Epistola di Paolo ai Filippesi Introduzione - CRISTIANI EVANGELICI
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un motivo <strong>di</strong> gioia; anzi essi <strong>di</strong>cevano che era meglio se il Signore avesse aspettato ancora un po’ a<br />
tornare. Guar<strong>di</strong>amo all’esempio <strong>di</strong> <strong>Paolo</strong>. Anche se questo significava morire, l’essere con il Signore<br />
rappresentava, per lui “è molto meglio”. Ma in secondo luogo, <strong>Paolo</strong> considera anche l’altro caso,<br />
cioè lo stato dei filippesi. Egli si rende conto che i suoi compiti non erano terminati, per questo <strong>di</strong>chiara<br />
sinceramente “il mio rimanere nel corpo è più necessario per voi”. Egli doveva ancora essere<br />
usato da Dio e sebbene sia lodevole, da parte sua, il desiderio che sussisteva nel suo cuore, i piani <strong>di</strong><br />
Dio dovevano andare avanti. L’apostolo non prega per il sod<strong>di</strong>sfacimento <strong>di</strong> un suo desiderio, ma<br />
mette in evidenza l’importanza che l’opera <strong>di</strong> Dio rivestiva. Anche per noi vale questo insegnamento:<br />
dobbiamo sempre rimetterci alla volontà <strong>di</strong> Dio.<br />
1.3 - Possiede una ferma fiducia - (Fl 1:25-26).<br />
Alla fine, egli afferma <strong>di</strong> avere una convinzione ed una fiducia ferma, fondata nel cuore “Ho questa<br />
ferma fiducia: che rimarrò a starò con tutti voi per il vostro progresso e per la vostra gioia nella<br />
fede”. La <strong>di</strong>chiarazione <strong>di</strong> <strong>Paolo</strong> no è orgogliosa, in quanto egli sottolinea che il compito <strong>di</strong> portare<br />
avanti l’evangelo, non si era ancora concluso. Inoltre i filippesi avevano ancora bisogno del sostegno,<br />
del calore, dell’amore <strong>di</strong> <strong>Paolo</strong>, infatti sta scritto che la sopravvivenza <strong>di</strong> <strong>Paolo</strong> “era più necessario<br />
per loro” (Fl 1:24). Bisogna ringraziare il Signore che, in alcune chiese, vi sono ancora dei fratelli<br />
che sono <strong>di</strong> sostegno per la chiesa, un <strong>ai</strong>uto veramente prezioso. Purtroppo la chiesa non è soltanto<br />
formata da credenti spirituali, con un comportamento fedele, ma anche da credente instabili ed incoerenti.<br />
Questo non è il caso dei filippesi: più <strong>di</strong> una volta <strong>Paolo</strong> ringrazia Dio per la loro partecipazione<br />
al vangelo, ma probabilmente, alcuni bisogni spirituali dovevano ancora essere sod<strong>di</strong>sfatti. Anche<br />
nella sua prima lettera a Timoteo, <strong>Paolo</strong> lo esorta <strong>di</strong>cendo “Occupati <strong>di</strong> queste cose e de<strong>di</strong>cati interamente<br />
ad esse perché il tuo progresso, sia manifesto a tutti” (1 Ti 4:15). Il progresso spirituale<br />
deve essere sempre ricercato e anche io tessalonicesi ci mostrano il modo in cui essi si dovevano<br />
comportare “Del resto, fratelli, avete imparato da noi il modo in cui dovete comportarvi e piacere a<br />
Dio ed è già così che vi comportate. Vi preghiamo e vi esortiamo nel Signore Gesù a progre<strong>di</strong>re<br />
sempre <strong>di</strong> più” (1 Te 4:1). Ricercare la perfezione, deve essere l’obiettivo del cristiano, se non vuole<br />
scadere nel permissivismo, nell’apatia, nell’ozio spirituale. Noi dobbiamo avere il “vanto in Cristo<br />
Gesù”.<br />
2. L’importanza della perseveranza (Fl 1:27-30).<br />
Quando si parla <strong>di</strong> essere perseveranti e sobri, sembra quasi che subentri un prurito <strong>di</strong> orecchi a riguardo.<br />
Questo atteggiamento è confermato dal fatto che la costanza spirituale, sta <strong>di</strong>venendo sempre<br />
<strong>di</strong> più un “optional”, un qualcosa <strong>di</strong> facoltativo. Eppure la Parola <strong>di</strong> Dio <strong>di</strong>ce che:<br />
• 1. la perseveranza è necessaria per correre la buona gara cristiana. Se un atleta non si allena con<br />
costanza, <strong>di</strong>fficilmente potrà giungere primo al traguardo, così l’autore all’epistola agli Ebrei <strong>di</strong>chiara<br />
“deponiamo ogni peso ... e corriamo con perseveranza la gara che ci è proposta, fissando lo sguardo<br />
su Gesù” (Eb 12:1).<br />
• 2. La perseveranza è necessaria per sperimentare pienamente la Grazia <strong>di</strong> Dio. <strong>Paolo</strong> e Barnaba,<br />
parlarono proprio <strong>di</strong> questi <strong>ai</strong> Giudei e <strong>ai</strong> proseliti, cioè “li convincevano a perseverare nella grazia<br />
<strong>di</strong> Dio” (At 13:43). La grazia <strong>di</strong>vina illumina quel credente che persevera a fissare lo sguardo su Gesù,<br />
in quanto Egli è la Grazia <strong>di</strong> Dio. La salvezza ottenuta, deve essere accompagnata da un cammino<br />
<strong>di</strong> santificazione.<br />
Per cui il dovere <strong>di</strong> comportarsi in modo degno del vangelo <strong>di</strong> Cristo, doveva occupare il cuore dei filippesi,<br />
per questo <strong>Paolo</strong> sottolinea almeno due insegnamenti.<br />
2.1 - L’importanza <strong>di</strong> una lotta continua e unita - (Fl 1:27-28a).<br />
In questi versetti si può proprio osservare come l’assenza dell’apostolo non doveva influire su un ipotetico<br />
raffreddamento dei filippesi. Poco prima <strong>Paolo</strong> aveva sottolineato che rimanere nel corpo sarebbe<br />
stato proficuo per i filippesi ed in questo frangente si ha la <strong>di</strong>mostrazione dell’umiltà <strong>di</strong> <strong>Paolo</strong>.<br />
Il suo desiderio si identificava nella crescita progressiva dei filippesi e questo sarebbe stato, per lui,<br />
un motivo <strong>di</strong> consolazione. Le parole <strong>di</strong> <strong>Paolo</strong> non erano <strong>di</strong> “routine” o formalistiche, ma ripiene <strong>di</strong><br />
un amore fraterno veramente notevole. Anche nell’ipotesi <strong>di</strong> una prolungata lontananza, l’apostolo<br />
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