ed ebbe un ministerio nella<br />

chiesa” (Diz. Renè Pache pg.83). Da ciò si può dedurre che il servizio al quale Archippo era<br />

a<strong>di</strong>bito a compiere, nel passo <strong>di</strong> Colossesi, si identifica probabilmente nel ministerio. Comunque,<br />

bisogna precisare che qualunque servizio cristiano deve essere svolto nel migliore<br />

dei mo<strong>di</strong>, non basandosi sulla forza umana, ma esclusivamente sulla forza della potenza <strong>di</strong><br />

Dio (Ef 6:10).<br />

Nelle nostre chiese, talvolta, veniamo a conoscenza o ve<strong>di</strong>amo con i nostri stessi occhi, che<br />

non è il fervore dello Spirito a regnare sul cuore del credente, ma una sorta <strong>di</strong> pigrizia che<br />

manifesta un atteggiamento forzato.<br />

Il servizio deve essere compiuto bene, ma nella gioia e nell’allegrezza.<br />

<strong>Paolo</strong> e Timoteo hanno veramente spiegato con il loro comportamento che cosa significa essere<br />

servitori e in tutta la lettera <strong>ai</strong> <strong>Filippesi</strong> si noterà questo.<br />

• 2. Il servizio deve essere effettuato senza la possibilità <strong>di</strong> essere biasimati (2 Co 6:3).<br />

Questo punto risulta essere la naturale conseguenza <strong>di</strong> quanto detto in precedenza, ed è ancora<br />

<strong>Paolo</strong> a sottolineare questa riflessione “Noi non <strong>di</strong>amo nessun motivo <strong>di</strong> scandalo<br />

affinchè il nostro servizio non sia biasimato” (2 Co 6:3). L’apostolo <strong>Paolo</strong> non voleva ergersi<br />

ad un ruolo <strong>di</strong> perfezione, caratterizzato dall’orgoglio o dalla superbia, ma se egli ha<br />

<strong>di</strong>chiarato tutto questo, significava che veramente in lui non vi era scandalo. E’ necessario<br />

essere coerenti. Infatti la Parola <strong>di</strong> Dio sottolinea che purtroppo è possibile scandalizzare e<br />

questo deve essere evitato (Ro 14:13-23). <strong>Paolo</strong> poteva <strong>di</strong>re sempre <strong>ai</strong> Corinzi “Non siate<br />

d’intoppo né <strong>ai</strong> Giudei, né <strong>ai</strong> Greci, né alla Chiesa <strong>di</strong> Dio” (1 Co 10:32). Se gli uomini ci<br />

accusano quelle devono essere calunnie o parole infondate, e non devono m<strong>ai</strong> risultare vere.<br />

Il credente deve essere un ambasciatore irreprensibile.<br />

1.2 - Il servizio è subor<strong>di</strong>nato a Cristo - (v.1).<br />

<strong>Paolo</strong> continua la sua <strong>di</strong>chiarazione affermando “servi <strong>di</strong> Cristo Gesù”, precisione fondamentale<br />

che testimonia <strong>di</strong> quale “padrone”, fossero soggetti l’apostolo e Timoteo. Il loro<br />

servizio non risultava essere fine a se stesso, oppure una schiavitù che produceva ricchezza a<br />

un capo umano, ma completamente subor<strong>di</strong>nato alla volontà e alla Persona <strong>di</strong> Cristo.<br />

Come il Signore Gesù venne su questa terra per servire (Mt 20:28), nella stessa maniera il<br />

credente è chiamato ad un servizio sempre presente e perseverante, tale da raggiungere il<br />

livello <strong>di</strong> amore posto dall’apostolo Giovanni “Da questo abbiamo conosciuto l’amore:<br />

Egli ha dato la Sua vita per noi; anche noi dobbiamo dare la nostra vita per i fratelli”<br />

(1 Gi 3:16). Essere servitori <strong>di</strong> Cristo, significa necessariamente seguire quello che era il Suo<br />

esempio <strong>di</strong> servizio!<br />

1.3 - Il servizio è un beneficio per l’intera chiesa - .<br />

Prima <strong>di</strong> tutto <strong>Paolo</strong> desidera invocare la pace <strong>di</strong> Dio (v.2), verso i membri della chiesa <strong>di</strong><br />

Filippi, ma altresì loro erano i beneficiari <strong>di</strong> tale servizio intrapreso da <strong>Paolo</strong> e da Timoteo.<br />

Tutta la lettera è improntata sul fatto, che il servizio svolto da essi, ha contribuito notevolmente<br />

alla gioia e alla crescita <strong>di</strong> questi fratelli <strong>di</strong> Filippi. Il servizio del cristiano ha come<br />

scopo principale quello <strong>di</strong> essere gra<strong>di</strong>to a Dio, ma anche <strong>di</strong> essere “gra<strong>di</strong>to <strong>ai</strong> santi” (Ro<br />

15:31). Che il nostro servizio, nella chiesa, non sia imperniato sulla nostra gratificazione<br />

personale, ma sull’intento <strong>di</strong> rendere gloria al Signore (1 Co 10:31), e <strong>di</strong> portare un beneficio<br />

per tutti i credenti.<br />

2. La conclusione del saluto (v.2).<br />

Dopo essersi presentato e <strong>di</strong>chiarato servitore <strong>di</strong> Cristo, insieme al suo collaboratore Timoteo,<br />

<strong>Paolo</strong> si avvia alla conclusione <strong>di</strong> questo saluto speciale in<strong>di</strong>rizzato <strong>ai</strong> filippesi, sottoli-<br />

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