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Epistola di Paolo ai Filippesi Introduzione - CRISTIANI EVANGELICI

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(2Co 9:24-27). Nell’affermare queste parole, <strong>Paolo</strong> ha ricordato delle immagini familiari <strong>ai</strong><br />

Corinzi, per sottolineare l’importanza della <strong>di</strong>sciplina. Infatti si celebravano ogni due anni i<br />

giochi e <strong>di</strong>ce il fratello Samuele Negri che “gli atleti che partecipavano alle gare dovevano<br />

allenarsi seriamente per <strong>di</strong>eci mesi e, alla fine, uno solo riceveva una corona <strong>di</strong> pino e <strong>di</strong> ulivo”<br />

(Prima lettera <strong>ai</strong> Corinzi - commento pratico MOVIMENTO BIBLICO GIOVANILE -<br />

Rimini). Il credente ha in vista, invece <strong>di</strong> una corona corruttibile e <strong>di</strong> un premio che passa e<br />

va, una corona incorruttibile, per questo il nostro impegno dovrebbe essere ulteriore.<br />

In vista <strong>di</strong> tale impegno <strong>Paolo</strong> si paragona ad un pugile che assesta bene i suoi colpi, impegnando<br />

su se stesso un severo autocontrollo, al fine <strong>di</strong> non essere “squalificato”. Quante volte<br />

corriamo il rischio <strong>di</strong> essere squalificati a causa dei nostri atteggiamenti. Per ricevere la corona<br />

bisogna lottare “secondo le regole” (2Ti 2:5) e questo significa che dobbiamo seguire<br />

quelli che sono i precetti <strong>di</strong>vini. Questo premio deve essere ambito, ma per ottenerlo bisogna<br />

seguire la volontà <strong>di</strong> Dio.<br />

• 4. Il credente è stato afferrato da Cristo (v.12b). Ecco perché ambire ad ottenere un premio<br />

incorruttibile non è segno <strong>di</strong> orgoglio. Il motivo per tale atto ha la sua origine nel fatto che<br />

noi siamo stati afferrati da Cristo.<br />

Egli ci ha riscattati me<strong>di</strong>ante il Suo sangue poiché “ha dato sé stesso come prezzo <strong>di</strong> riscatto<br />

per tutti”. Per questo , l’amore che Cristo ha manifestatoci possiede, ci costringe (2Co 5:14)<br />

ed è stato manifestato in una maniera assoluta e piena “Dio invece mostra la grandezza del<br />

proprio amore per noi in questo: che mentre eravamo ancora peccatori Cristo è morto per<br />

noi” (Ro 5:8). In noi non vi era nessun tipo <strong>di</strong> giustizia, niente vi era in noi per un possibile<br />

gra<strong>di</strong>mento a Dio, ma Egli ha manifestato uno dei Suoi attributi <strong>di</strong>vini: il Suo amore. Inoltre,<br />

anche l’amore del Figlio interviene in una maniera speciale, il Quale nel momento angoscioso<br />

della croce afferma “Padre perdona loro, perché non sanno quello che fanno” (Lu 23:34).<br />

Questo sta a significare che noi eravamo, siamo e saremo preziosi per il nostro Signore, Colui<br />

che rappresenta “la nostra speranza” (1Ti 1:1).Proprio per quello che rappresenta il nostro<br />

Signore, il proseguire il nostro cammino sarà un’ulteriore occasione per conoscere il nostro<br />

unico punto <strong>di</strong> riferimento.<br />

I vv.13-14 contengono insegnamenti molto simili a quelli visti nel v.12.<br />

La <strong>di</strong>fferenza però consiste nell’atteggiamento <strong>di</strong> protendere sempre avanti, senza m<strong>ai</strong> guardare<br />

in<strong>di</strong>etro. Nella Scrittura, quest’ultimo atteggiamento viene particolarmente sottolineato come una<br />

<strong>di</strong>mostrazione <strong>di</strong> carnalità. Basti prendere due esempi: durante la <strong>di</strong>struzione <strong>di</strong> Sodoma e Gomorra,<br />

la moglie <strong>di</strong> Lot, si volse a guardare in<strong>di</strong>etro, mentre stava fuggendo con suo marito, trasgredendo<br />

a quello che <strong>di</strong>sse uno dei due uomini presenti che sono definiti anche angeli “Metti<br />

la tua vita al sicuro: non guardare in<strong>di</strong>etro” (Ge 19:17).La moglie <strong>di</strong> Lot <strong>di</strong>subbidì e per questo<br />

<strong>di</strong>venne una statua <strong>di</strong> sale (Ge 19:26). Un secondo esempio l’abbiamo in un’immagine usata dal<br />

Signore Gesù il Quale afferma “Nessuno che abbia messo la mano all’aratro e poi volga lo<br />

sguardo in<strong>di</strong>etro, è adatto al regno <strong>di</strong> Dio” (Lu 9:62). Questo significa che la nuova nascita è<br />

un’esperienza che trasforma completamente, perciò non deve esistere assolutamente nessun tipo<br />

<strong>di</strong> dubbio o ripensamento. In poche parole, la conversione autentica risulta essere l’opposto<br />

dell’apostasia. Non <strong>di</strong>mentichiamoci che uno dei significati della parola “apostasia” è identificato<br />

nell’atteggiamento <strong>di</strong> ritrarsi in<strong>di</strong>etro dalla decisione presa e purtroppo è scritto che alcuni “apostateranno<br />

dalla fede” (1Ti 4:1), cioè rinnegheranno e abbandoneranno completamente la fede.<br />

Alla luce <strong>di</strong> quanto detto, è necessario che il cristiano prosegua guardando avanti che rappresenta<br />

il desiderio <strong>di</strong> progre<strong>di</strong>re spiritualmente: in questo modo si potrà ottenere “il premio della<br />

celeste vocazione <strong>di</strong> Dio in Cristo Gesù”.<br />

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