Epistola di Paolo ai Filippesi Introduzione - CRISTIANI EVANGELICI
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Ho voluto fare questa precisazione per non trascurare anche quei dettagli che possono in<br />
qualche modo confondere. Ma il caso inserito nell’epistola <strong>ai</strong> <strong>Filippesi</strong> è chiaro: <strong>Paolo</strong> parla<br />
della fine <strong>di</strong> queste persone e non <strong>di</strong> un’eventuale recupero futuro. Se la loro condotta sarà<br />
concentrata solo sul peccato, non tenendo presente il significato della croce <strong>di</strong> Cristo, per loro<br />
vi sarà solo la separazione da Dio.<br />
• 3. I desideri <strong>di</strong> queste persone (v.19b). <strong>Paolo</strong> non vuole lasciare i filippesi nell’incertezza.<br />
Egli desidera <strong>di</strong>mostrare le sue parole dure e severe tramite i desideri che queste persone avevano<br />
e che manifestavano nella loro condotta.<br />
Innanzitutto <strong>Paolo</strong> informa che il loro “<strong>di</strong>o è il ventre”. Questo loro desiderio rappresentava<br />
una chiara <strong>di</strong>subbi<strong>di</strong>enza verso il Signore, poiché nessun tipo <strong>di</strong> <strong>di</strong>vinità si deve frapporre tra<br />
l’uomo e il solo e vero Dio. Visto che il loro <strong>di</strong>o era rappresentato dal ventre, questo significa<br />
che tutte le loro mire erano rivolte verso questa falsa <strong>di</strong>vinità. Verso coloro che provocavano<br />
delle <strong>di</strong>visioni e degli scandali, <strong>Paolo</strong> esorta i romani a separarsi da queste persone che “non<br />
servono il Signore Gesù, ma il proprio ventre; e con dolce e lusinghiero parlare seducono il<br />
cuore dei semplici” (Ro 16:18).<br />
Essi dovevano fare attenzione <strong>ai</strong> falsi dottori e ad evitare quelli che tentavano <strong>di</strong> insegnare<br />
dottrine contrarie all’Evangelo ricevuto nel cuore dei Romani. Per tale comportamento <strong>Paolo</strong><br />
afferma <strong>ai</strong> Galati che “anche se un angelo dal cielo vi annunziasse un vangelo <strong>di</strong>verso da<br />
quello che vi abbiamo annunziato, sia anatema” (Ga 1:8). Questi falsi dottori erano soltanto<br />
servi dei loro desideri ed interessi egoistici.<br />
Per cui ricordando questa condotta <strong>ai</strong> filippesi, <strong>Paolo</strong> desiderava sottolineare che in realtà<br />
queste persone erano dei materialisti, pensanti solo al loro benessere terreno, per sod<strong>di</strong>sfare<br />
tutte le loro passioni poiché “la loro gloria è in ciò che torna a loro vergogna; gente che ha<br />
l’animo alle cose della terra”.<br />
Nel sottolineare un’ulteriore contrapposizione nei vv.20-21 del cap.3 dei <strong>Filippesi</strong>, l’apostolo<br />
sottolinea tre caratteristiche <strong>di</strong> coloro che invece hanno accettato con convinzione, umiltà e gioia<br />
il messaggio della croce <strong>di</strong> Cristo pervenendo alla salvezza per grazia. Questi sono identificati<br />
nel termine “noi”.<br />
• 1. Sono citta<strong>di</strong>ni dei cieli (v.20), come tali hanno il pensiero rivolto alle cose celesti. Vivono<br />
onorando la loro citta<strong>di</strong>nanza e realizzando la loro con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> pellegrini.<br />
• 2. Attendono Gesù (v.20), quale Liberatore della loro con<strong>di</strong>zione terrena, per essere poi congiunti<br />
con Lui.<br />
• 3. Aspettano la trasformazione (v.21). Il ritorno del Signore trasformerà il corpo<br />
dell’umiliazione in un corpo glorioso, conforme al Suo, poiché Egli ha il potere <strong>di</strong> sottomettere<br />
a sé ogni cosa.<br />
Possano queste caratteristiche rientrare nel nostro desiderio cristiano!<br />
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