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Epistola di Paolo ai Filippesi Introduzione - CRISTIANI EVANGELICI

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ei “Ricordatevi dei vostri conduttori, i quali vi hanno annunziato la Parola <strong>di</strong> Dio; e considerando<br />

quale sia stata la fine della loro vita, imitate la loro fede” (Eb 13:7). Tutto questo<br />

è molto importante, poiché quei credenti che sono giovani nella fede, hanno la possibilità <strong>di</strong><br />

guardare a coloro che hanno non soltanto esperienza, ma anche maturità ed una fede salda e<br />

ferma.<br />

• 2. Guardare coloro che sono fedeli (v.17b). <strong>Paolo</strong> non vuole essere messo al centro<br />

dell’attenzione. Egli desidera in<strong>di</strong>rizzare lo sguardo dei filippesi anche verso tutti coloro che<br />

seguono la stessa via, lo stesso sentiero dell’apostolo. Nel guardare a coloro che sono esempio<br />

nella chiesa si possono ottenere <strong>di</strong>versi vantaggi. Innanzitutto uno sprone a migliorare <strong>di</strong>venendo<br />

degli esempi viventi <strong>di</strong> fede e <strong>di</strong> integrità, con lo sguardo fisso sul Signore Gesù (Eb<br />

13:7). Inoltre <strong>Paolo</strong> afferma nella prima lettera <strong>ai</strong> Tessalonicesi “Voi siete <strong>di</strong>venuti imitatori<br />

nostri e del Signore, avendo ricevuto la parola in mezzo a molte sofferenze, con la gioia che<br />

dà lo Spirito Santo, tanto da <strong>di</strong>ventare un esempio per tutti i credenti della Macedonia e<br />

dell’Acacia” (1Te 1:7). Il motivo <strong>di</strong> tale miglioramento era identificato nell’imitazione <strong>di</strong> <strong>Paolo</strong><br />

e i suoi collaboratori, ma soprattutto del Signore. Soltanto così, guardando al Signore Gesù<br />

si potrà progre<strong>di</strong>re spiritualmente. In secondo luogo si svilupperebbe una sorta <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa<br />

verso tutte quelle false dottrine che possono addescare molto facilmente coloro che si sono<br />

convertiti da poco. L’apostolo <strong>Paolo</strong> afferma a Tito “Esorta ugualmente i giovani a essere<br />

saggi, presentando te stesso in ogni cosa come esempio <strong>di</strong> opere buone; mostrando<br />

nell’insegnamento integrità, <strong>di</strong>gnità” (Tt 2:7). Quin<strong>di</strong>, essere <strong>di</strong> esempio giova notevolmente<br />

per una crescita spirituale, specialmente nei giovani. Tutto ciò non deve portare<br />

all’orgoglio o alla presunzione, ma al compito eccellente <strong>di</strong> servire la comunità anche in queste<br />

cose. Il caso presentato da <strong>Paolo</strong> ha proprio queste importanza.<br />

2.2 - Un camminare peccaminoso - (Fl 3:18-19).<br />

In contrapposizione al cammino sano e spirituale che l’apostolo ha accennato in precedenza, ora<br />

ci si trova davanti ad una manifestazione <strong>di</strong> peccato provocata da alcuni che <strong>Paolo</strong> definisce<br />

“nemici della croce”. Infatti egli afferma “Perché molti camminano da nemici della croce <strong>di</strong><br />

Cristo (ve l’ho detto spesso e ve lo <strong>di</strong>co anche ora piangendo), la fine dei quali è la per<strong>di</strong>zione;<br />

il loro <strong>di</strong>o è il ventre e la loro gloria è in ciò che torna a loro vergogna” (v.18-19).<br />

Collegando questi due versetti a quanto è stato detto precedentemente si possono osservare <strong>di</strong>verse<br />

cose:<br />

• 1. Il motivo della vigilanza (v.18). Se l’apostolo ha insistito sull’impegno <strong>di</strong> guardare coloro<br />

che avevano una condotta ed una maturità cristiana esemplare, il suo scopo era proprio quello<br />

<strong>di</strong> mettere in guar<strong>di</strong>a i filippesi da coloro che, per contrapposizione, erano caratterizzati da<br />

una tale carnalità, tanto da essere definiti “nemici della croce <strong>di</strong> Cristo”. Nel Nuovo Testamento<br />

si può verificare che il termine nemici viene utilizzato per descrivere la con<strong>di</strong>zione<br />

peccaminosa prima della conversione (Ro 5:8, 10, Cl 1:21), e tutti coloro che si ribellano a<br />

Dio (Ro 1:30). Tuttavia <strong>Paolo</strong> si sofferma in special modo sulla condotta <strong>di</strong> queste persone.<br />

Nell’apostolo vi era un profondo senso <strong>di</strong> rammarico, poiché informa chiaramente i membri<br />

della chiesa <strong>di</strong> Filippi che queste notizie le stava dando, piangendo. In questo caso viene sottolineata<br />

il profondo affetto ed il profondo sentimento dell’apostolo, che nonostante tutto deve<br />

sottolineare quale sia la fine <strong>di</strong> queste persone e la causa della loro condotta deplorevole.<br />

• 2. La fine <strong>di</strong> queste persone (v.19a). Le parole ulteriori dell’apostolo sono <strong>di</strong> una durezza e<br />

<strong>di</strong> una fermezza impressionante. Egli non vuole circuire nessuno, ne tanto meno utilizzare un<br />

linguaggio più dolce o tendente al compromesso, <strong>Paolo</strong> afferma chiaramente che il destino <strong>di</strong><br />

queste persone risulta essere “la per<strong>di</strong>zione”. Tale parola è riferita alla separazione che dovranno<br />

subire tutti coloro che si sono ribellati a Dio <strong>di</strong>sinteressandosi della Sua grazia e <strong>di</strong><br />

Cristo (Ap 17:8; 17:11). Tale termine viene altresì utilizzato nella prima lettera <strong>ai</strong> Corinzi ma<br />

con un senso <strong>di</strong>verso “ho deciso che quel tale sia consegnato a Satana, per la rovina (lett.<br />

Per<strong>di</strong>zione o <strong>di</strong>struzione) della carne, affinchè lo spirito sia salvo nel giorno del Signore<br />

Gesù” (1Co 5:5). Per le parole che <strong>Paolo</strong> utilizza in questo caso è lecito pensare che il peccato<br />

può raggiungere dei livelli tali, che soltanto una <strong>di</strong>sciplina dura e ferrea può indurre a tornare<br />

alla comunione <strong>di</strong> Dio con lo scopo <strong>di</strong> essere salvato anche “come attraverso il fuoco”,<br />

nel giorno del tribunale <strong>di</strong> Cristo (1Co 3:13, 15; 2Co 5:10). Bisogna tenere presente<br />

l’esortazione paolina secondo cui chi “guasta il tempio <strong>di</strong> Dio, Dio guasterà lui” (1Co 3:17).<br />

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